mercoledì 20 novembre 2013

Rc auto: in Italia tariffe alle stelle



La denuncia dell’Antitrust

Il Garante Pitruzzella in audizione al Parlamento denuncia un aumento spropositato dell'Rc auto tra Nord e Sud e nel resto d'Europa. La soluzione?Maggiore concorrenza

 

Rc auto italiana più cara d’Europa. E’ questa la denuncia dell’Antitrust in merito alla polizza sull’assicurazione auto che  presenta differenze di costi eccessivi già tra Nord e Sud.

 Rc auto salata: il confronto con l’Europa

 Se poco tempo fa l’Antitrust aveva già avuto modo di rivelare che il premio medio della Rc auto in Italia è il doppio di quello pagato in Francia o Portogallo, superando di ben l’80 per cento quello tedesco, sempre l’Autorità garante per la concorrenza, guidata da Pitruzzella conferma i dati.

 La relazione annuale dell’Antitrust

 “In molti settori dell’economia italiana si registra un livello di concorrenza non ancora soddisfacente e i prezzi pagati dai consumatori tendono irrimediabilmente a salire. In questa ipotesi sembra rientrare il mercato delle assicurazioni”. E’ indispensabile una riforma del settore dell’Rc auto, tuona Pitruzzella, dinanzi al Parlamento in occasione della presentazione della relazione annuale.

 Aumento polizza Rc auto: i dati dell’Isvapp

 A sottolineare l’urgenza di una riforma del settore Rc auto, vengono in soccorso anche i dati dell’Isvapp, l’Autorità di Vigilanza sulle Assicurazioni che rivela come, tra aprile 2012 ed aprile 2013, le tariffe Rc auto sono incrementate vertiginosamente per le donne, con picchi di +12% per le diciottenni, mentre si dilata il divario Nord-Sud con un meridione penalizzato con incrementi più consistenti.  UN esempio fra tutti: un 55enne di sesso maschile alla guida di un’autovettura di piccola cilindrata a Napoli,  paga una tariffa media di 1.221 euro, contro i 350 euro che il medesimo assicurato pagherebbe a Bolzano o Aosta.

 Maggiore concorrenza: la ricetta di Pitruzzella

 La ricetta del Garante Pitruzzella è semplice e riguarda una maggiore concorrenza. “ Il mercato delle assicurazioni auto”- ha detto dinanzi alle Camere il Garante dell’Antitrust – “registra ‘un livello di concorrenza non ancora soddisfacente’. I dati della nostra indagine attestano come siano insufficienti i meccanismi adottati dalle compagnie per migliorare l’efficienza produttiva e contenere i costi, che vengono poi ribaltati sui consumatori”. Il Garante sottolinea che nella fase attuale di grave crisi economica in cui viviamo, la politica per la concorrenza è centrale. “Crescita e coesione sociale sono sfide epocali” – ha detto Pitruzzella- “che vanno affrontate con urgenza e lungimiranza. In questa prospettiva ci sono buone ragioni per sostenere non solo l’attuazione della politica per la concorrenza ma addirittura la sua centralità”.

 

Pendolari, vita da incubo



Sui treni come sardine»

Un’altra giornata nera per i viaggiatori lomellini sulla linea Vercelli-Pavia «I posti a sedere sono già esauriti quando si arriva a Tromello»

MORTARA. Ammassati sulle littorine della Pavia-Mortara-Vercelli come sardine. E'questa l'accusa che arriva dai pendolari della vecchia linea non elettrificata che collega Pavia e Vercelli con buona parte dei principali centri della Lomellina: Gropello, Garlasco, Remondò-Gambolò, Tromello, Mortara, Nicorvo, Robbio e Palestro.
Una segnalazione sulla quale Trenord, la società pubblico-privata che gestisce il trasporto locale in Lombardia, al momento non esprime pareri. Le lamentale dei pendolari pero sono trasversali.
Quando i treni si avvicinano alle città di Pavia e Vercelli negli orari di punta diventano strapieni.
Questo perchè, secondo le segnalazioni dei viaggiatori, ci sono poche carrozze rispetto al numero di utenti.
In ordine di tempo l'ultima lamentela arriva da Gropello. «Da Gropello Cairoli in poi vi sono solo posti in piedi, tutti ammassati nei corridoi del treno; sul 4655 la situazione è anche peggiore visto che i posti a sedere sono esauriti già a Tromello». Denuncia Armando Accardo referente di linea per la direttrice 28 Vercelli-Mortara-Pavia del comitato pendolari pavesi.
«E’ dall'inizio dell’anno scolastico 2013/2014 – spiega Accardo – che quotidianamente le corse 10313, 4655 e 4632 risultano in composizione insufficiente con solo due littorine per il carico di pendolari che utilizzano questi treni. Trenord è al corrente di questa situazione da un anno. Stamattina sul 10313 a causa di una brusca frenata in entrata a Pavia, diversi studenti sono “rimbalzati” tra una parete e l’altra nel tentativo di non cadere per terra. Servono controlli seri».
Sono le stesse descrizioni fatte dai pendolari di Mortara, Nicorvo, Robbio e Palestro, circa 200 studenti, che ogni mattina raggiungono le scuole superiori di Vercelli. Già da inizio anno scolastico – e lo stesso fatto si era verificato anche nel 2012 – lamentano che da Robbio in poi passando per Palestro fino a Vercelli i treni sono strapieni al punto che nei primi giorni dell'anno scolastico alcuni studenti non sono nemmeno riusciti a salire. Intanto da Vercelli, dove c'è il capolinea della tratta, arriva la notizia del sequestro del binario tronco in cui arrivano i treni da Mortara. Secondo la procura della città piemontese sotto questo binario ci sono vecchie traversine trattate con un prodotto potenzialmente cancerogeno che non sono state smaltite correttamente. Ieri sera si attendeva la convalida del sequestro del binario. Non ci saranno disagi per i pendolari: i treni arriveranno su altri binari.
Sandro Barberis

Anziani sempre più a rischio povertà

Per il peso della crisi e gli effetti delle manovre correttive sono proprio gli anziani che “danno di più e ricevono di meno”. E la manovra pesa anche sulle condizioni di tanti italiani migranti.
Peggiorano sensibilmente le condizioni sociali ed economiche degli anziani nel nostro Paese. La crisi prima, le manovre effettuate dai governi nel 2010 e 2011 poi, hanno pesato sulle fasce d’età anziane peggiorandone le condizioni di vita e facendo crescere i fenomeni di esclusione sociale. E’ quanto emerge dai dati della II Indagine nazionale sulla condizione sociale degli anziani, presentata a Roma dall’Auser nazionale.
E’ del Presidente Nazionale dell’AUSER Michele Mangano la denuncia che “Gli anziani, insieme alle donne ed ai giovani sono fra le categorie di cittadini che più di altri stanno soffrendo gli effetti della crisi e delle manovre economiche. Il potere d’acquisto delle loro pensioni si è ridotto del 30% negli ultimi anni con la conseguenza di una drastica riduzione dei consumi, difficoltà se non impossibilità ad affrontare le spese impreviste, e tante rinunce purtroppo spesso legate alla tutela della propria salute ed alla prevenzione.
La parola scomparsa è Equità: per questo chiediamo al Governo di non puntare solo sulla Social Card e di dare maggior peso alla questione sociale. Le risorse si possono trovare, soprattutto dalla lotta alla corruzione e all’evasione fiscale”.

Alcuni indicatori rilevanti

Crescono le liste d’attesa conseguenza della riduzione dei servizi comunali per gli anziani.
Nel periodo ottobre 2011 - gennaio 2012, in base alla rilevazione annuale effettuata dall’Auser, sui bandi comunali per l’affidamento di servizi sociali, si registra una sensibile riduzione, pari a circa il 28%, del numero delle proposte di bando dedicate ai servizi per gli anziani. Le variazioni in negativo riguardano soprattutto i comuni con più di 50 mila abitanti.
I consumi degli anziani: in crescita abitazione ed energia, ma si riducono i consumi per alimentazione, abbigliamento e servizi sanitari
Le statistiche ISTAT mostrano come negli ultimi 8 anni (2003 - 2010) la spesa media mensile di un anziano solo cresca esclusivamente per l’abitazione e l’energia (+2,9%) e dei trasporti (+0,7%). Al contrario, nel periodo considerato, l’anziano che vive solo ha ridotto soprattutto le spese per l’alimentazione (-1,7%), l’abbigliamento e le calzature (-0,8%), oltre a quelle per l’arredamento (-0,8%) e quelle relative ai servizi sanitari (-0,6%). Soprattutto quest’ultimo capitolo di spesa denota un peggioramento abbastanza grave della situazione dell’anziano, che si vede costretto a ridurre una tipologia di consumi considerata fondamentale.
Nel complesso, quindi, il fatto che tra il 2003 e il 2010 la spesa media mensile sia cresciuta di circa 284 euro non è affatto un buon segno, dato che l’aumento proviene esclusivamente da spese legate all’abitazione e ai trasporti. Anche per quanto riguarda una coppia senza figli con capofamiglia ultra65enne, solo una voce di spesa risulta in aumento (sempre nel 2003/2010): quella destinata all’abitazione ed energia (+3,9%). In calo risultano essere invece tutte le altre voci di spesa, anche se in modo più ridotto rispetto alla categoria degli anziani over 65 soli.
Nel 2012 le cose non andranno meglio, si stima un aumento della spesa fino al 5% per l’abitazione e i consumi energetici¸ ne pagheranno le conseguenze soprattutto gli anziani soli che si troveranno costretti a tagliare su altri capitoli di spesa come il tempo libero, l’abbigliamento e l’alimentazione.
Redditi degli anziani: non si naviga nell’oro.
In base alle statistiche ISTAT nel 2010 le famiglie italiane composte di soli anziani sono il 28,06% del totale, erano il 27% nel 2007. E i pensionati poveri risultano essere 2,3 milioni, una cifra destinata a crescere.
L’ISTAT ricorda anche che le pensioni fino a 915,52 euro (cioè la soglia che nella prima versione del disegno di legge sulla manovra Monti è stata esentata dal blocco delle indicizzazioni) rappresentano in media il 27,3% del reddito totale delle famiglie con pensionati.
Nel 2011, in base ai dati INPS, su un totale di 5.269.493 pensioni di vecchiaia (il dato si riferisce al numero delle prestazioni), circa il 52% ha un importo inferiore ai 500 euro mensili e ben il 78% non supera i 750 euro. Relativamente invece alle pensioni di anzianità, più del 30% delle prestazioni non supera la soglia dei 900 euro.
Da sottolineare le forti differenze di genere: gli importi medi mensili delle pensioni percepite dalle donne risultano, mediamente a livello nazionale, inferiori di quasi 600 euro rispetto a quelle degli uomini.
Nel 2010, in Italia, il 5,5% degli anziani risultano in condizione di povertà assoluta, circa lo 0,2% in più rispetto al 2009
L’incidenza di povertà assoluta tra gli anziani è in aumento, nel biennio 2009/2010, nelle regioni del Nord (+0,5%), confermando i risultati evidenziati per la povertà relativa, ed in quelle del Centro (+0,5%) mentre, di contro, risulta in flessione nel Mezzogiorno (-0,5%).
Si conferma comunque lo svantaggio delle regioni del Sud (7,2% degli anziani vive in condizioni di povertà assoluta) e del Nord (5,1%) rispetto quelle del Centro Italia (3,7%).
Oltre agli indicatori relativi alla povertà relativa ed assoluta, di notevole interesse è l’indice di “deprivazione materiale” (non riuscire a sostenere spese impreviste; avere arretrati nei pagamenti come mutuo, affitto, bollette, debiti vari; non potersi permettere in un anno una settimana di ferie lontano da casa, un pasto adeguato almeno ogni due giorni, il riscaldamento adeguato dell’abitazione, l’acquisto di una lavatrice, di una televisione a colori, di un telefono o di un’automobile).
Gli effetti delle manovre correttive, un peso di 3002 euro all’anno
Gli anziani sarebbero doppiamente colpiti dalle manovre correttive. Da un lato, infatti, stanno contribuendo quali ammortizzatori sociali d’emergenza al reddito delle generazioni più giovani grazie alla sostanziale stabilità degli introiti che percepiscono. Dall’altro, tuttavia, sono visti dalle recenti manovre governative messe in atto per far fronte alla crisi strutturale del Paese come “soggetti privilegiati” sui quali poter applicare riduzioni della spesa pubblica. Prendendo come unità di misura la famiglia e come limite temporale il presente - e quindi la manovra del Governo Monti cosiddetta Salva Italia - una volta che la manovra sarà a regime, le ricadute saranno pari a 887 euro annui a famiglia, ai quali bisogna aggiungere la cifra già prodotta dalle precedenti manovre, che porterebbe il totale a 3.002 euro annui a famiglia.
A tutto ciò occorre aggiungere la nuova stangata che pesa sulle famiglie italiane: da gennaio le tariffe di luce e gas sono aumentate rispettivamente del 4,8% e del 2,7% con una maggiore spesa annua di oltre 53 euro. Per quanto riguarda la rivalutazione delle pensioni, ci sarà il mancato adeguamento di indicizzazione delle pensioni superiori a 1402 euro, che rappresentano il 22% delle prestazioni previdenziali erogate.

Uno scenario preoccupante.

Da questo scenario emerge la necessità di una maggiore tutela della popolazione anziana, che si trova sempre più costretta a ricorrere a forme di aiuto informale, non potendo beneficiare di adeguate politiche pubbliche. Tuttavia, anche nell’ambito del care giving informale, come sottolineato dal Rapporto Istat 2011, assistiamo ad una notevole diminuzione delle famiglie, soprattutto anziane, che beneficiano dell’aiuto di tali reti (dal 28,9% del 1983 al 16,7% nel 2009).
Il rapporto mette in evidenza la diminuzione delle reti di aiuto informali dovuto probabilmente alle trasformazioni occorse nelle strutture famigliari, portando l’attenzione quindi sull’aumento di richieste di aiuto ad enti pubblici e privati.
Tutto questo può facilmente portare alla conclusione che diminuire le fonti di reddito principali degli anziani, le pensioni, tagliando anche risorse alle strutture pubbliche di sostegno alle forme di disagio, potrebbe portare a molti anziani un peggioramento della qualità di vita.

di Italo Stellon.

 

governo

Tirare a campare

di ANDREA CANGINI

 Tornano dunque le vecchie formule della Prima repubblica, quando la politica era forte ma i governi deboli: «Verifica di governo», «cabina di regia», «patto di coalizione»... Incalzato da un Pdl col fiato corto a causa delle traversie giudiziarie di Berlusconi e quasi sfiduciato dal segretario in pectore del Pd, Enrico Letta, può solo tentare l’azzardo del rilancio. Convocare dunque i partiti della maggioranza, prospettargli un piano di riforme economiche che consenta al governo di arrivare al 2015 e metterli così di fronte alle proprie responsabilità.
Basterà? È ragionevole immaginare che quel che non fu fatto all’inizio della legislatura sia possibile oggi? Difficile. Anche perché il quadro politico s’è deteriorato al pari di quello economico. Come regolarmente accade da qualche anno a questa parte, le previsioni del governo su deficit e Pil si sono rivelate clamorosamente sbagliate per eccesso e la nota di aggiornamento del Def (la vecchia «Finanziaria») prevede che per ciascuno degli anni 2014-2017 l’economia italiana crescerà di mezzo punto percentuale in più rispetto a quanto stimato invece dal Fondo monetario internazionale. Insomma, per quanto il governo possa essere ottimista ed indulgente con se stesso, i nodi tendono a venire inesorabilmente al pettine.
Trovare risorse per finanziare le riforme sarà perciò sempre più difficile, e fare scelte impopolari addirittura impossibile. Mancano le condizioni politiche. Anche perché — rispetto allo scorso aprile, quando si formò il governo — oggi i leader e gli aspiranti tali di Pdl, Pd e Scelta civica sono totalmente assorbiti da una feroce guerra per la (propria) sopravvivenza politica. Insomma, hanno altro a cui pensare e le loro debolezze si riflettono su un governo già debole di suo. Ad oggi, la politica economica si è risolta in un patchwork di bandierine di partito cucite tra loro con un filo di ipocrisia. Nulla di organico né di strategico. Ed è proprio per questo che la matrigna Europa ci sta col fiato sul collo e mai ci consentirà di sforare il famigerato 3% del rapporto deficit-Pil come invece fu concesso sia alla Germania sia alla Francia. Per ottenere ‘credito’ dalla Commissione europea dovremmo dimostrarci un po’ tedeschi: compatti e determinati nel realizzare un programma ambizioso di riforme strutturali. Siamo invece italiani, e dunque perfettamente a nostro agio nell’eterna incertezza tra una crisi politica incombente e il consueto tirare a campare.

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FERMIAMO EQUITALIA.

USURAI LEGALIZZATI 

L' Agenzia senza muovere un passo, potrà iscrivere ipoteca sull'artigiano considerato infedele (facendo scattare una comunicazione alla centrale rischi delle banche con conseguente chiusura dei fidi), potrà pignorare il suo conto corrente (rendendo impossibile il pagamento di dipendenti e fornitori), avviare i pignoramenti presso terzi (sono i crediti dei clienti, Equitalia ha il potere di arrivare anche lì) e far partire le ganasce fiscali su auto e van posseduti. "Non esiste più diritto alla difesa, devi versare che tu abbia torto o ragione".  Equitalia è stata autorizzata con sentenza di cassazione di fare ipoteche senza inviare notifica di avviso, ed è stata autorizzata a procedere alla vendita con la legge di stabilità votata 20 giorni fa dalle Camere. Entro 61 giorni dall'avviso - a prescindere dal fatto che l'avviso sia stato ricevuto o dorma in un ufficio delle Poste, in una Casa comunale - il contribuente o paga l'intera somma o contesta pagandone un terzo (più gli interessi maturati). Si deve saldare prima ancora dell'istruzione di un processo amministrativo che definisca chi ha ragione. Di fronte al ricorso del cittadino, per sei mesi gli agenti della riscossione non potranno avviare pignoramenti, ma potranno ipotecare una casa e bloccare un'auto. Se Equitalia, poi, si convince che c'è "fondato pericolo" di perdere il credito, ha il mandato per fare quello che crede: sequestrare una pensione, mandare un bene all'asta immobiliare. Se il colpito dimostrerà di avere problemi di liquidità - novità della terza e ultima rivisitazione - chiederà a un giudice tributario una sospensiva per fermare l'azione (per 150-180 giorni) oppure aderirà a un concordato (sconto con trattativa). 
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L’usura strozza gli italiani



il 25% va dai "compro oro", boom di sequestri: +1500%

La crisi mette sempre più alle strette le famiglie. A guadagnarci sono gli usurai i cui ricavi sono alle stelle.
Nel 2013 la Guardia di finanza ha condotto 266 operazioni e sequestrato patrimoni accumulati illecitamente per 167 milioni di euro, più del 1.500% rispetto al 2012. Non solo. Le Fiamme Gialle hanno denunciato ben 248 usurai. Di questi, 49 sono stati arrestati.
Le indagini di contrasto all’usura, cresciute del 40% rispetto all’anno scorso, segnano un’evoluzione del fenomeno a favore di una dimensione più associativa, con sodalizi criminali che danno luogo, in alcuni casi, a vere e proprie "strutture societarie" che esercitano attività finanziaria abusiva e usuraria nei confronti di commercianti, piccoli imprenditori e artigiani. Tra le più recenti operazioni Fiamme Gialle ricordano quella condotta a Rimini, in seguito alla denuncia di un imprenditore usurato, che ha portato all’arresto di un pluripregiudicato campano e di un ex-promotore finanziario calabrese. I due, in concorso con altri responsabili, hanno prestato denaro con interessi del 70-80% annuo garantiti mediante assegni post-datati e poi hanno costretto l’imprenditore a cedere il controllo della sua società, reinvestendone i ricavi in attività connesse al divertimento nella riviera. Il 7 agosto sono stati sequestrati, tra gli altri beni, un noto locale notturno di Riccione, un ristorante, un albergo e una sala bingo acquistati con i proventi dell’usura. A Reggio Emilia invece è stata scoperta un’organizzazione che, per mascherare il pagamento di interessi del 20% mensile, simulava fittizi rapporti commerciali con gli imprenditori in difficoltà e la restituzione del denaro veniva giustificata con fatture false.
Per contrastare all’usura, le Fiamme Gialle si avvalgono dell’azione di intelligence e di controllo economico del territorio, dell’approfondimento delle segnalazioni di operazioni finanziarie sospette generate dal sistema antiriciclaggio, delle indagini patrimoniali e di polizia giudiziaria nonchè dei rapporti con le associazioni antiracket e antiusura.
 

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Cambio vita, vado a vivere in Irlanda



ecco come orientarsi nella ricerca di lavoro

Per lavorare, imparare una lingua e divertirsi nell'isola più verde d'Europa, ecco cosa bisogna fare! L'Irlanda è il paese ideale per migliorare la propria conoscenza dell'inglese e vivere questa esperienza tra gente calda e simpatica. Rispetto agli inglesi, infatti, gli irlandesi sono più accoglienti e, cosa da non sottovalutare, il costo della vita è sensibilmente più basso che in UK. Chi sta pensando di passare l'estate in questo paese mantenendosi con un lavoretto, troverà qui tutte le informazioni necessarie

di Marta Ferrucci

Si parla sempre più spesso di "cervelli in fuga", persone brillanti che non trovano in Italia il giusto riconoscimento alla loro preparazione e decidono di cercare fortuna altrove. Meta di molti insoddisfatti che emigrano è l'Irlanda, paese accogliente con un'alta qualità della vita. In questa guida vi diamo qualche indicazione utile per sistemarvi  in questo paese, per un'esperienza estiva o per un progetto a più lunga scadenza.

L'Irlanda è il paese ideale per chi vuole migliorare la propria conoscenza dell'inglese e vivere questa esperienza tra gente calda e simpatica. Rispetto agli inglesi, infatti, gli irlandesi sono più accoglienti, cordiali e, cosa da non sottovalutare, in Irlanda il costo della vita è sensibilmente più basso che in UK. Chi sta pensando di passare l'estate in questo paese mantenendosi con un lavoretto, troverà qui tutte le informazioni necessarie.

L'Irlanda non dispone di una legislazione sul lavoro stagionale ma rimanda alla disciplina del settore lavorativo specifico. Prima di firmare un contratto è quindi importante leggerlo bene perchè è tutto specificato li: retribuzione, copertura assicurativa, assistenza sanitaria, orario di lavoro, scadenza del contratto.

I cittadini italiani possono circolare e soggiornare liberamente sul territorio irlandese e per lavorare durante un periodo massimo di tre mesi non è richiesto alcun permesso. Per soggiornare oltre i tre mesi bisogna chiedere la carta di soggiorno presso la locale stazione di polizia o, a Dublino, presso il Department of Justice. Qui andranno presentati i seguenti documenti: carta di identità o passaporto, quattro foto formato tessera, modulo per la richiesta del permesso di soggiorno, da ritirare e compilare in sede.
Anche se per un breve periodo, chi lavora in Irlanda deve munirsi del Personal Public Service Number , una specie di codice fiscale che si ottiene presentandosi presso uno degli uffici del Social Welfare con un documento di identità ed una prova di residenza temporanea (ad esempio una bolletta intestata).

Come trovare lavoro dall'Italia
Utilizzando il motore di ricerca di lavoro dell' Eures, il collocamento europeo, oppure consultando i seguenti siti: Monster, Hostelword, Jobfinder, Stepstone, Irishjobs, Recruitireland.

Trovare lavoro sul posto
> Agenzie di recruitment irlandesi
> Agenzie di lavoro interinale: Adecco.ie, Manpower.ie

I più importanti quotidiani irlandesi hanno una sezione dedicata alle offerte di lavoro con annunci consultabili anche online ( Irish Examiner, Irish Times, Irish Independent, Sunday Business Post, Sunday Tribune).

Il rimborso delle tasse pagate
Se lavorerete in Irlanda per meno di un anno, una volta tornati in Italia potrete chiedere il rimborso totale delle tasse pagate rivolgendovi al più vicino Revenue Offices (consultare l'elenco degli uffici e recarsi presso quello più vicino), l'ufficio delle imposte locale. Dal datore di lavoro, alla fine dell'impiego, dovrete farvi rilasciare il modulo P45, compilare il modulo P50 e firmare una dichiarazione che attesti la vostra intenzione di non lavorare in Irlanda per il resto dell'anno.

I settori in cui lavorare
> Agricoltura : fornisce opportunità di lavoro stagionale durante tutto l'anno. Per venirne a conoscenza spesso è indispensabile recarsi nel luogo di interesse; informazioni utili si possono reperire sul settimanale Irish Farmer's Journal, presso la Irish Farm Association o la Irish Organic Farmers & Growers Association.
> Alberghi, ristoranti, ostelli : questi settori hanno conosciuto una fortissima crescita negli utlimi anni ed offrono quindi numerose possibilità di impiego.
Siti di ricerca di personale per il settore ristorativo-alberghiero: www.eurostaffservices.com, www.hoteljobs.ie, www.crc-international.com.
Ostelli della gioventù: per informazioni rivolgersi all'An Oige, l'Irish Youth Hostels Association.
> Turismo : l'industria del turismo è una delle più sviluppate. Offerte di lavoro per il settore sono disponibili presso agenzie di recruiting specializzate come AA Appointments Recruitment Consultants, County Dublin, Irish Travel Agents Association.
Altro link utile: www.employireland.com.

Dove sistemarsi
Le possibilità di alloggio sono moltissime: appena arrivati la sistemazione più economica può essere un ostello della gioventù (tutti gli indirizzi sul sito dell' Irish Youth Hostels Association), un bed & breakfast oppure una sistemazione presso una famiglia del posto (una lista degli indirizzi è disponibile sul sito della Town and Country Association).

Avete in mano le informazioni di base per trovarvi un'occupazione temporanea in Irlanda. Il resto del lavoro dovrete farlo voi. In bocca al lupo!

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Vivere in Turchia




La Turchia e i visti

Da Paese a Paese
L’Italia fa parte di quei paesi che possono entrare in Turchia e starci tranquillamente fino a 3 mesi, senza bisogno di un visto, insieme alla Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Israele, Giappone, Nuova Zelanda, Corea del Sud, Svezia e Svizzera. In pratica, basta uno stampino sul passaporto all’arrivo e via, fatto!
Altri paesi possono entrare in Turchia per un massimo di 3 mesi con l’acquisto di un visto adesivo, che costa 20 TL: Australia, Belgio, Canada, Irlanda, Paesi Bassi, Norvegia, Portogallo, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti. Altri ancora, come i cittadini del Sud Africa, Ungheria, Polonia e molti paesi dell’Asia centrale e orientale, possono entrare e rimanere fino a un mese con l’acquisto del un visto adesivo, che si compra direttamente all’aeroporto internazionale Ataturk, nella “cabina visto” con l’omino visti dentro. Ai diretti interessarti: e’ meglio acquistarlo altrimenti sarete rispediti al settore doganale senza tante cerimonie…
Visti di lavoro / permessi
Il visti di lavoro dura un anno, e può essere richiesto dopo un contratto di lavoro firmato con un datore di lavoro turco, previa presentazione della domanda al Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale (MLSS) della Turchia.
Visti di studio e formazione
Gli stranieri possono richiedere il visto di studio e formazione dopo essersi iscritti ad una università turca, una scuola o un corso di lingua certificata dal Ministero della Pubblica Istruzione. I visti di istruzione sono in genere validi per un anno, e possono essere richiesti all’Ambasciata / Consolato turchi in Italia, presentando tutta la documentazione necessaria di persona.
Permessi di soggiorno
Per rimanere più a lungo in Turchia, prolungando i visti “speciali e specifici” che vi ho elencato sopra, si può ricorrere al permesso di soggiorno, soggetto all’approvazione del Ministero degli Interni. In questo caso, la persona deve ottenere un permesso di soggiorno. Le domande di permesso di soggiorno devono essere presentate al Dipartimento della Polizia Locale per stranieri (Emniyet Mudurlugu Yabancilar Subesi) entro 30 giorni dall’arrivo in Turchia, allegando tutti i documenti del caso, e spiegando le ragioni per cui si vuole rimanere in Turchia.

Per ogni domanda potete sempre rivolgervi al consolato italiano, ecco tutte le info:
CONSOLATO GENERALE DI ITALIA A ISTANBUL
Indirizzo: Tom Tom Kaptan Sokak, 5 – 34433 Beyoğlu
Tel: 0090 212 2431024/5, 2525437, 2513294, Fax: 2525879 – Fax sezione visti: 2922652
Apertura al pubblico: dal lunedì al venerdì dalle 9.15 alle 12.30. ~ Mercoledì apertura anche pomeridiana dalle 14.15 alle 16:15.
Orario d’ufficio: dal lunedì al giovedì dalle 8.30 alle 13.00 e dalle 13.30 alle 16.30. ~ Venerdì dalle 8.30 alle 14.30.
website: http://www.consistanbul.esteri.it/Consolato_Istanbul

 

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Banche usuraie


 


Banche usuraie, strozzinaggio legalizzato: «Interessi fino al 19mila per cento»

Nel 1993 viene concesso al titolare un mutuo chirografario di circa 30 milioni di lire, nel 1995 un secondo di 60 mesi da circa 100 milioni e nel 1999 un terzo da 90 milioni della durata di 120 mesi. Contro questo debito, che i piccoli imprenditori non saldano, la Bcc fa ricorso nel 2009 per ottenere una ingiunzione al pagamento. I gioiellieri per difendersi chiedono alla banca i dettagli sull’ esposizione. Da questi emergono circa 50 mila euro di interessi. I Carucci ottengono a loro volta l’ ok dal tribunale per una perizia. Risultati di parte? Dai documenti si evince a quel punto che i Carucci sono creditori della banca di 31mila euro per un conto corrente e di circa 36mila per l’ altro – cifre guadagnate dalla banca con i presunti tassi da usura. Facendo i conti salta fuori, infatti, il superamento della soglia d’ usura e che – secondo l’ accusa – quello che doveva essere un mutuo fondiario è invece servito per appianare i debiti di conto corrente.


Strozzinaggio legalizzato:«In banca interessi fino al 19mila per cento»

I 22 membri del cda della Bcc di Capaccio sono stati rinviati a giudizio dal tribunale di Salerno per aver applicato presunti tassi da usura. Con questa accusa sono comparsi davanti alla prima sezione penale il presidente e tutti i componenti del consiglio che si sono succeduti dal 1996 al 2002. (…) (…) Il pm contesta alla banca di aver ricevuto senza titolo un importo complessivo di poche migliaia di euro dal 1997 al 2009, applicando però interessi sugli interessi maturati in precedenza. Cifre che sembrano basse, ma con tassi di interesse che avrebbero superato mediamente il 60% e in alcuni trimestri raggiunto picchi del 3mila e del 19mila%. L’ origine della vicenda risale agli anni ’80, quando viene aperto il primo conto corrente da Pasquale Carucci, il titolare di una gioielleria di un paese vicino a Salerno. Nel 1992 ne viene aperto un secondo conto che resta in vita fino al 2002.
Nel 1993 viene concesso al titolare un mutuo chirografario di circa 30 milioni di lire, nel 1995 un secondo di 60 mesi da circa 100 milioni e nel 1999 un terzo da 90 milioni della durata di 120 mesi. Contro questo debito, che i piccoli imprenditori non saldano, la Bcc fa ricorso nel 2009 per ottenere una ingiunzione al pagamento. I gioiellieri per difendersi chiedono alla banca i dettagli sull’ esposizione. Da questi emergono circa 50 mila euro di interessi. I Carucci ottengono a loro volta l’ ok dal tribunale per una perizia. Risultati di parte? Dai documenti si evince a quel punto che i Carucci sono creditori della banca di 31mila euro per un conto corrente e di circa 36mila per l’ altro – cifre guadagnate dalla banca con i presunti tassi da usura. Facendo i conti salta fuori, infatti, il superamento della soglia d’ usura e che – secondo l’ accusa – quello che doveva essere un mutuo fondiario è invece servito per appianare i debiti di conto corrente.
«La banca in questione non è la prima né l’ unica sulla quale sono emersi problemi di tassi», spiega a Libero il dottor Francesco Leo dello studio Kipling specializzato in perizie di genere, «in questo caso i giudici hanno inteso approfondire la vicenda vagliando con accuratezza anche i complicati aspetti tecnici». L’ origine della causa è drammaticamente semplice. Spesso a una richiesta di rientro dagli affidamenti segue la revoca degli stessi e l’ impossibilità di far fronte alla normale gestione dell’ azienda. «L’ esposizione spesso cresce», prosegue Leo, «poiché il debito si autoalimenta fino a diventare insostenibile. A questo punto occorre indagare sulla effettiva consistenza del debito e sull’ eventuale applicazione di tassi eccedenti i limiti di legge. È qui che viene richiesta la consulenza della Kipling». Di fronte ai giudici la Bcc si difende dimostrando che i tassi applicati sono sempre stati coerenti con le direttive Bankitalia.
Così ora la partita si gioca davanti alla corte. Vedremo l’ esito del processo, anche sul fronte civile, ma un fatto resta rilevante. Proprio sui piccoli importi, i correntisti devono porre la massima attenzione e non trascurare di mettere mano alla propria calcolatrice. «Operiamo nel settore da oltre vent’ anni. La differenza con il passato è che oggi c’ è più consapevolezza da parte delle imprese rispetto alla tenuta dei rapporti», conclude Leo, «tuttavia i problemi sono sempre i medesimi». I numeri sui contenziosi però aumentano. Da un lato lebanche chiudono i rubinetti, dall’ altro le aziende puntano a ottimizzare i costi del credito. Solo a giugno sono stati citati in tribunale due istituti. A Sassari il titolare di una concessionaria di auto ha chiesto lumi su tassi che avrebbero sforato il 20%, mentre a Bologna un piccolo commerciante di ortofrutta si è messo contro una locale banca popolare. Quando il commerciante si vede ritirare i fidi e non riesce a ottenere il pagamento delle proprie fatture, per evitare il fallimento cerca la transazione. Tutti i debitori accettano. Tranne la banca che rifiuta un accordo sull’ 80% dell’ importo. A quel punto l’ avvocato del commerciante fa verificare gli interessi sui conti correnti a partire dal 1996. Risultato? Decideranno i giudici ma potrebbe toccare alla banca restituire i soldi al commerciante e non viceversa.

 

 

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CANCELLIERI - NAPOLITANO

CANCELLARE LA CANCELLIERI E’ PERICOLOSO - BELPIETRO: “NAPOLITANO L’HA INCOLLATA ALLA POLTRONA NEL TIMORE CHE IL SUO LICENZIAMENTO SI TRASFORMI NEL LICENZIAMENTO DELL’INTERO GOVERNO”

Rimpiazzare il ministro della Giustizia potrebbe infatti dare il via a un rimpasto dell’intero esecutivo, un po’ perché ci sono molti pretendenti per la casella che potrebbe lasciare libera la Cancellieri, un po’ perché, dopo la scissione del Pdl, gli alfaniani hanno quasi più ministeri che parlamentari…

Maurizio Belpietro
Sul caso Cancellieri i magistrati di Torino hanno scelto di non decidere e di lavarsene le mani come dei Ponzi Pilati qualsiasi. L'apertura di un fascicolo senza ipotesi di reato e senza l'iscrizione del Guardasigilli nel registro degli indagati è un modo per prendere tempo, facendo il minimo indispensabile - anzi, forse meno del minimo - di quanto è richiesto per chiarire la vicenda.
travaglio e belpietro xtravaglio e belpietro x Il trasferimento a Roma del fascicolo poi completa l'opera, perché in tal modo non solo la Procura del capoluogo piemontese si chiama fuori, ma addirittura fa in modo che la soluzione del caso in cui è coinvolto il ministro della Giustizia non sia giudiziaria ma politica. Infatti, prima che gli atti vengano inviati da Torino alla Capitale ci vorranno giorni e giorni, e altri ne serviranno ai magistrati incaricati per poter studiare le carte.
Dunque per sapere se, interrogata dai pm, la Cancellieri sia stata esaustiva o reticente e dunque se abbiamo un ministro irreparabilmente compromesso alla guida di via Arenula si dovranno attendere settimane se non mesi. Risultato: se qualcuno sperava di vedere il Guardasigilli presentarsi con la lettera di dimissioni prima che venisse posta ai voti la mozione di sfiducia presentata contro di lei dal Movimento Cinque Stelle ha sbagliato i conti.
MAURIZIO BELPIETROMAURIZIO BELPIETRO Nostra signora dei miracoli (per Ligresti) è intenzionata a rimanere aggrappata alla sedia, anche perché Giorgio Napolitano l'ha incollata alla poltrona nel timore che il suo licenziamento si trasformi nel licenziamento dell'intero governo. Rimpiazzare il ministro della Giustizia potrebbe infatti dare il via a un rimpasto dell'intero esecutivo, un po' perché ci sono molti pretendenti per la casella che potrebbe lasciare libera la Cancellieri, un po' perché, dopo la scissione del Pdl, gli alfaniani hanno quasi più ministeri che parlamentari.
NAPOLITANO E CANCELLIERINAPOLITANO E CANCELLIERI Insomma, a toccare il posto del ministro che sussurrava ai Ligresti si rischia di far venir giù tutto, con le inevitabili conseguenze: cioè che morto un governo non se ne riesca a fare un altro, in quanto la costruzione dell'esecutivo potrebbe intrecciarsi con la distruzione del Pd ad opera di Matteo Renzi, il quale, appena vinte le primarie (successo ormai dato per scontato, visto anche il risultato conseguito nei circoli) avrà come obiettivo principale quello di mandare a casa Letta.
E fin qui i calcoli di Napolitano, del presidente del Consiglio, di Renzi e dei compagni del Pd. Tuttavia, anche se per ragioni di stabilità ci sono molti motivi che inducono a puntellare la ministra di casa Ligresti, per motivi politici è altrettanto difficile giustificare la sua permanenza alla guida di un ministero tanto delicato.
NAPOLITANO E CANCELLIERINAPOLITANO E CANCELLIERI Anzi, il buon senso spingerebbe ad allontanarla il più in fretta possibile, perché comunque vada dal punto di vista giudiziario, la sua immagine e il suo prestigio al vertice della Giustizia sono ormai compromessi per sempre. È vero, nessuno sa dire con precisione che cosa abbia fatto la Cancellieri una volta informata dello stato di salute di Giulia Ligresti.
Lei nega di aver fatto pressioni affinché la figlia dell'amico venisse scarcerata, sta di fatto che la donna è uscita di cella e che per lei, all'improvviso, all'interno dell'amministrazione carceraria c'è stata molta premura e attenzione mentre non risulta altrettanta sollecitudine per altri detenuti. Niente di penalmente rilevante? Sì, però c'è il sospetto che la Guardasigilli non abbia detto tutto ai magistrati: non diciamo che abbia mentito, ma semplicemente che sia stata svagata, anzi forse perfino un po' imprecisa riguardo a una certa telefonata.
letta napolitano xletta napolitano x La Procura, come detto, non l'ha indagata ma ha spedito gli atti a Roma, passando la patata bollente ai colleghi. Ma che sia indagata oppure no, che rimanga incollata alla poltrona dalle contingenti ragioni di stabilità, comunque la Cancellieri è ormai una ministra dimezzata. Un po' perché a lei tocca per competenza l'esercizio dell'azione disciplinare nei confronti dei magistrati, e se lei stessa è in discussione immaginiamo come potrà discutere di un giudice che abbia commesso un illecito o sia venuto meno ai suoi doveri.
E poi perché, da ora in avanti, il suo caso sarà sempre accostato a quello del Cavaliere, per il quale è stata usata la mano pesante non per nove telefonate (le sei del marito più le tre della signora), ma per una. Come fa un partito che si dichiara democratico e che si dice rispettoso dell'ordinamento, oltre che della morale politica, a votare la decadenza di Berlusconi dal Senato e a bocciare la decadenza del Guardasigilli dal governo?
LETTA E napolitanoLETTA E napolitano Come dicevamo il «proscioglimento » da parte della Procura di Torino, lungi dall'assolvere Annamaria Cancellieri, se rinvia la questione giudiziaria lascia aperta quella politica. E qui non c'è escamotage che tenga. Né - come hanno fatto i magistrati - i parlamentari possono fare i Ponzi Pilati.


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