sabato 16 novembre 2013

Associazione Nazionale Genieri e Trasmettitori

Associazione Nazionale Genieri e Trasmettitori

Lo Stemma dell'Associazione
L'Associazione nacque all'indomani della prima guerra mondiale. La sua denominazione era Associazione Nazionale dell'Arma del Genio (A.N.A.G.) e dal 1931 diede vita ad un periodico mensile intitolato "Santa Barbara". Il suo primo Presidente fu il Generale Borgatti, illustre storico militare, fondatore del Museo Storico del Genio, che sollecitò il monumento all'Arma inagurato a Roma nel 1925 in Castel Sant'Angelo e trasferito successivamente in Piazza Maresciallo Giardino. Nel 1934 l'Associazione prese il nome di Reggimento Genio "Mario Fiore".

Nel 1954 l'associazione prendeva il nome di Associazione Nazionale Genieri e Trasmettitori d'Italia e il notiziario dopo essere stato rinominato "IL GENIERE" nel 1982 assumeva la denominazione definitiva di "ANGET".

L'A.N.G.E.T. è una Associazione d'Arma e di volontariato per la Protezione Civile, ha personalità giuridica, è apolitica, senza fini di lucro, aperta a tutti coloro che hanno prestato o prestano servizio in reparti ed organi del Genio e delle Trasmissioni e a tutti coloro che ritengono di identificarsi nei suoi valori e intendono concorrere al conseguimento delle sue finalità.
I suoi valori e le sue tradizioni si fondano nella storia dell'ingegneria militare, nella glorie delle unità dell'Arma in tutte le guerre combattute dall'Esercito Italiano, dal Risorgimento alla Guerra di Liberazione.

La struttura organizzativa dell'A.N.G.E.T. si articola in Presidenza Nazionale, Delegazioni Regionali, Sezioni distribuite su tutto il territorio nazionale, con una forza di 10.000 Soci. All'interno di tale struttura esistono inoltre Gruppi di Specialità d'Arma e Gruppi di Protezione Civile a diversi livelli: nazionale, regionale e locale, che raggruppano soci di diverse Sezioni e Delegazioni.
Ai fini degli interventi umanitari in paesi stranieri si costituito un Gruppo di Sminamento Umanitario per svolgere attività di bonifica mine ed ordigni esplosivi e fornire consulenza a personale tecnico per personale tecnico per progettazione e direzione lavori ed anche per la formazione di operatori locali e la realizzazione di sistemi di comando e controllo.

Per informazioni e contatti preventivi con la struttura organizzativa

UFFICIO PROTEZIONE CIVILE E REDAZIONE NOTIZIARIO
via Francesco Rismondo, 1
0 0 1 9 5 - Roma
Tel. 06.47355638
Fax. 06.37516732

UFFICO PRESIDENTE NAZIONALE E SEGRETERIA GENERALE
largo della Cecchignola, 4
0 0 1 4 3 - Roma
Tel. 06.5001899

L'Associazione è presente sul web all’indirizzo: www.angetitalia.it

Dedica di un padre al proprio figlio.

Dedica di un padre al proprio figlio.



Figlio mio adorato,
se un giorno mi vedrai vecchio... se mi sporcherò quando mangio e non riuscirò a vestirmi... Abbi Pazienza!

Ricorda il tempo che ho trascorso ad insegnartelo!

Se quando parlo con te ripeto sempre le stesse cose... non mi interrompere... ti prego, ascoltami, ...perchè entrambi non smettiamo mai, nell'amore, di crescere come padre e come figlio!

Quando eri piccolo, dovevo raccontarti ogni sera la stessa fiaba, finchè non ti addormentavi... ed io, benedicendoti, vedevo che era valsa la pena di faticare, di soffrire, di sperare!

Quando vedi la mia ignoranza anche delle nuove tecnologie, dammi il tempo necessario... e non guardarmi con quel sorrisetto ironico... Vedi, io sono orgoglioso
del tuo sapere, del tuo conoscere... se questo ti da grandi ideali e ti insegna la fierezza di compiere i doveri quotidiani.
Quando ad un certo punto non riesco a ricordare o perdo il filo del discorso... dammi il tempo necessario per ricordare... e, se vedi che non ci riesco, non ti innervosire...
perdonami e abbi pazienza!

Vedi, figlio, la cosa più importante, non è quello che dico ma il bisogno di essere con te ed averti lì che mi ascolti... stare finalmente un poco insieme!

Quando le mie gambe stanche non mi consentono di tenere il tuo passo, non trattarmi come fossi un peso. Anch'io ho scoperto la stanchezza e devo accettare me stesso, povero come sono, senza tormentarmi su ciò che avrei potuto o voluto essere.
Vieni verso di me con le tue mani forti, nello stesso modo con cui io l'ho fatto con te, quando muovevi i tuoi primi passi...

Quando dico che vorrei essere morto... non arrabbiarti! Un giorno comprenderai che cosa mi spinge a dirlo...

Un giorno scoprirai che, nonostante i miei errori, ho sempre voluto il meglio per te e che ho sofferto... pregato... pianto... quando ti ho visto nelle difficoltà... Ma... dovevo lasciartele vivere... superare... per divenire adulto!

Dammi un po' del tuo tempo, dammi un po' della tua pazienza, dammi una spalla su cui poggiare la testa, allo stesso modo in cui l'ho fatto per te!

Non ignorarmi, aiutami a camminare, aiutami a finire i miei giorni con amore e pazienza. Accompagnami anche negli ultimi istanti... sappi leggere, nei miei occhi stanchi e nelle mie mani tremanti, tutto l'amore immenso che ho sempre avuto per te.
In cambio io ti darò un sorriso e, benedicendoti, eleverò a Dio il mio grazie più profondo!
Ti amo, figlio mio, e prego per te.
Tuo Papà

Le origini del Natale

Le origini della festa del Natale

La festa del Natale con tutti i suoi simboli ha radici molto antiche, le cui tracce si possono trovare in molte civiltà in contesti temporali e geografici diversi. Innanzi tutto la civiltà romana,[...]
       

La festa del Natale con tutti i suoi simboli ha radici molto antiche, le cui tracce si possono trovare in molte civiltà in contesti temporali e geografici diversi. Innanzi tutto la civiltà romana, nostra diretta progenitrice. Nella Roma degli imperatori le feste del Natale erano legate al solstizio e alla rinascita del sole, che, dopo essere entrato nella costellazione del Capricorno ed aver toccato il punto più basso, risaliva verso nord.
La data di questo solstizio era convenzionalmente quella del 25 Dicembre. Ad opera dell’imperatore Aureliano fu istituito il culto statale del “Comes Sol Invictus”. La festa pricipale di questo culto era il “Dies Natalis Solis Invictus”.
Intanto negli ambienti militari si diffondeva sempre più il mitraismo, un culto orientale secondo il quale Mithra era il figlio del dio Sol e allo stesso tempo sole anche lui. Secondo il racconto mitologico Mithra era nato da una roccia presso un albero sacro tenendo in mano una torcia e dei pastori che avevano assistito alla scena gli avevano offerto in dono prodotti ricavati dalle greggi e dai raccolti.
In questo mito si riscontrano molte analogie con l’evento della nascita di Gesù in una grotta illuminata da una stella cometa, dove i pastori si recano a portare doni e adorazione. All’inizio del IV secolo ormai questi culti e la festa con cui si celebrava la nascita del sole erano molto diffusi fra la gente.
Sia per mantenere una certa continuità con le tradizioni pagane, in modo che fosse più facile l’affermazione del Cristianesimo, sia per allontanare i Cristiani da questa festa idolatrica, alla quale essi partecipavano con entusiasmo accendendo fuochi insieme ai pagani, la Chiesa cristiana stabilì come data della celebrazione della nascita di Cristo proprio il 25 Dicembre.
Tutto ciò facendo leva anche sull’esplicita simbologia che associa facilmente Cristo al sole inteso come luce, che illumina le menti e le coscienze, che dona vita e salvezza, spazzando via le tenebre del peccato dell’umanità.

Non uccidete Babbo Natale

Non uccidete Babbo Natale:
i bambini scoprono da soli che non esiste

L'esperto: l'addio alla leggenda è spontaneo tra i 5-7 anni
Crederci dopo i 9 anni è segno di immaturità e serve tatto

Babbo NataleBabbo Natale
È il protagonista indiscusso della notte di Natale per la maggior parte dei bimbi del mondo. Una magia condita dall'attesa trepidante e al mattino presto dalla corsa per scoprire i doni lasciati sotto l'albero. Un mito che non sbiadisce quello di Babbo Natale, ma è giusto dire la verità ai propri figli, relegando nella soffitta della fantasia il proprietario di renne, slitta e laboratorio di giocattoli? Un dilemma che non pochi genitori si pongono e sul quale sono state condotte addirittura ricerche psicologiche approfondite. «La risposta - riassume Massimo Di Giannantonio, docente di Psichiatria all'università D'Annunzio di Chieti - non è univoca. Sicuramente una discriminante valida è l'età». ADDIO IN AUTONOMIA - In genere, secondo gli esperti, il bambino realizza da solo e senza bisogno di una chiara presa di posizione dei genitori che il leggendario Santa Claus è appunto un'illusione fantastica, che non c'è un vecchietto in Lapponia in grado di far arrivare a destinazione nel tempo record di una notte i regali chiesti da miliardi di bimbi. Un'impresa più da supereroi che da uomini panciuti e in là con l'età. L'addio a Babbo Natale avviene più o meno intorno ai 5-7 anni, concordano gli scienziati, perché fino ad allora i più piccoli sono sostenuti dal pensiero magico. Il consiglio dunque, continua Di Giannantonio è «non bruciare le tappe e lasciare che il rito dei regali che si materializzano sotto l'albero si ripeta.
QUANDO DIRE ADDIO - Il dibattito sul momento più giusto e sull'opportunità di sfrattare Babbo Natale è aperto. Si può però dire con certezza che bisogna porsi il problema di rivelare la non esistenza di Babbo Natale quando il bambino ha raggiunto un'età in cui diventa difficile continuare a credere senza incorrere nello scherno o nelle critiche dei propri compagni di giochi. Il rischio è che dietro questa ostinazione nel difendere il mito di Babbo Natale ci sia la voglia di rimanere ancorati alla fantasia, rimandando il confronto con la realtà». L'età spartiacque? Di Giannantonio spiega che «superati i 9 anni» la persistenza della magia di Babbo Natale «diventa un segnale di infantilizzazione, immaturità, educazione incompleta».
EVITARE BRUSCHI SCONTRI CON LA REALTA' - Insomma, va bene «usare simboli nella sfera affettiva, ma con un timing preciso, facendo attenzione a quando la cosa è opportuna». Lo psichiatra definisce Babbo Natale «un referente simbolico interessante e utile a rafforzare l'atmosfera emotiva del Natale per il bambino e la sua famiglia». E il consiglio per i genitori è: «evitate bruschi scontri con la realtà. Non si mandano i sogni di un bimbo in frantumi soprattutto quando, fino a quel momento, si è fatto credere con grande intensità a una fantasmagorica figura di tipo trascendentale, metafisico e metapsicologico». In altre parole tanto più il piccolo è attaccato alla figura di Babbo Natale, «tanto più il trauma di una brusca verità causerà contraccolpi a livello emozionale». Il suggerimento è dunque di usare «prudenza e morbidezza in questi casi». Se, invece, nell'ambiente familiare si è sempre dato poco peso al mito di Santa Claus «il trauma sarà minore. È comunque importante - conclude l'esperto - che i bimbi realizzino da soli qual è la verità. Nell'attesa, meglio non creare situazioni conflittuali in cui un genitore offre una visione realistica e l'altro prolunga il sogno di un mondo abitato da elfi, renne e un caro vecchietto carico di regali». (Fonte:Adn-Kronos Salute)

Truffe e bidoni da evitare

Truffe e bidoni da evitare

Il 55% delle 21.431 aziende italiane controllate dall’Ispettorato del lavoro dei Carabinieri è risultato irregolare. Una fotografia, quella dell’Arma, che racconta un paese in cui trionfa l’illegalità e dilaga sempre più il lavoro nero, si sfrutta manodopera con i più raffinati sistemi. In generale, le “patologie” del sistema-lavoro nel nostro Paese appaiono sempre più preoccupanti. Più sfumate e “furbe” le modalità per aggirare la legge al Nord Italia, più sfacciate al Sud dove molti lavoratori, mai registrati, operano addirittura in aziende “fantasma”.
Illeciti che non riguardano solo il rapporto di lavoro ma anche la ricerca di lavoro dove sempre più spesso i giovani e i disoccupati si imbattono in truffe e bidoni.
Ecco allora le più classiche tra le truffe: corsi di formazione, banche dati, richieste di denaro in cambio di un posto, promesse di rapidi e facili guadagni, lavoro a domicilio, catene di Sant’Antonio, proposte di affari in franchising e in quote societarie, ricatti a luci rosse, inserzioni civetta per aspiranti attori o protagoniste della moda. Inganni che colpiscono i più deboli.
Ma l’albo nero dei raggiri presenta una casistica ricorrente che nelle schede successive presentiamo con le doverose strategie di difesa.
BANCHE DATI > CORSI DI FORMAZIONE > TRUCCHI TELEFONICI > LAVORO A DOMICILIO > VENDITE PORTA A PORTA > BORSE DI STUDIO > ASSOCIAZIONI > IL BOOK > PERIODO DI PROVA > ANNUNCI > INSERZIONE A RAGGI X > STORIE DI ORDINARIA TRUFFA > RACCOMANDAZIONI > RINUNZIE E TRANSAZIONI > DIMISSIONI IN BIANCO > A CHI RIVOLGERSI >
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Italia, a rischio fame il 13,5% delle famiglie

Al mondo una persona su otto non ha accesso al cibo. Nel 2012 circa 3,7 milioni di persone hanno ricevuto aiuti alimentari, mentre sprechiamo 18,5 miliardi di euro di cibo. Dalla scarsa nutrizione non è escluso il nostro paese. Il quadro di ActionAid

 (www.rassegna.it)