venerdì 6 dicembre 2013

I nostri soldati nelle missioni internazionali

 
Migliaia di militari italiani sono impiegati in missioni all'estero: dai 3100 in Afghanistan a un soldato in Nigeria e Sud-Sudan
Migliaia di soldati italiani sono impiegati in missioni internazionali e lo ha ricordato il 4 novembre il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in occasione della festa delle Forze Armate. Il ministro della Difesa, Mario Mauro, ha colto l'occasione per sottolineare come "due secoli fa i militari erano considerati il mezzo per fare la guerra. Oggi sono le persone che lavorano per evitarla, per interporsi tra coloro che invece vogliono farla''.
Ma quanti sono i nostri militari impiegati in missioni all'estero? Secondo gli ultimi dati forniti dal ministero della Difesa, il totale del personale impiegato è di 5.569 militari, in 31 attività e in 23 aree diverse. Si va dall'Afghanistan all'Iraq, dai Balcani al Libano, dalla Somalia alla Libia.
La forza maggiore è impiegata in Afghanistan, dove ci sono 3100 militari italiani sotto il comando dell'ISAF. Lo scopo principale è quello di sostenere il governo locale nello sviluppo e nel consolidamento delle istituzioni, affinché la nazione diventi stabile e sicura e non sia più un rifugio per il terrorismo internazionale. I nostri soldati partecipano all'addestramento delle Forze Armate afghane.
Un altro migliaio di soldati sono schierati in Libano, con l'Unifil, per garantire la sicurezza dei confini, in particolare dei valichi di frontiera con lo Stato di Israele e per creare le condizioni di sicurezza e stabilità necessarie per un pace duratura.
Sono più di 500, invece, i soldati che operano nei Balcani per aiutare gli Stati della ex Jugoslavia a raggiungere la sicurezza e la stabilità. I nostri militari partecipano all'addestramento delle forze di polizia locali e contribuiscono ad attuare gli accordi che prevedono di costituire in Kosovo un ambiente sicuro, per permettere il ritorno dei profughi.
In Somalia e nel Golfo di Aden ci sono 340 soldati italiani, impegnati soprattutto nella prevenzione e nella repressione degli atti di pirateria e rapina armata lungo le coste.
Il mese scorso il nostro governo ha dato il via libera all'operazione "Mare nostrum", dopo la tragedia al largo di Lampedusa con centinaia di migranti annegati. E' stata rafforzata la sorveglianza fra il nostro tratto di mare e le coste di Libia e Tunisia, per intervenire in caso di emergenze e per aumentare il livello di sicurezza nei soccorsi. L'Italia schiera 4 navi della Marina militare, due fregate e due pattugliatori, ma anche droni ed elicotteri con sistemi di visione notturna e radar di superficie.
Ma ci sono zone in cui il personale militare impiegato è decisamente inferiore, come nei casi estremi della Nigeria e del Sud-Sudan dove opera soltanto un militare per ciascuna nazione. In Nigeria la missione è gestita dall'Unione Europea attraverso l'Eucap, per migliorare le capacità delle forze armate nigeriane nella lotta la terrorismo e al crimine organizzato. Nel Sud-Sudan con la missione Unmiss per fornire supporto al governo locale, per prevenire i conflitti e rafforzare la sicurezza.

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