"Mentre
camminavano conversando, ecco un carro di fuoco e cavalli di fuoco
si interposero fra loro due. Elia
salì nel turbine verso il cielo" (2Re 2,11).
(a cura di Claudio Prandini)
CITTA' DEL VATICANO (13 maggio) - «È possibile credere in
Dio e negli extraterrestri», «si può ammettere l'esistenza di altri mondi e
altre vite, anche più evolute della nostra, senza per questo mettere in
discussione la fede nella creazione, nell'incarnazione e nella redenzione». Parola
di padre José Gabriel Funes, direttore della Specola vaticana, l'Osservatorio
astronomico della Santa Sede, che in un'interivsta all'Osservatore Romano ha
parlato anche della possibilità dell'esistenza di altre forme di vita
nell'universo.
«Come esiste una molteplicità di creature sulla terra - ha
affermato il gesuita - così potrebbero esserci altri esseri, anche
intelligenti, creati da Dio. Questo non contrasta con la nostra fede, perché
non possiamo porre limiti alla libertà creatrice di Dio. Per dirla con san
Francesco - ha argomentato - se consideriamo le creature terrene come fratello
e sorella, perché non potremmo parlare anche di un fratello extraterrestre?
Farebbe parte comunque della creazione».
A proposito dei problemi che l'esistenza di altri mondi
porrebbero al concetto di redenzione, l'astronomo vaticano ha osservato che «se
anche esistessero altri esseri intelligenti, non è detto che essi debbano aver
bisogno della redenzione. Potrebbero essere rimasti nell'amicizia piena con il
loro Creatore». E se fossero peccatori, anche loro potrebbero contare nel
perdono di Dio.
Padre Funes si è pronunciato anche su rapporto tra gli
astronomi e la fede. Anche se «molti astronomi non perdono occasione per fare
pubblica professione di ateismo» ha rimarcato «è un po' un mito ritenere che
l'astronomia favorisca una visione atea del mondo. Mi sembra - ha aggiunto -
che proprio chi lavora alla Specola offra la testimonianza migliore di come sia
possibile credere in Dio e fare scienza in modo serio».
L'astronomo gesuita ha confermato che la nuova sede della
Specola, nel monastero delle basiliane ad Albano, dovrebbe essere pronta fra
circa un anno. Lì, al confine tra le Ville Pontificie e Albano, si
trasferiranno gli studi, i laboratori e la biblioteca della Specola, dalla
attuale sede storica nel Palazzo apostolico di Castel Gandolfo. (Fonte web)
"Mentre passavano, Elia disse a Eliseo: «Domanda che
cosa io debba fare per te prima che sia rapito lontano da te». Eliseo rispose:
«Due terzi del tuo spirito diventino miei». Quegli soggiunse: «Sei stato
esigente nel domandare. Tuttavia, se mi vedrai quando sarò rapito lontano da
te, ciò ti sarà concesso; in caso contrario non ti sarà concesso». Mentre
camminavano conversando, ecco un carro di fuoco e cavalli di fuoco si
interposero fra loro due. Elia salì nel turbine verso il cielo" (2Re
2,9-11).
INTRODUZIONE
"Nei giorni 25 e 26 di Luglio 2009 ha
avuto luogo in Spagna un evento che rappresenterà un importante precedente per
il movimento esopolitico europeo.
Barcellona, infatti, è stata la sede
di uno storico incontro tra i maggiori esponenti dell’esopolitica mondiale che
si sono riuniti per fare il punto sullo stato del cover-up ancora oggi imposto
da molti governi europei e da quello degli Stati Uniti in merito alla presenza
extraterrestre.
Tutti i relatori che si sono
alternati in questa storica conferenza sono noti ricercatori nel campo
esopolitico modiale: Paola Harris (USA), Alfred Webre (Canada), Steven Bassett
(USA), Steven Greer (USA), Frederik Uldall (Danimarca), Robert Fleischer
(Germania), Klaus Dona (Austria), Michael Salla (Australia), Nick Pope (Gran
Bretagna), Maurizio Baiata (Italia), Jean Charles Duboc (Francia), Pépon Jover
(Spagna).
Pépon Jover, direttore di
esopolitica Spagna ha così commentato questa importante iniziativa:
“Viviamo in un momento storico di
profonda trasformazione della coscienza sociale, molti cambiamenti stanno già
avvenendo e molti altri sono all’orizzonte. Tutte le trasformazioni implicano
inevitabilmente delle crisi profonde e quella attuale sta minando le basi stesse
della nostra civiltà. Eppure, proprio ora ci viene offerta una opportunità senza
precedenti per avvicinarci ad un nuovo paradigma di sviluppo. La responsabilità
di metterci in gioco per dare un nuovo corso alla storia finalmente riguarda noi
e soltanto a noi, abitanti di questo pianeta. Il Paradigma dell’Esopolitica è il
modello del Ventunesimo Secolo che stabilisce che la vita non è confinata alla
nostra presenza nello spazio, come si è creduto finora, ma è presente ben oltre
i limiti della nostra orbita.
Questa nuova consapevolezza modifica
radicalmente tutte le nostre convinzioni sulla vita e trasforma le fondamenta
della nostra civiltà. Come ha detto Alfred L. Webre “Può darsi che la realtà del
nostro pianeta sia ben diversa, può darsi che noi, suoi abitanti, ci crediamo
completamente isolati mentre intorno a noi fiorisce e si sviluppa in maniera
altamente organizzata una super Società Interplanetaria, Intergalattica e
multidimensionale.” Se questa ipotesi è fondata, e ormai disponiamo di prove
sufficienti per affermarlo, le implicazioni per la nostra civiltà sulla Terra
sono profonde e innumerevoli.
Già molti paesi come la Francia, l’Inghilterra, il Canada, l’Irlanda, la
Danimarca, l’Ecuador, il Messico, il Brasile, il Cile e il Perù hanno aperto al
pubblico e stanno aprendo i loro archivi un tempo segreti sugli Oggetti Volanti
Non Identificati. Il portavoce del Governo Giapponese, Nobutaka Machimura, il
19/12/2007 ha detto senza mezzi termini di credere “definitivamente”
all’esistenza degli UFO. Recentemente, (13/05/2008) il Vaticano ha dichiarato
che la fede cristiana non è in conflitto con il credere agli extraterrestri.
Molti astronauti hanno affermato di fronte alla stampa, come il Dott. Edgar
Mitchell il 24/07/2008, che il contatto con gli extraterrestri è già avvenuto.
Nick Pope, importante personalità che ha studiato gli UFO per conto del Governo
Inglese, ha dichiarato il 26/01/2009 che dagli anni ‘80 il suo governo ha dato
ordine ai propri piloti militari di abbattere gli UFO senza, peraltro, alcun
risultato.
Potremmo continuare all’infinito con le citazioni di tali notizie
internazionali, ormai appare chiaro che è in atto un fondamentale cambiamento
nel modo in cui gli organi di stampa affrontano la questione della vita
extraterrestre.
Siamo alla vigilia della scoperta
che non siamo soli nell’Universo e che non lo siamo mai stati. Durante tale
vigilia dobbiamo affrontare grandi sfide sociali e planetarie e il Paradigma
Esopolitico può fornirci i mezzi giusti per affrontare i nuovi modelli di
sviluppo necessari. Albert Einstein diceva “Non possiamo risolvere i problemi
ragionando allo stesso modo di quando li abbiamo creati”. Per questo motivo il
Paradigma dell’Esopolitica implica una evoluzione della Coscienza che ci offrirà
le strategie e gli aiuti necessari a risolvere i problemi con cui dovremo
fronteggiarci.”
A conclusione del Summit, proprio per dare il segno di un impegno concreto a
favore della cosiddetta “disclosure” sul fenomeno UFO, si è approvato un
documento in cui si chiede al Parlamento Europeo di impegnarsi nella creazione
di una Agenzia Europea per studio del fenomeno UFO e delle questioni
Extraterrestri".
Ma a Barcellona si è parlato anche
del nostro satellite naturale, la Luna. Non la Luna degli innamorati ma la Luna
come probabile base di presenze aliene nascoste nella faccia nascosta del
satellite. La Nasa e il governo americano sarebbero da anni a conoscenza di
queste basi, ma il tutto sarebbe stato tenuto segreto all'opinione pubblica.
Guardate questo video....
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Costruzioni rinvenute sulla Luna che
rappresentano probabili cunicoli di entrata per i mezzi volanti
extraterrestri - Ingrandimento
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Nel fare delle scoperte inoppugnabili che
riguardano l’esistenza di una civiltà sul nostro satellite, ci si domanda se gli
scienziati, gli astronomi, anche dilettanti, non si siano accorti di una
presenza così vitale e ingombrante, testimoniata senza dubbio da segni
inoppugnabili che rappresentano tutto quello che il potere temporale non
vorrebbe mai riconoscere né tanto meno divulgare a livello ufficiale. Spesso si
dice: se c’è fumo, ci dovrà pur essere dell’arrosto!
Da quando sono cominciate le spedizioni lunari, si è avuto poi un altro potente
dubbio: perché la NASA e il Governo degli Stati Uniti hanno speso e stanno
spendendo centinaia di miliardi di dollari per una semplice e pura curiosità
scientifica?
Dall’altra parte, l’Unione Sovietica aveva ingaggiato una lotta simile per la
conquista dello spazio, soprattutto della Luna, che aveva soltanto uno scopo
apparentemente politico e militare.
Mi viene logico pensare che doveva esserci qualche cosa in più. Qualche cosa che
il popolo non doveva assolutamente sapere ma che il potere doveva fare o
conoscere ad ogni costo.
Nel documentarmi sulla storia della ricerca lunare, ebbi occasione di leggere
uno dei più dettagliati libri sull’argomento. Si trattava di quello scritto da
Antonio Ribera, dal titolo “I dischi volanti esistono…?”. In appendice vi
compariva una lista delle osservazioni e dei fatti che riguardavano la Luna da
far rimanere sconcertati, perché il nostro satellite non è mai stato un mondo
morto, come ci hanno fatto conoscere con l’educazione scolastica.
Dal XVIII Secolo, in effetti, sono stati segnalati alcuni episodi inverosimili:
-
Il 22 ottobre 1790, Herschel, durante
un’eclisse totale di Luna, vide diversi punti brillanti e luminosi, piccoli e
rotondi.
-
Il 7 Marzo 1794, il dottor William
Wilkins, di Norwich, vide una luce simile ad una stella sulla parte scura del
disco lunare; durò 15 minuti ed era visibile ad occhio nudo.
-
Nel 1783,1787 e 1821, Herschel vide
luci brillanti sopra la Luna ed intorno ad essa.
-
Il 7 Settembre 1820, molti osservatori
francesi videro, durante un’eclisse lunare, strani oggetti che si muovevano in
linea retta, come se stessero compiendo movimenti, tipo manovre militari per
la loro precisione degli spostamenti e delle evoluzioni.
-
Il 9 Aprile 1867, Thos G. Elger
comunicò all’”Astronomical Register” di aver visto fiammeggiare
improvvisamente una parte scura della Luna come una stella di settima
grandezza. Il fenomeno durò dalle 7,30 della sera fino alle 9,30. Secondo il
testimone, non era la prima volta che vedeva luci sulla Luna, ma mai erano
state così chiare.
-
7 Agosto 1869, il prof. Swift di Matton
(Illinois), vide durante un’eclisse di Sole alcuni oggetti attraversare la
Luna 20 minuti prima della totalità dell’eclisse. In Europa, i professori
Hines e Zentmayer comunicarono a Les Mondes di Parigi, di aver visto anch’essi
tali oggetti che sembravano viaggiare in linee rette parallele. Il “Journal of
the Franklin Institute” registrò un’osservazione identica.
-
13 Maggio 1870, luci che variavano in
numero, secondo gli osservatori inglesi, furono viste sul cratere Platone. Le
luci si accendevano e si spegnevano alternativamente.
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1874, il signor Lamey, in l’”Annèe
Scientifique”, descrive un gran numero di corpi neri attraversare la Luna.
-
1874, Rankin testimonia di aver
osservato punti luminosi durante l’eclisse di Sole.
-
24 Aprile 1877, il professor Schafarik,
di Praga, osservò un oggetto di un bianco accecante che attraversava
lentamente il disco lunare e usciva da esso.
-
20 Febbraio 1877, il signor Trouvelot,
dell’”Osservatorio di Meudon” (Parigi) vide nel cratere Eudoxus una sottile
linea luminosa, come un filo teso sul cratere.
-
marzo 1877, sull’”Astronomical Register”
inglese fu riportato di una luce brillante sopra il disco lunare nel cratere
Proclus; lo stesso mese ne apparve un’altra nel cratere Picard.
-
21 marzo 1877, C. Barrett, astronomo
inglese, vide una luce brillante sul cratere Proclus.
-
21 Marzo 1877, il professor Henry
Harrison di New York, vide una luce sulla parte oscura della Luna.
Contemporaneamente Frank Dennett dall’Inghilterra, vide un piccolo punto
luminoso nel cratere di Bessel.
-
23 Novembre 1877, il dottor Klein
comunicò al quotidiano scientifico francese “L’Astronomie”: “Vidi un triangolo
luminoso sul fondo del cratere Platone”. La stessa notte dell’osservazione di
Klein, alcuni astronomi statunitensi videro misteriosi punti di luce dirigersi
verso Platone da altri crateri lunari, che si disposero a triangolo sopra il
cratere Platone.
-
27 Settembre 1881, oggetto luminoso si
muove attraversando la Luna. È stato visto dal dottor Prescott in Arizona, dal
dottor Warren E. Davy e da G.O. Scott, sempre in Arizona il 7 Marzo.
-
Tra il 21 Febbraio 1885 e il 19
Dicembre 1919, i fenomeni visti in vari crateri lunari comprendono: fumo
rossiccio; un oggetto curvo come uno scudo; una zona nera che diventa bianca;
qualcosa come un cavo luminoso nel cratere Aristarco; due luci l’11 Maggio
1885 che ripetono esattamente l’11 Maggio dell’anno seguente macchia nerissima
con bordo bianco; macchia nera nel centro del cratere Copernico; oggetto nero
come l’inchiostro sul bordo del cratere Aristarco; macchie nerissime sui
crateri Lexall e Littrow.
-
15 Novembre 1899, da Dourite nella
Dordogna (Francia), fu vista alle sette del pomeriggio un’enorme “stella”
bianca, rossa e azzurra che si muoveva come una cometa vicino alla Luna.
-
10 Maggio 1902, il colonnello Markwick
dal Devon meridionale vide molti oggetti colorati, come piccoli soli, che si
muovevano in cielo vicino alla Luna.
-
26 Novembre 1910, da Besancon fu visto
come un imponente razzo partire dalla Luna durante un’eclisse di questa (La
Nature-Francia). Nello stesso giorno, il “Journal of the British Association
for the Advancement of Science” comunicò che era stata vista una macchia
luminosa sopra la Luna durante l’eclisse.
-
27 Gennaio 1912, F.B. Harris comunicò
alla rivista inglese “Popular Astronomy” di aver visto sulla Luna un oggetto
scurissimo di circa 250 metri di lunghezza e 150 di larghezza, simile ad un
immenso corvo posato.
-
29 Agosto 1917, oggetto brillante che
si muove sopra il disco lunare (Bollettino della Società Astronomica di
Francia).
-
14-21 Giugno 1959, per varie notti
consecutive Francesco Almor, illustre membro della “Società Astronomica Aster”
di Barcellona, e molti altri suoi colleghi osservarono il passaggio di uno
strano oggetto, o meglio un’ombra ellittica sul disco della Luna. La
traiettoria dell’oggetto andava da sud a nord e oscillava ogni 15 secondi
esatti ricomparendo esattamente ogni 35 minuti. Probabilmente l’oggetto si
trovava ad una distanza dalla Luna di circa 2000 Km ed aveva un diametro di
circa 35 Km. Ci fu gran sorpresa e meraviglia tra tutti gli studiosi. Così
come bruscamente era apparso, allo stesso modo l’oggetto scomparve dopo il 21
Giugno.
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Il ponte
lunare sul "Mare Crisium".La presenza dell’arco è resa evidente dalla sua
ombra con illuminazione proveniente da est.
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Non c’è dubbio, dunque, sul fatto che la
Luna sia stata teatro di strani avvenimenti e che probabilmente costituisca già
da molto tempo una base d’appoggio per le civiltà extraterrestri. Ma l’episodio
più interessante, proposto dagli astronomi, risale all’anno 1954.Proprio in quel
periodo la Luna salì sugli onori della stampa quotidiana poiché il noto
selenologo H.P. Wilkins, in una trasmissione radiofonica nazionale inglese, ebbe
modo di intrattenere gli ascoltatori su vari aspetti del nostro satellite e
nell’occasione rivelò la scoperta di un gigantesco ponte “naturale”.
La notizia era abbastanza insolita ma acquistò notevole valore perché il dottor
Wilkins era ben noto nel campo scientifico per la sua grande mappa lunare (7,5
metri di diametro) che gli era costata ben 25 anni di lavoro. Questo fatto
“marginale” gli diede la notorietà, giacché il dettaglio lunare innescò una
serie di rappresentazioni tanto pittoresche quanto immaginose da attribuirgli
dimensioni fantastiche e né mancò chi pensò di addossare la sua costruzione ai
Seleniti, gli antichi abitatori lunari.
Il ponte era stato localizzato sulle rive orientali del “Mare Crisium”, situato
presso il bordo occidentale della Luna e ben noto per la sua forma regolare. A
metà circa delle sue rive orientali, in prossimità del luminoso cratere Proclus,
che diffonde la sua corona di larghi raggi su gran parte del fondo cupo e
vellutato del “mare”, si notano due prominenze rocciose che si fronteggiano, che
nei piccoli strumenti appaiono rigorosamente simmetriche e che prendono il nome
di “Promontorium Olivium” e “Promontorium Lavinium”.
Il paesaggio intorno non è molto tormentato. Ad ovest affiorano, dalla coltre
scura del “Mare Crisium”, ruderi di un piccolo circolo parzialmente sepolto, “Yerkes”,
accompagnato da una bassa scogliera diretta al nord che lo collega ad un piccolo
cratere, ma assai profondo, “Yerkes E”.
I due promontori non sono nettamente separati: un gruppo di dettagli molto
delicati li congiungono ed uno di questi è il ponte.
Pochi giorni dopo la Luna Piena, secondo le osservazioni di Wilkins, l’ombra del
ponte si proietta nettamente sul tratto scuro ed uniforme che sta tra i
promontori e Yerkes.
Com’era nata questa scoperta? Wilkins, ai primi di Agosto del 1953, ricevette
una lettera da J.J. O’Neill, redattore scientifico del “New York Herald
Tribune”, che gli annunciava di aver scoperto il 28 Luglio, per mezzo di un
rifrattore di 100 mm, un gigantesco ponte naturale sulle rive del Mare Crisium,
collegante due montagne separate da un intervallo di circa due miglia. O’Neill
chiedeva conferma della sua scoperta e Wilkins non poté far altro che
confermare, nonostante fosse abbastanza scettico inizialmente.
Anche l’astronomo P. Moore, coinvolto
nella questione, confermò la presenza del ponte.
Sta di fatto che Wilkins diede altri dettagli: il ponte era una formazione
chiara, lineare, molto sottile, avente un’arcata di circa tre chilometri di
lunghezza, aderente ad una formazione ad essa parallela dal lato orientale, che
sembrava essere una parte di un anello semidistrutto e che è considerevolmente
più alta del “ponte” stesso.
L’osservazione del ponte è assai difficoltosa data la brevità d’illuminazione
del Sole, che permette di individuare i dettagli ma soprattutto le ombre.
Naturalmente non mancarono le critiche alla scoperta e la più bellicosa fu
formulata dall’autorevole rivista americana “Sky and Telescope” che cercò
proprio di smentire la notizia.
Non c’è da meravigliarsi se all’epoca gli americani cercassero di contrastare
qualsiasi notizia che potesse far credere nell’esistenza di altre civiltà, anche
se la maggior parte di coloro che si espressero sul ponte non dettero certezze
assolute. Si limitarono ad affermare che il ponte presentava un interesse
eccezionale dal punto di vista selenologico, che sarebbe dovuto sfociare in un
enigma riguardante proprio la sua costruzione, da ritenersi essenzialmente
d’origine vulcanica.
Certo che questo è un caso significativo, ma non è il solo. Vediamo altre
interessanti anomalie:
-
Il 29 Marzo 1939, viene osservato un
debole bagliore all’interno del cratere Copernico ed il gruppo di collinette
vicino al centro non mostra i soliti contorni ben definiti, ma offuscati come
se ci fosse della nebbia.
-
Il 19 Ottobre 1945, ancora Patrick
Moore vide due punti luminosi brillare come stelle sulla parete del cratere
Darwin, di solito molto scura.
-
Il 20 Giugno 1948, nel cratere
Philolaus, verso nord-ovest, Raurn osservò, per oltre 15 minuti, dei bagliori
con una tenue colorazione rossastra.
-
Il 2 Agosto 1948, Patrick Moore se ne
stava a guardare il “Mare Crisium”, con lo scopo di disegnare una mappa
dettagliata, quando si accorse che nel lato occidentale, presso Capo Agarurn,
la cosa gli si presentò abbastanza difficile. Con grande stupore notò che la
zona era ricoperta da una sostanza luminescente simile a nebbia.
-
Il 28 Ottobre 1963, Barr e Greenacre
osservarono tre punti nella zona dei crateri Herodotus e Aristarcus:
brilleranno di una luce rosso-arancio per cinque minuti.
-
Il 17 Luglio 1969, in contemporanea con
l’Osservatorio di Bochum, gli astronauti Armstrong e Aldrin, a bordo
dell’Apollo 11, osservarono un punto luminoso accendersi nella zona del
cratere Aristarcus.
Ci sono state poi notizie di cambiamenti
topografici del suolo lunare.
Sempre vicino al bordo del “Mare Crisium”, il noto ricercatore Schröeter aveva
osservato un cratere di circa 36 Km di diametro, che chiamò “Alhazeen”, mentre
al giorno d’oggi si possono notare nient’altro che depressioni mal definite tra
due picchi, ma nessuna traccia di “Alhazeen”.
Le sorprese però non finiscono qui perché ci sono anche le scomparse di altri
crateri.
Ad esempio c’è la famosissima storia del cratere “Linneo”.
Nel 1788 Schröeter descrisse Linneo come una piccolissima macchia rotonda,
luminosa e senza una struttura craterica evidente.
Riccioli, nella sua mappa del 1652, lo descrisse però come un riconoscibile
cratere di dimensioni apprezzabili.
Nel 1824 Lohrmann gli attribuì un diametro di ben 7 Km, mentre J. Schmidt, nel
1843, lo descrisse con un diametro di ben 11 Km e addirittura nel 1866 ne
annunciò la sparizione.
Nel corso degli anni il diametro di Linneo viene osservato avere 880 metri sino
al valore attuale, stimato in circa 1200 metri.
Queste continue variazioni hanno certamente creato un nuovo enigma negli
studiosi lunari, ma ammontano oramai a più di 1500 i casi del genere che possono
essere spiegati con ipotesi non naturali.
Il mondo astronomico li ha catalogati col nome di “Fenomeni Lunari Temporanei” (FLT)
e si pensa che essi possano essere causati da eruzioni vulcaniche o da semplici
fuoriuscite di gas dovute a smottamenti del suolo come conseguenza della forte
variazione di temperatura tra le zone in ombra e quelle esposte al sole.
Nel Novembre del 1958 l’astronomo sovietico Kozyrev, mentre svolgeva la sua
attività presso l’Osservatorio Astrofisico della Crimea, notò che il picco
centrale del cratere “Alphonsus” divenne molto lucido e di colore rossastro.
Dopo circa due ore il picco assunse un aspetto bianco brillante e poi tornò alla
normalità.
Attraverso studi comparati, Kozyrev dedusse che si era verificato un fenomeno di
vulcanesimo, con espulsione di polveri ed emissione di gas d’origine magmatica.
Il tutto corrispondeva a poche centinaia di migliaia di metri cubi.
Molti anni più tardi la NASA ammise che la Luna fosse un “pianeta” relativamente
morto per quanto riguardava il vulcanesimo attuale. Allora quali spiegazioni si
possono dare a questo tipo di evento?
Gli scienziati continuarono a scervellarsi, cercando disperatamente di trovare
una spiegazione naturale del FLT. Viene però spontaneo chiedersi se si fosse
trattato di un fenomeno naturale, non ancora conosciuto alla nostra scienza.
Cerchiamo ora di esporre altri fatti misteriosi tratti da osservazioni lunari,
in particolare con l’avvento dell’astronautica. Per arrivare a quest’obiettivo
reputo il libro, scritto da George H. Leonard, “Qualcun altro è sulla Luna”, una
pietra miliare di sicuro interesse, anche perché l’autore analizza le numerose
foto acquisite con le esplorazioni lunari. Inizia la sua ricerca con una
scoperta clamorosa: nell’area compresa tra i crateri Bullialdus e Lubinicky vi è
una macchina gigante straordinaria, accompagnata da un’incastellatura che ha
tutta l’aria di essere un generatore che potrebbe sfruttare l’energia solare o
energie a noi sconosciute. Leonard inoltre elenca e discute tutta una serie
d’anomalie riscontrate nelle varie foto:
Il 26 Agosto 1966 la sonda americana
“Orbiter 1″ scattò una serie di foto sulla faccia nascosta della Luna. In una di
queste si evidenziava la presenza di un cratere largo una cinquantina di Km fuso
con le pareti di un cratere più piccolo. I crateri in discussione avevano
indiscutibilmente la forma di un ottagono.L’autore ha scoperto attività di
vaporizzazione e nebulizzazione in prevalenza sulla faccia nascosta della Luna.
Un esame più ravvicinato dell’area “Bullialdus-Lubinicky” e di “Tycho”, rivela
la presenza di più servomeccanismi a X, di più di un cratere ad imbuto in corso
di lavorazione e naturalmente di più segnali a croce sul bordo del cratere. Egli
trae, da questi fatti, alcune conclusioni interessanti ed in particolare pensa
che crateri di determinate dimensioni e con una forma caratteristica non si
siano formati per impatto meteorico, o per fenomeni vulcanici o per altre cause
naturali, ma grazie all’attività consapevole ed intelligente dei Seleniti.
Precisa, infine, che parte del terreno che presenta il cosiddetto “effetto
stagno” non è una reliquia di un remoto passato ma l’effetto dell’azione
vaporizzante dei servomeccanismi fatti a X. Con un insieme d’attrezzature aventi
un raggio d’azione che supera almeno 40 volte quelle usate sulla Terra, i
Seleniti sono impegnati a polverizzare una montagna alta quasi 5800 metri.
Di
questo fatto Leonard dà spiegazioni dettagliate.Analizzando con molta cura le
foto realizzate dalla sonda “Ranger VII”, Leonard si è accorto che il suo
impatto lunare (31 Luglio 1964) era avvenuto a circa 350 chilometri dal cratere
“”Bullialdus”, guarda caso dove era stata già notata un’imponente
apparecchiatura collegata ad un generatore e dove si era registrata un’intensa
attività sismica. Una delle foto, che aveva sconcertato gli scienziati della
NASA, mostrava sei oggetti costruiti con notevole maestria ed una nuvola di
foschia o di vapore che fuoriusciva da una protuberanza a forma di torretta.
Leonard ha dedotto subito che la sonda “Ranger VII” fosse stata programmata per
individuare proprio questo bersaglio e scoprire così il grande mistero. Ha
dichiarato poi che la zona era molto probabilmente un parcheggio per cosmoaerei
all’esterno di una delle entrate principali di una città sotterranea. Egli
afferma ancora che esaminando più da vicino un determinato tratto di terreno
lunare, ha la sensazione di trovarsi davanti a lavori di mimetizzazione, a
contraffazioni, ad una messinscena, probabilmente perché i Seleniti non vogliono
presentarci la superficie lunare com’è veramente.Lo studio di molte foto lunari
lo porta a considerare il fenomeno dei solchi scavati dai massi che sono
rotolati lungo il pendio di qualche rilievo.
La NASA stessa ha ammesso di non
poter dare alcuna spiegazione sulla causa che ha fatto rotolare i massi. Leonard
si chiede: ma sono stati proprio quei massi a scavare i solchi? Nel continuare
la ricerca egli ha scoperto che nella foto 67-H-1135 l’oggetto più piccolo che
vi compare ha lasciato una scia, che è la più lunga di tutte, ed è uscito da un
cratere prima di continuare la corsa giù per la collina. E sul masso in
questione s’intravede un disegno simmetrico. Un messaggio dei Seleniti?La foto
67-H-758 rappresenta un edificio, un veicolo o una forma di vita.Uno degli
enigmi più difficili da spiegare riguarda i raggi bianchi che fuoriescono da
molti crateri e si diffondono in tutte le direzioni. Ci sono raggi così larghi
che non è possibile distinguerli singolarmente perché formano una massa bianca
intorno al cratere; altri sono stretti come linee di gesso. E nessuno sa come si
sono formati.
I Fenomeni transienti Lunari potrebbero essere prodotti da
un’attività industriale che elimina i gas per pompaggio, quindi ci devono essere
momenti in cui i termofusori interrompono l’attività e i bagliori si
spengono.Leonard è dell’opinione che il cratere “Tycho” sia una zona di notevole
interesse: in un’area di circa 1800 ettari vi é un’intensa attività e vi è
presenza d’enormi costruzioni.Ci sono poi i “terreni raschiati” visibili
all’estremità di alcuni crateri più piccoli. Il terreno raschiato ha sempre
forma di un quadrato o di un rettangolo. Nella maggior parte dei casi le aree
raschiate e livellate si trovano ad intervalli di 90° intorno al cratere. Sembra
abbastanza credibile che questi terreni raschiati e livellati siano il risultato
di un’attività intelligente. Forse stanno ad indicare i luoghi dove alcuni
oggetti si poserebbero durante i lavori di vaporizzazione del cratere?
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Disegno scaturito dalla foto NASA
67-H-327 ("Qualcun altro è sulla Luna" di G. H. Leonard)
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La foto 67-H-327 mostra un cratere il cui
orlo è indubbiamente a forma d’esagono. Nel punto culminante si trova l’oggetto
appollaiato all’interno dell’orlo e sembra una campana subacquea sui trampoli:
questo presenta una somiglianza straordinaria con alcuni veicoli terrestri
destinati all’allunaggio. La Luna ha una superficie piena di contrassegni assai
interessanti. C’è una presenza di geroglifici, di segni o contrassegni dei quali
quello che si ripete di più è quello dell’albero della vita. E sempre è chiuso
in un cerchio o in un ovale. Sulla Luna si trovano pure segnali o frecce
direzionali. L’esempio più significativo si trova sugli altipiani nei pressi del
cratere “King”.Sulla Luna è visibile una struttura interessante che assume la
forma di una torre esile e slanciata, alta un chilometro e mezzo e forse più. È
una delle prove più chiare ed evidenti della presenza d’esseri intelligenti. Le
torri sono invariabilmente diritte ed allungate e, cosa ancor più interessante,
quando si trovano su un rilievo o su un massiccio montuoso, si trovano sempre
nel punto più alto. Si possono così riassumere:
-
Antenne in cima alle montagne
-
Torri collegate da un cavo o da un
filamento
-
Torri isolate che si ergono
verticalmente dal terreno
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Strutture anomale:strutture a S che si
alzano verso il cielo,torri a zig-zag e parallele
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Ci sono fenomeni che sfuggono ad una
precisa classificazione per la loro eccentricità
Il libro termina con un’affermazione di
Sam Wittcomb, ex dipendente della NASA, dopo aver espressamente affermato che
gli addetti alle ricerche spaziali non possono assolutamente parlare di quanto
sanno sulla Luna e su altre missioni nei vari pianeti:”Nella primavera del 1975
si sono riuniti scienziati provenienti da molti paesi. L’incontro si è svolto in
Inghilterra. Volevano parlare con calma degli extraterrestri e delle loro
attività. Molti responsabili politici però si sono spaventati. Hanno invitato un
fisico del Colorado, un certo Joachim Kuetner, che aveva lavorato al programma
lunare e sapeva quello che accade lassù. Aveva notizie di prima mano sulla
frenetica attività edilizia e sugli scavi in corso, sulla vaporizzazione dei
crateri e sui lavori d’incisione e rifinitura dei rilievi e delle creste dei
crateri. Non so esattamente di cosa abbiano parlato. Ma puoi scommettere che
sanno benissimo che la Luna non appartiene più al popolo della Terra, se mai lo
è stata. La Luna è Loro.”
L'ex sargente maggiore Robert Dean racconta
(luglio 2009) cosa la NASA trovò sulla Luna - 1
L'ex sargente maggiore Robert Dean racconta
(luglio 2009) cosa la NASA trovò sulla Luna - 2
INSEDIAMENTI ALIENI NEL LATO OSCURO
DEL NOSTRO SATELLITE
Fonte web
Nel 1995 ero in compagnia di Robert Dean, ospite delle mie trasmissioni in TV dal titolo: UFO Realtà Extraterrestre andate in onda per 38 puntate su alcune TV locali come TeleVita e Odeon TV. In quella circostanza era presente in studio anche Eufemio Del Buono (scomparso il 22 Giugno del 2008) a cui ero molto affezionato.
Foto della Nasa mai resa pubblica che mostra una costruzione artificiale non umana nella parte nascosta della Luna. Barcellona 2009.
Robert Dean per gli amici Bob, parlò di insediamenti alieni sulla Luna e soprattutto sulla parte nascosta della superficie lunare e che questi erano basi degli Anunnaki che potevano essere utili sia come trampolino di lancio per la Terra ma in primis come basi di appoggio quando Nibiru si sarebbe avvicinato al nostro sistema planetario causando non pochi problemi di natura gravitazionale, come terremoti, maremoti, eruzioni vulcaniche e quindi uno scatenamento delle attività meteorologiche del nostro pianeta. Del Buono appoggiò la tesi di Dean confermando quanto sapeva circa gli insediamenti extraterrestri sulla Luna e che la stessa era abitata all'interno di piccole città che non si potevano vedere perché si trovavano nella parte nascosta. Ecco le parole di del Buono: " Circa il nostro satellite, la NASA è in possesso delle fotografie scattate alla Luna da varie sonde e dagli astronauti delle missioni Apollo, in cui risultano costruzioni, ponti, crateri che vengono allargati a forma di cono con evidenza addirittura di polvere lunare sollevata da enormi bulldozer in funzione.
Tali foto sono state messe in circolazione e lo scrittore Georges H. Leonard le ha pubblicate nel libro "Qualcun altro sulla Luna". Sono centinaia di migliaia le fotografie messe a disposizione del pubblico. Lo stesso Leonard racconta che si trovava tra i marmi della sede centrale della NASA e guardava una fotografia su carta lucida "...non riuscivo - dice Leonard - a frenare il fremito delle mani. Quello che vedevo era fantastico, incredibile. la fotografia, insieme ad altre della mia raccolta, dimostrava al di là di ogni ragionevole dubbio che sulla Luna c'è vita. La Luna è occupata da una o più razze intelligenti che probabilmente provengono dallo spazio esterno al sistema solare. Tutto questo ha dato il via alle esplorazioni lunari da parte della Russia e degli USA. Potrebbe trattarsi non di una razza aliena in esplorazione, ma di una forma esasperata di collaborazione.."
Un ex scienziato della NASA Ken Johnston ha dichiarato durante una conferenza tenuta a Washington a fine Ottobre 2007, che sulla Luna è stata fotografata una gigantesca Torre alta circa 10 chilometri. Tra le altre cose importanti troviamo che anche gli scienziati Russi si stanno aprendo a questa sconvolgente realtà.
Infatti un ricercatore della Ukrainian Academy of Sciences, sezione Radio Astronomia, professor Alexander Arkhipov, ha dichiarato che studiando la fisiologia delle formazioni geologiche della Luna molte sembrano non essere di origine naturale. Questo è stato fatto nell'ambito di un progetto accademico sovietico dedito alla scoperta di strutture artificiali, di origine extraterrestre sulla Luna. Per effettuare questa ricerca ha utilizzato il cosiddetto "Metodo Sagan (dal nome dell'astronomo Carl Sagan). Consiste nel trovare strutture geologiche con elementi di forma rettangolare, che proprio per questa forma non hanno una origine naturale. E sulla Luna ne sono state trovate molte.
Dopo aver esaminato più di 80 mila immagini, ricevute dalla missione NASA Clementine, ha classificato tutte le formazioni geologiche in generale, in due gruppi - quasi rettangolare con elementi di linee a reticolo e modello quasi perpendicolare di depressione (Modello Lamina). L'esame rivela che solo alcune sono vicine a caratteristiche simili a formazioni Terrestri di origine Antropogenica. Anche su Marte sono state rivelate strutture simili.
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