mercoledì 27 novembre 2013

Il Senato s’infiamma con l’intervento della Mussolini: «Vergognatevi, è una porcata»



Gloria Sabatini
Aria fredda fuori e dentro l’Aula. Archiviato senza patemi il voto di fiducia sulla legge di stabilità (con 162 sì, 115 i no, nessun astenuto), Palazzo Madama si era avviato lentamente, quasi sornione, alla discussione sulla decadenza prima del voto.  La temperatura non è bollente, non ancora. Smentiti dai fatti i senatori più esperti, che erano convinti che non accaduto nulla, «e che deve succedere? Domani si ricomincia». Risse in vista nel giorno più nero per il Cavaliere che non si vede in giro e non andrà neppure a Porta a porta come era stato annunciato?  Forse – diceva a bassa voce un addetto stampa – volerà qualche parola grossa. «State attenti a Nitto Palma…», anche se il senatore azzurro non ha il fisico da gladiatore. Ecco i fatti. Mentre Berlusconi è a Palazzo Grazioli con i più fedeli a limare l’intervento che terrà on the road alle 16 prima di volare a Milano, Alessandra Mussolini monopolizza l’attenzione dei giornalisti incollati davanti alle telecamere a circuito chiuso. Altro che pitonessa, nel suo intervento la senatrice  è un’Erinni nella strenua difesa del Cavaliere con l’indice puntato contro “ex colleghi ed ex amici” passati con il Nuovo centrodestra. Agita le braccia quando definisce Alfano un pirana tra gli applausi divertiti dei senatori azzurri. «Per coerenza – dice – dovete dimettervi, ma come fate ad appoggiare quanto è già accaduto ieri con lo stravolgimento delle regole del Senato sulla Finanziaria?”. Ce l’ha con Schifani e Quagliariello che hanno votato questa “porcata” di Finanziaria. «Ho già chiamato Alfano Alfini e voi farete la stessa fine, dovete solo vergognarvi», conclude la Mussolini nell’imbarazzo generale. Casini sorride alla bouvette, con il piglio di chi lavora dietro le quinte ma non lo fa vedere. Sorride anche se, come ampiamente previsto, l’Aula ha da poco respinto per alzata di mano le  questioni pregiudiziali (una a sua firma) sulla decadenza di Berlusconi. No, quindi, alla richiesta di sospensiva proposta dal leader dell’Udc  (e appoggiate dal nuovo centrodestra) per far slittare il voto in attesa della sentenza della Cassazione.
Senza colpi di teatro il presidente della Giunta per le Immunità del Senato Dario Stefàno propone all’Aula l’esito della seduta del 4 ottobre  e cioè la non convalida dell’elezione di Silvio Berlusconi. Per gli azzurri è un colpo di Stato “soft”, «perché – dice Lucio Malan – il golpe classico si fa con carri armati e fucili, questo lo si fa in modo leggero ma più grave, perché i blindati li vedono tutti mentre le forzature giudiziarie sono un po’ meno facili da vedere». Andrea Augello, ex Pdl oggi nel neo-partito di Alfano, ripassa le carte prima di intervenire. Ironizza sul “bagno di folla” organizzato dal Cavaliere sotto Palazzo Grazioli e si dice convinto della scelta filogovernativa. «Se non vogliamo consegnare l’Italia a Renzi questo governo deve durare fino al 2015, votare oggi mandando all’aria le larghe intese sarebbe un suicidio per il centrodestra». “Tutti a casa”, invece, è il passe-partout che spunta all’improvviso in aula per accedere a una delle linee wi-fi. Che ci sia lo zampino dei pentastellati? Il pensiero corre allo slogan grillino ma all’ufficio stampa del gruppo fanno smentiscono la paternità della goliardata.

La diretta “flash” dal Senato. Ore 17,43, “fucilazione” riuscita: Berlusconi (de)caduto


La diretta “flash” dal Senato. Ore 17,43, “fucilazione” riuscita: Berlusconi (de)caduto

Luca Maurelli

Ora 17,43, il Senato vota e sentenzia la decadenza di Silvio Berlusconi. Si conclude così la giornata parlamentare più tesa che la storia degli ultimi anni ricordi, tra polemiche, manifestazioni di solidarietà al leader del centrodestra e la “fucilata” dei suoi avversari nell’aula di Palazzo Madama. Ecco cosa è accaduto in aula.
17.25  - Conto alla rovescia per il voto finale, ultime schermaglie tra i banchi, gli alfaniani non si uniscono alle proteste e agli applausi degli azzurri. Scilipoti show in aula, urla contro Grasso: “Rispetti l’aula!”
17.20 – Buuu dai banchi forzisti quando prende la parola Linda Lanzillotta, il cui voto in giunta era risultato determinante sulla decadenza di Berlusconi.
17.10 –  Fotografi paralizzati con lo zoom tra le mani per immortalare le immagini dell’esito del voto e le reazioni dei senatori in aula. Intanto Nitto Palma prova l’ultima arringa in difesa del Cav
17.07 – L’ultimo duello tra azzurri e presidente Grasso è sul voto segreto sugli odg, ma Grasso dice no a tutto.
16.59 – Albertini (Sc) annuncia il suo voto in dissenso dai montiani e attacca Grasso sul voto segreto. Inizia il voto sugli odg con voto elettronico. Tra poco il voto sulls decadenza.
16.38 – Torna la calma in aula, parla l’azzurra Bernini, che attacca la magistratura. “Per la sinistra oggi è il 25 aprile ma in realtà per il paese vive il suo 8 settembre delle istituzioni, la resa ai giudici, contro Berlusconi sono state stracciate pagine della Costituzione. Chi oggi voterà la decadenza si assume una grande responsabilità,  consegnando Berlusconi si  consegna la libertá di tutti, la nostra e la vostra”. Stanfing ovation per la Bernini dai suoi, che si alzano e gridano “Silvio, Silvio!”
16.28 – Tensione in aula durante l’intervento della grillina Taverna, che definisce Berlusconi “criminale”. Dai banchi di Fi il duo Bondi-Repetto scatena la reazione che si indirizza anche contro il presidente Grasso, colpevole di non fermare gli insulti. “Buffone, buffone!”.
16.15 – Schifani, per il Ncd, accusa il Senato di aver rotto un patrimonio di regole delle istituzioni per andare contro una persona. “Siamo uno stato di diritto, questo voto andava sospeso. Oggi è una pagina buia, noi votiamo no alla decadenza, tutti cittadini dono uguali, l. art 3 della Costituzione vale per tutti ma non per Berlusconi…”
16.O8 – Il senatore di Sc Romano annuncia il sì alla decadenza, ma si dichiara sofferente e invoca l’indulgenza. Si rivolge a Bondi o a Papa Bergoglio?
16.03 – L’assistente di Berlusconi, Maria Rosaria Rossi, senatrice, al centro dell’aula fa da ufficiale di collegamento con Palazzo Grazioli con il telefonino. Poi esce misteriosamente dall’aula…
15.53 – Voci incontrollate su un possibile arrivo di Berlusconi. Il suo posto in aula è  libero.
15.45 – Interviene l’autonomista Zeller, che annuncia il voto contrario a Berlusconi. I senatori cinquestelle non se ne accorgono, sono impegnati al telefono, tranne Crimi che legge un libro. Ma non dorme. Se non ci fosse la wuestione della decadenza, questa sarebbe la notizia del giorno.
15.40 – Parla Ferrara (Gal) e cita i regimi della Romania come esempio di persecuzione comunista. Ai danni del Cavaliere…
15.30 – Seduta sospesa per qualche minuto, c’è la diretta Rai, vogliono rientrare tutti…
15.26 – Stanno per iniziare le dichiarazioni di voto. Per il Ncd parlerá Schifani, pper Fi la Bernini, per il Pd Zanda, per i M5s la Taverna, quella famosa perchě non ricordava l’art. 21 della Costituzione…
15.15 –  La Lega sfotte Bondi che se la prende con la sinistra: “Ma come, non eravate alleeati fino a ieri?”.
15.03 –  Gasparri attacca il senatore a vita Renzo Piano “che è venuto a godersi lo spettacolo come se fosse quello della ghigliottina durante la Rivoluzione francese”.
14.55 – Altero Matteoli lancia un appello a Berlusconi: qualunque cosa accada resta il nostro leader, la Bernini invita a votare un odg in cui si chiede di attendere il parere della Consulta.
14.45 – Un Senato blindato attende l’epilogo del D-day berlusconiano. Ai due ingressi laterali di Palazzo Madama stazionano i tank della polizia. In Aula senatori di FI parlano in successione, quasi tutti gli altri sono ancora barricati nei ristoranti della zona per la pausa pranzo.

Politici papponi.

Mutui agevolati all'1,57% per deputati e senatori
L'inchiesta di "Piazza Pulita" scopre l'ennesimo privilegio della Casta


10:46 - Le telecamere di "Piazza Pulita" denunciano l'ennesimo grande privilegio della Casta. Non bastavano gli stipendi d'oro, il ristorante a prezzi stracciati, i viaggi a spese dello Stato. Adesso si scopre che hanno agevolazioni anche in banca. I senatori e i deputati possono chiedere un mutuo ventennale a tasso variabile all'1,57% contro una media nazionale del 5% chiesto ai comuni cittadini.

L'inchiesta del programma di La7 è nata da una segnalazione dell'onorevole Franco Barbato, deputato Idv, che si è prestato a filmare con delle telecamere nascoste il colloquio con i dipendenti della Bnp Paris Bas del Senato dove vengono proposte le vantaggiose condizioni economiche. Peccato che queste non valgano per tutti, ma solo per i soliti privilegiati: senatori, deputati, dipendenti della banca e per tutti i loro amici: in questo caso basta essere cointestatario o subentrare ad un mutuo già acceso. "Una pacchia", così lo definiscono sia i dipendenti sia gli stessi onorevoli.

Per un mutuo ventennale a tasso variabile un comune cittadino paga dal 3,30% al 4,50%, per uno a tasso fisso dal 6,10% al 6,50%. Sempre che la banca lo conceda. Per non parlare poi di tutte le varie condizioni richieste all'atto della stipula del contratto. Assicurazione casa integrale obbligatoria da stipulare con la banca, ipoteche sull'immobile da capogiro, garanti e via dicendo. E non esistono liberalizzazioni o concorrenza che tenga. Le banche non prestano denaro a meno che chi lo richiede dimostri di avere supergaranzie e quando lo fanno, il tasso varia dai 3 ai 5 punti percentuali rispetto al prezzo di vendita della Bce, ossia l'attuale 1%.

Situazione completamente diversa per gli onorevoli che possono usufruire di condizioni così agevolate da marcare ancora una volta la distanza con i comuni cittadini che abitano e lavorano lontani dai palazzi del potere.




I finti tagli alle tasse del governo Letta


 


L’Imu, l’Iva e le altre.

Con la crisi della maggioranza, la riduzione delle imposte promessa dal governo è ormai un sogno. Restano invece le nuove tasse già introdotte per il 2014 e il 2015
Uscite dalla porta, rientrate dalla finestra. Ecco cosa è successo alle tasse che il governo Letta, con annunci trionfalistici, ha deciso di togliere alle famiglie italiane nei mesi passati, prima di arenarsi nelle secche della crisi politica. In estate, per chi non lo sapesse ancora, il Consiglio dei ministri aveva deciso di abolire l’Imu sulla prima casa e di congelare per  un trimestre il previsto aumento dellIIva dal 21 al 22%, che il governo Monti aveva messo in cantiere già dallo scorso anno. Tutto bello, se non fosse per un piccolo particolare: l’aumento dell’Iva è stato spostato di soli tre mesi, da luglio a ottobre, mentre l’Imu sulla prima casa rischia di tornare, proprio a causa delle fibrillazioni nella maggioranza. Come se non bastasse, per coprire i tagli promessi (e attuati soltanto in parte), l’esecutivo ha introdotto invece altre imposte e altri balzelli che, di sicuro, peseranno sulle tasche degli italiani soprattutto nel 2014 e nel 2015.

Le nuove tasse in arrivo
A dirlo, è uno studio effettuato dall’istituto  di ricerca Bruno Leoni di Torino (Ibl), che ha passato ai raggi X tutte le misure che il governo ha adottato per compensare i tagli alle tasse  varati nei mesi scorsi. In particolare, secondo gli economisti dell’Ibl, l’abolizione dell’Imu sulla prima casa e  il rinvio dell’aumento dell’Iva per il terzo trimestre del 2013 hanno fatto scendere il peso delle tasse sulle famiglie per circa 3 miliardi di euro. Nello stesso tempo, per tappare i buchi apertisi nel bilancio pubblico, sono stati però introdotti nuovi balzelli che provocano un rialzo dell’imposizione fiscale di uguale portata. In particolare, già nel 2013 Letta e i suoi ministri hanno deciso di tagliare 250 milioni di euro di  agevolazioni contributive. Poi, è arrivato  il rialzo dell’imposta di bollo sulle fatture, che porterà nelle casse dello stato 98 milioni di euro all’anno, a cui si aggiunge l’incremento  dell’acconto Irpef che i contribuenti devono pagare nel 2013 per l’anno successivo e che vale complessivamente oltre 175 milioni. Ma la vera stangata arriverà dal prossimo anno. Prima ci sarà il rialzo dal 4 al 10% dell’Iva sui giornali e sui prodotti dei distributori automatici, che frutterà al bilancio dello Stato 150 milioni di euro all’anno, a cui si aggiungerà l’aumento delle tasse su alcol, tabacchi e lubrificanti, che porterà 83 milioni di euro di maggiori entrate. Infine, come ciliegina sulla torta, verranno ridotte le detrazioni fiscali a favore delle polizze assicurative sulla vita, con un provvedimento che costringerà 6 milioni di italiani a pagare un’Irpef più alta nel prossimo biennio: per 458 milioni di euro nel 2014 e per 661 milioni nel 2015.
Tagli provvisori, imposte permanenti
In totale, il valore delle maggiori tasse che arriveranno tra il 2013 e il 2015 è di 2,2 miliardi di euro. Considerando che il  taglio dell’Imu sulla prima casa  e il congelamento dell’Iva rappresentano 3 miliardi di euro di minori imposte, il bilancio per i contribuenti è di per sé positivo, seppur per un importo assai modesto: circa 800 milioni di euro.  Il guaio è, secondo gli analisti dell’Istituto Bruno Leoni, che il governo Letta ha adottato delle misure temporanee di alleggerimento delle tasse  per sostituirle con rialzi delle imposte di natura strutturale, che sono destinati a pesare in maniera permanente sulle tasche dei contribuenti, soprattutto dal 2014 in poi. In altre parole, mentre il blocco dell’Iva è già sfumato e l’abolizione dell’Imu traballa, i nuovi balzelli in arrivo sono ormai sicuri, scritti nero su bianco nella Gazzetta Ufficiale ed è assai difficile che qualcuno pensi a eliminarli, soprattutto di questi tempi.

 

E' IL GIORNO DELLA DECADENZA DI SILVIO BERLUSCONI

TUTTO E' COMPIUTO

di Luca Berni(26-11-2013) E' il giorno della decadenza.Ormai è tutto deciso e al Senato la maggioranza,a scrutinio palese,voterà per la decadenza di Silvio Berlusconi.Il Cavaliere non si dimetterà da senatore prima del voto e non sarà in aula.E non parlerà neanche,preferisce farlo,in contemporanea,in studio nel programma di Bruno Vespa "Porta a Porta",mentre fuori davanti all'Aula quelli di Forza Italia manifesteranno a favore di Berlusconi e contro la sua decadenza.Le ragioni di questa ulteriore protesta arriva dopo la tombale precisazione del Colle che blocca definitivamente ogni aspettativa del Cavaliere:per lui non ci sarà la grazia di Napolitano.L'ira di Berlusconi è silenziosa,ne prende atto e fa alcune precisazioni,nel corso di una conferenza stampa organizzata in tutta fretta nella giornata di lunedi 25 novembre,e cioè:è innocente;non ha commesso reato e sarà condannato ingiustamente.Il motivo è tutto nelle carte arrivate dall'America che porterebbero molte novità sulla condanna definitiva della Cassazione e la conseguente decadenza da senatore per la serata(ore 19) del 27 novembre al Senato.I documenti che il Cavaliere è in grado di esibire proverebbero la sua estraneità a tutta la vicenda,costruita,fa sapere il Cavaliere,per affossarlo ed eliminarlo dal Parlamento.Vero o falso,dice anche il leader dell'Udc Casini,sarebbe importante aspettare le decisioni della Consulta o quantomeno vedere le carte e comunque spostare la data della decadenza del Cavaliere di qualche giorno.In pratica Berlusconi non fa nessuna forzatura ma dice a chiare lettere che quella che si sta attuando è una sentenza ingiusta perchè non vengono considerati elementi importanti che potrebbero scagionarlo.E' un'ulteriore chance per Berlusconi ma il Pd e il M5S non credono alle nuove rivelazioni e dicono con forza che le sentenze devono essere rispettate e conseguentemente la sua decadenza da senatore è giusta.Sul fronte della legge di Stabilità c'è la fiducia del maxiemendamento con proposte migliorative che portano meno tasse e più risorse per la crescita.

Arriva la Iuc, la nuova tassa sulla casa



Brunetta attacca “Un imbroglio”

In principio era l’Imu. Poi Trise, passando per Tuc (che raccolse le ironie dei parlamentari). Infine la decisione definitiva. Il nuovo tributo sulla casa si chiamerà Iuc ovvero imposta unica comunale, e sarà divisa in due parti: la prima riguarderà la raccolta dei rifiuti, la seconda sui servizi indivisibili. “Abbiamo rispettato l’impegno di una riduzione generale delle imposte sulla casa” ha affermato il relato del Pd, Giorgio Santini nell’illustrare ai media l’intesa politica raggiunta da governo e maggioranza. Con la Iuc i Comuni avranno in dote ogni anno 500 milioni che serviranno a introdurre detrazioni legate ai carichi familiari. La nuota tassa sulla casa sarà divisa in tre parti come la Trise: Imu, Tasi e Tari. Inoltre sulle case diverse dalla prima abitazione la somma delle aliquote Imu e Tasi non potrà superare il 10,6 per mille. Meno di quanto era previsto con la Trise (11,6). Santini ha infine aggiunto che tutte le prime case saranno esenti dalla nuova imposta eccetto le prime abitazioni di lusso, di pregio artistico e storico.
Brunetta “La Iuc? È inaccettabile, un imbroglio” - “Sulla casa il governo ha presentato un testo che è un imbroglio, un imbroglio bello e buono”. Così il capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, a “Radio Anch’io”, su Radio Uno. “Ha cambiato i nomi – dice Brunetta -, la sostanza è rimasta la stessa. Posso dirlo con grande chiarezza: ci saranno dieci miliardi in più per i possessori di case rispetto a quello che si è pagato dal 2012 al 2013. Quindi più di quanto si è pagato con Monti, più di quanto si pagherà quest’anno con l’aumento delle seconde case. Il totale del gettito sulla casa che verrà dal 2014 in poi crescente sarà di almeno 30 miliardi di euro”. ”Faccio un esempio – aggiunge l’ex ministro -: con Monti se ne sono pagati 24, quest’anno, grazie da un lato alla cancellazione della prima casa, ma grazie anche all’aumento sulle seconde case se ne pagheranno 24 ugualmente, con Berlusconi se ne pagavano 10-11, con Letta e Alfano se ne pagheranno 30 e probabilmente di più. Questa è una vera e propria patrimoniale, per me inaccettabile. I conti sono già fatti, i giornali non li hanno ancora dati esattamente perché il maxi emendamento è arrivato ieri sera tardi. Lo vedremo in queste ore, è una vera e propria patrimoniale sulla casa, assolutamente inaccettabile”. Per Brunetta è anche “inaccettabile lo spostamento della politica economica del governo a sinistra. Magari a Renzi non basta, però per noi questo spostamento a sinistra dell’asse della politica economica del governo è inaccettabile. Non so cosa farà Alfano all’interno di questa nuova politica economica del governo Letta, avrà molti imbarazzi a doverla approvare”.

 

ITALIA. E’ NEL CAOS



E’ NEL CAOS CHE NASCONO LE DITTATURE

DI ITALO MOSCATI
QUALCOSA (e non da poco) NON VA NELLA SINISTRA ITALIANA? SI… Il panorama sui media è terribile. Se il Paese va in acqua, la politica va nel fango. Non perdo fiducia, ma il panorama fa ansia, pena, scontento. Le file degli elettori si assottigliano sempre più. Un paradosso: non sarà che, col tempo, alla fine, andranno a votare inquadrati gli iscritti pochi ai partiti molti? Non sarà che la moltiplicazione dei partiti, che si piegano e si spezzano, sia un segno minaccioso, tetro, preoccupante per il futuro? Non sarà che nel vuoto (voluto o no)si potrebbe insinuare qualcuno, molti qualcuno, solidali nella distruzione definitiva delle strutture democratiche, per tentare una svolta di cui abbiamo paura di parlare? E’ capitato nel passato nel nostro Paese. Le svolte piacciono , e molto, a masse senza guida e senza più speranze, pronte ad affidarsi a chi saprà convincerle di essere ” Lui”  in grado di risolvere e riproporre formule svuotate (populismi ch…e trovano un padrone) per confondere gli italiani, i tanti italiani delusi ma soprattutto confusi. Nel vuoto le ciambelle ideologiche sono pronte e fatte di parole per parolai

 

arriva il 'reddito minimo garantito'


 


Manovra, fiducia ok. Forza Italia all'opposizione.
Le misure: arriva il 'reddito minimo garantito'

di Alessandra Severini
ROMA - Una nuova, più stretta maggioranza vota la fiducia alla legge di stabilità. E certifica la sopravvivenza del governo Letta, nonostante l’addio di Forza Italia.  
Quella delle larghe intese è per i forzisti, «un’esperienza finita» perché «non ci sono più le condizioni per collaborare con il governo». La scelta di Berlusconi, proprio alla vigilia del voto sulla decadenza, fa traballare l’esecutivo che ora al Senato può contare su una manciata di voti di scarto. Il presidente Napolitano si preoccupa di puntellare il governo.
Ai forzisti che chiedono una verifica di maggioranza, risponde che la si avrà subito col voto sulla legge di stabilità. Ed ecco il Senato nella notte votare la fiducia alla manovra finanziaria: 171 sì, 135 no. E sancire così la sopravvivenza dell’esecutivo nonostante il voto contrario di Forza Italia. Il premier Letta, presente in aula, lo aveva previsto e nella giornata aveva assicurato: «Andrà tutto bene». Lui è convinto che finalmente è stata fatta «chiarezza» e il governo è ora più forte. Di fatto Letta può contare a Palazzo Madama su 167 voti, con il nuovo partito di Alfano rimasto l’unico nell’area centrodestra a sostenere il governo.
«Il paese ha bisogno di un buon governo e non del buio di una crisi» difende la sua scelta il vicepremier e ormai ex delfino del Cavaliere. Berlusconi gli risponde acido: «Questa è la legge di stabilità delle poltrone».
Le novità dell’ultima ora della manovra prevedono la sperimentazione in alcune aree metropolitane del reddito minimo garantito, un sostegno alle famiglie che si trovano in condizioni di povertà assoluta. Le risorse stanziate ammontano a 120 milioni per tre anni. La legge di stabilità lo chiama Sostegno all’inclusione attiva e prevede che verrà erogato solo se il beneficiario rispetta un patto di inserimento sociale e lavorativo. Tale fondo verrà finanziato con il contributo di solidarietà sulle cosiddette pensioni d’oro che toccherà quelle al di sopra dei 90mila euro. In particolare il contributo sarà del 6% sulle pensioni oltre i 90mila euro l’anno, salirà al 12% per le pensioni oltre 128mila euro, per giungere al 18% per gli assegni sopra 193mila. Il contributo di solidarietà si applicherà per tre anni.
Spazio poi alla Iuc, la nuova tassa sulla casa, composta da Imu (che non si paga sulla prima casa) tariffa rifiuti e tariffa sui servizi indivisibili. Il governo giura che, anche dalla nuova imposta sugli immobili sarà esentato chi non ha pagato l’Imu nel 2012. Il taglio del cuneo fiscale porterà detrazioni ai redditi fino a 35.000 euro (con un impatto maggiore tra i 15.000 e i 20.000). La speranza del premier è di dare uno slancio all’economia. E sulle tasse, Letta ha aperto alla possibilità di inserire nel passaggio alla Camera la previsione di destinare tutti i tagli della spending review del 2014 al taglio delle tasse delle famiglie.

 

NEW YORK TIMES: “GRECIA A RISCHIO GUERRA CIVILE”.

di FABRIZIO DAL COL

In un clima ormai da guerriglia, il New York Times, con un editoriale firmato da Nikos Konstantaras, caporedattore ed editorialista del quotidiano Kathimerini,  ipotizza per la Grecia il rischio di una guerra civile.
L’analisi del giornalista è impietosa e sconfortante: è difficile immaginare che negli altri Paesi, “specialmente nelle mature democrazie occidentali” l’omicidio di due membri appartenenti a un partito relativamente piccolo “possa sollevare seri timori d’instabilità politica e di divisione nazionale”. Konstantaras si riferisce alle dure reazioni all’assassinio, avvenuto la sera del primo novembre, di due membri di Alba Dorata, il partito di estrema destra di stampo neonazista, responsabile di diversi attacchi a oppositori politici e immigrati, tant’è che oggi il suo leader e i membri principali sono sotto processo per aver creato “un’associazione criminale”.

Questa  è la precaria situazione in Grecia, oggi alle prese con le fatiche per superare il suo sesto anno di recessione e il terzo anno di un programma di ripresa economica, che è ancora lungo e carico di austerità, ma troppo breve per sperare sulla crescita.
Dopo gli omicidi del 1 novembre, il primo ministro Antonis Samaras ha detto : ” E’ come accendere un fiammifero in una polveriera, soprattutto quando ci sono così tanti altri fuochi accesi per l’economia”. Konstantaras  ricorda come la crisi e le misure volte a combatterla hanno portato il tasso di disoccupazione al 28 per cento, un forte calo del prodotto interno lordo (il 28 per cento dal 2008), l’ aumento delle tasse, redditi più bassi, meno vantaggi, diffusa insicurezza e perdita di fiducia nel sistema politico, nelle istituzioni democratiche e anche nell’Unione europea. Continuando, Konstantaras  afferma che le forze politiche di sinistra e di destra stanno recuperando forza, e che questo, forse porta in direzione di un conflitto, e con il centro che lotta per resistere potremmo anche vedere ciò che sembrava impossibile fino a poco tempo fa: un nuovo ciclo di lotte civili, dopo decenni di pace e di progresso. Anche se una discesa della violenza politica non è imminente, la scena è in mano a coloro che possono  decidere di usare o meno le pistole.
Alla luce di ciò, proprio su questo giornale, che qui ringrazio, più volte avevo sostenuto che sulla Grecia e su Cipro le maggiori responsabilità erano quelle tedesche, e  proprio oggi, è successo quanto anticipato e ampiamente atteso : la Germania è finita sotto indagine della Commissione europea. Austerity e rigore erano il mantra di Berlino, ma fin dal 2011, gli Usa bollavano tale decisione come una follia economica, e ribadendo che solo con la priorità della crescita si sarebbe potuto evitare il declino totale dell’Europa, avevano anche invitato la Ue a cambiare la sua politica economica. Oggi si scoprono le ragioni che hanno portato la Germania  a recitare i ruolo di locomotiva Europea : un eccesso di export dovuto  allo sforamento di quattro parametri. Il surplus commerciale della Germania “può mettere pressione sull’apprezzamento dell’euro e rendere difficile il recupero della competitività dei Paesi periferici dell’Eurozona”, ha scritto la Commissione europea.  Una affermazione che pesa come un macigno, quella della commissione Europea, ma che sembra calzare a pennello ai fatti che accadono in Grecia, che oggi rischia  di divenire la prima vittima sacrificale delle politiche rigoriste tedesche.