sabato 7 dicembre 2013
Crisi, arriva la linea telefonica anti-suicidio: un sostegno per chi vuole farla finita
di Carmine Castoro
Fa un certo effetto, un misto di commozione e impotenza, vedere le immagini di Pasqualino Contu, l’imprenditore di Ortisei che si è impiccato nelle ultime ore, mentre, ancora pochi giorni fa, all’inviato del Tg5, raccontava le disastrose conseguenze dell’alluvione in Sardegna. Una massa d’acqua e fango che ha completamente devastato il suo capannone industriale, paralizzando ogni attività produttiva, procurando danni per un milione di euro, con Equitalia alle porte e quindici dipendenti con rispettive famiglie, ormai senza futuro.
Un macigno morale che schiaccia ogni resistenza, piega ogni anelito di speranza, soprattutto quando le casse per ripartire sono praticamente all’asciutto. Pasqualino si è tolta la vita, come se la sono tolta negli ultimi due anni in Italia decine di artigiani e piccoli e medi proprietari di aziende, vittime della recessione e della solitudine, e con un sistema fiscale e bancario spesso in versione di strangolatore finale. Così come tanti sono i ragazzi che, recentemente, si sono lanciati da un balcone perché vessati dai bulli in classe, discriminati per i loro gusti sessuali, lasciati senza ascolto e senza supporto psicologico da amici e familiari.
Una cartina geografica della paura e dell’intimità violata che allarga le sue ramificazioni di giorno in giorno. Quanto basta per parlare legittimamente di un allarme-suicidi anche nel nostro paese, rispetto al quale arriva come una sorta di manna sociale, di auto-aiuto, la linea di consulenza ideata e realizzata da Sanimpresa che ha una sua prima base proprio su Roma.
La linea contro il rischio suicidario che risponde al call center 331.87.68.950 è attiva dal 1 dicembre 2013, dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 18, escluso i festivi. In quest’ultimo caso risponde una segreteria telefonica dove lasciare il proprio numero per farsi richiamare. Tutto il servizio dall’inizio dell’accoglienza fino alla fine del percorso di supporto è gratuito, ad esclusione soltanto del costo della telefonata secondo tariffe del proprio gestore telefonico. Le persone possono fare anche soltanto uno squillo, e saranno prontamente richiamate al primo momento utile, nella massima riservatezza.
La linea telefonica offre un ascolto attivo, anzi, proattivo, come dicono gli esperti, una consulenza psicologica, un vero e proprio supporto psicosociale immediato presso studi professionali e, ove necessario, un eventuale ulteriore contatto con professionisti e/o con strutture presenti sul territorio. Il “pronto intervento” si rivolge principalmente a quattro categorie. A coloro che hanno dei pensieri suicidari ricorrenti, pensieri intrusivi di morte. A coloro che vivono una situazione di disagio percepita non più gestibile, dove l’unica via di uscita appare quella della morte. A coloro che stanno vivendo un lutto per suicidio. A coloro che hanno già assunto condotte suicidarie ed hanno paura di ritentare. Le fruibilità del servizio sono anche spiegate sul sito www.sanimpresa.it.
Dice il dottor Stefano Callipo, psicologo con area di inferenza clinica e suicidologica, responsabile a Roma del Centro di Psicologia Callipo, e anima scientifica della linea: «In verità alla linea telefonica ci stavo pensando da tempo. L’idea si è sviluppata e concretizzata proprio in occasione del congresso organizzato insieme a Sanimpresa, la cassa di assistenza sanitaria integrativa di Roma e del Lazio, con cui tra l’altro collaboro come convenzionato. Parlare in modo chiaro e diretto del suicidio, appunto, costituisce la prima forma di prevenzione. Tuttavia esistono delicati casi nei quali coloro che strutturano un’ideazione suicidaria, si sentono soli. Problema legati a difficoltà economiche anche di poche migliaia di euro, oppure problemi legati al rischio di licenziamento, possono costituire l’evento precipitante di una serie di eventi patogeni, per i quali spesso si è cercato invano aiuto, e che possono portare a gesti suicidari. Difficili da gestire a livello intrafamiliare, poiché spesso si tende a proteggere la famiglia, ed in tal senso si possono sviluppare abili competenze dissimulatorie per non lasciar intendere l’intenzionalità suicidaria. L’idea è quella, quindi, di fornire un’opportunità a queste persone, attraverso una linea telefonica esclusivamente deputata a questo, di essere ascoltate, di poter dire ciò che in famiglia o ad amici non si avrebbe il coraggio di dire, di strutturare eventuali incontri per fornire uno specifico supporto altamente qualificato, fornire consulenza psicologica e orientamento».
- La Basilica di San Pietro e il Vaticano -
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Papa Francesco sferza Roma e i romani: serve solidarietà, non possiamo liquidare i poveri con un pietoso: “Dio t'aiuti”
Città del Vaticano – Papa Francesco sferza Roma e i romani, incoraggiando tutti ad una maggiore solidarietà verso chi sta male, chi chiede un aiuto, chi è solo. Davanti alla basilica di San Giovanni in Laterano per la tradizionale processione del Corpus Domini, Papa Bergoglio ha pronunciato parole durissime: “Quante volte noi cristiani abbiamo questa tentazione. Non ci facciamo carico della necessità e degli altri, congedandoli con un pietoso: che Dio di ti aiuti”. Eppure l’insegnamento di Cristo va nella direzione opposta. “La parola solidarietà è malvista dallo spirito mondano” ha aggiunto davanti ad una folla composta da gente semplice, il clero della diocesi, i cardinali.
“Gesù ci dice che nella Chiesa ma anche nella società una parola chiave di cui non dobbiamo avere paura è solidarietà, mettere cioè a disposizione di Dio quello che abbiamo, le nostre umili capacità, perchè solo nella condivisione, nel dono, la nostra vita sarà feconda e porterà frutto!”.
Nell’omelia ha spiegato che lui stesso, nel suo agire quotidiano, si lascia guidare da tre parole: sequela, comunione, condivisione. Le chiavi di lettura per comprendere che la scelta di seguire Cristo significa “uscire da sé stessi” per toccare il prossimo, le periferie esitenziali, i diversi, gli ultimi. "Gesu’ parla e agisce in modo nuovo, con l’autorita’ di chi e’
autentico e coerente, di chi parla e agisce con verita’, di chi dona la speranza che viene da Dio, di chi e’ rivelazione del volto di un Dio che e’ amore” perché, ha concluso il Papa, “la nostra vita non è un nostro possesso ma un dono a Dio e agli altri".
Vaticano, lotta ai pedofili: Papa Francesco istituisce commissione per combattere gli abusi
Papa Francesco, su proposta del consiglio degli otto cardinali ha deciso di costituire una specifica commissione per la protezione dei minori con la finalità di consigliare il Pontefice nell'impegno della Santa Sede nella protezione dei bambini e la protezione pastorale delle vittime degli abusi. L'annuncio della decisione del Papa è stato dato alla stampa dal cardinale Sean Patrick ÒMalley, arcivescovo di Boston e membro del consiglio di cardinali che collabora con papa Francesco nel governo della Chiesa e nel progetto di riforma della Curia.
La commissione avrà il compito di riferire sullo stato attuale delle vittime degli abusi, suggerire in raccordo con conferenze episcopali sui provvedimenti da adottare, proporre nomi di persone adatte per la sistematica attuazione di queste nuove iniziative includendo laici, religiosi, religiose, sacerdoti con competenze nella sicurezza dei fanciulli, nei rapporti con le vittime, nei problemi di salute mentale, nell'attuazione delle leggi. La composizione e le competenze della commissione verranno comunicate dal Pontefice con un documento specifico. Tra le possibili responsabilità della commissione, ha fatto sapere il card. ÒMalley, ci saranno linee guida per la protezione dei bambini, lo sviluppo di norme per la protezione dei bambini e la prevenzione degli abusi su minori, programmi di formazione di chi opera su bambini e su minori. Inoltre protocolli per la sicurezza dell'ambiente, codici di condotta professionale, per l'attestazione di idoneità al ministero sacerdotale, screening, controllo della fedina penale, schede di valutazione psichiatrica, la collaborazione con autorità civili per la segnalazione dei reati. Altri specifici compiti, comunicazioni riguardanti il clero, la pastorale di supporto delle vittime e dei familiari, l'assistenza spirituale e servizi di salute mentale, la collaborazione con esperti di ricerca e sviluppo della prevenzione degli abusi sui minori, studi di psicologia e sociologia, la collaborazione con vescovi e superiori religiosi, il rapporto con i fedeli e i mezzi di comunicazione, incontri con le vittime, la supervisione e il recupero riguardante chierici colpevoli di abusi.
I comandamenti. Papa Francesco invita i cristiani a fare un esame di coscienza e, attingendo dalla parabola evangelica della liturgia del giorno nel corso della messa a Santa Marta, ricorda che Gesù rimproverava i farisei di conoscere i Comandamenti ma di non metterli in pratica nella vita. A questo proposito, ricorda il Papa nell'omelia di cui dà conto la Radio Vaticana, «sono parole buone, ma se non sono messe in pratica non solo non servono, ma ci fanno male: ci ingannano, ci fanno credere che noi abbiamo una bella casa ma senza fondamenta». Il Papa riprende la figura della casa costruita sulla roccia. E dice: «questa figura della roccia si riferisce al Signore. Isaia lo dice: 'Confidate nel Signore sempre, perchè il Signore è una roccia eternà». Da qui il monito di Bergoglio: «Una parola cristiana che non ha le sue radici vitali, nella vita di una persona, in Gesù Cristo, è una parola cristiana senza Cristo. E le parole cristiane senza Cristo -avverte Francesco- ingannano, fanno male». A tale proposito, il Papa ricorda che una volta uno scrittore inglese, a proposito delle eresie, «diceva che una eresia è una verità, una parola, una verità che è diventata pazza. Quando le parole cristiane sono senza Cristo incominciano ad andare sul cammino della pazzi». A questo proposito Papa Bergoglio invita «a fare un esame di coscienza per capire come sono le nostre parole». Infine, il Pontefice mette in guardia dalle parole che «per credersi potenti finiscono nella pazzia della vanità, nella pazzia dell'orgoglio».
I cristiani. Chi pronuncia parole cristiane senza Cristo, cioè senza metterle in pratica, fa male a se stesso e agli altri, perchè è vinto dall'orgoglio e causa «divisione», anche nella Chiesa: è questo, in sintesi, quanto ha inolter affermato papa Francesco, stamani, durante la messa presieduta nella cappella di Santa Marta. «Una parola cristiana senza Cristo ti porta alla vanità, alla sicurezza di te stesso, all'orgoglio, al potere per il potere», ha detto il Pontefice. Ascoltare e mettere in pratica la parola del Signore è come costruire la casa sulla roccia. Papa Francesco spiega la parabola evangelica proposta dalla liturgia del giorno. Gesù rimproverava i farisei di conoscere i comandamenti ma di non realizzarli nella loro vita: «sono parole buone», ma se non sono messe in pratica «non solo non servono, ma fanno male: ci ingannano, ci fanno credere che noi abbiamo una bella casa, ma senza fondamenta». Una casa, secondo Bergoglio, che non è costruita sulla roccia: «Una parola cristiana che non ha le sue radici vitali, nella vita di una persona, in Gesù Cristo, è una parola cristiana senza Cristo! E le parole cristiane senza Cristo ingannano, fanno male! Uno scrittore inglese, una volta, parlando delle eresie diceva che un'eresia è una verità, una parola, una verità, che è diventata pazza. Quando le parole cristiane sono senza Cristo incominciano ad andare sul cammino della pazzia». E una pazzia - ha spiegato il Papa - che fa diventare superbi: «Una parola cristiana senza Cristo ti porta alla vanità, alla sicurezza di te stesso, all'orgoglio, al potere per il potere. E il Signore abbatte queste persone. Questa è una costante nella storia della Salvezza». Queste persone, le ha additate, «che soltanto vanno dietro una parola, ma senza Gesù Cristo: una parola cristiana pure, ma senza Gesù Cristo, senza il rapporto con Gesù Cristo, senza la preghiera con Gesù Cristo, senza il servizio a Gesù Cristo, senza l'amore a Gesù Cristo». «Ci farà bene fare un esame di coscienza», ha affermato il Papa, per capire «come sono le nostre parole», se sono parole «che credono di essere potenti», capaci «di darci la salvezza», o se «sono parole con Gesù Cristo». «Mi riferisco alle parole cristiane, perchè quando non c'è Gesù Cristo anche questo ci divide fra di noi, fa la divisione nella Chiesa - ha avvertito -. Chiedere al Signore la grazia di aiutarci in questa umiltà, che dobbiamo avere sempre, di dire parole cristiane in Gesù Cristo, non senza Gesù Cristo. Con questa umiltà di essere discepoli salvati e di andare avanti non con parole che, per credersi potenti, finiscono nella pazzia della vanità, nella pazzia dell'orgoglio».
Tir e Forconi si preparano a bloccare l'Italia. Trenta presidi e paura di infiltrazioni di estrema destra
Il Movimento dei forconi torna in piazza e minaccia di bloccare l'Italia. Si parte domani alle 22. Lo slogan è appunto «Fermiamo l'Italia» e i promotori si scambiano su siti e social network in vista dell'annunciata mobilitazione che da domani sera punta a paralizzare il traffico in varie città d'Italia con blocchi stradali e manifestazioni, mentre i prefetti di diversi capoluoghi, sulla base di una circolare inviata dal Viminale, hanno già emanato ordinanze per vietare assembramenti stradali a garanzia dei diritti dei cittadini e per la continuità dei servizi essenziali.
E nonostante le defezioni di diverse sigle e movimenti in contrasto con l'annunciata adesione di formazioni di estrema destra come Forza Nuova, il numero di presidi organizzati sul territorio è salito a 96. Da domani sera alle 22, quindi, «iniziano i giochi, scatta la mobilitazione ad oltranza. Il grosso si muoverà da lunedì mattina», è l'annuncio sul web di una «lotta che non ha dietro sindacati o partiti, nè apparati di alcun tipo. La mobilitazione del 9 dicembre è partita, sulla scia del Movimento dei Forconi di Mariano Ferro, da un manipolo di esponenti di categorie sociali in rotta con le loro rappresentanze sindacali e politiche ufficiali, attivisti che poi si sono autorganizzati e federati, camminando sulle loro gambe. da un paio di settimane si vanno aggiungendo altri settori sociali, quelli del lavoro precario e marginale, dei giovani disoccupati, degli esclusi, dei nuovi poveri».
I timori Una mobilitazione che naturalmente non sfugge all'attenzione degli apparati di sicurezza e di intelligence. Il timore è che nella protesta pacifica dei movimenti in piazza si possano infiltrare frange violente, provenienti dall'estremismo politico, dalla criminalità o dalle formazioni più violente del mondo ultras, per sfruttare le rivendicazioni sociali e provocare disordini.
Sesso, è giovedì il giorno migliore per fare l'amore
Siete in ufficio, al supermercato, bloccati in mezzo al traffico? Mollate tutto, prendetevi un giorno di ferie e tornate a casa: oggi - giovedì - è il giorno milgiore per fare l'amore. A rivelarlo è uno studio della London Schools of Economics, pubblicato sul sito sex and rome (www. sexandrome.it) che decreta il giovedì il giorno del sesso. Dai test effettuati sulle 100 coppie che si sono sacrificate per la scienza alla London Schools of Economics, è risultato infatti che proprio in quel giorno, i livelli di cortisolo raggiungono il loro picco. Insomma, dipende dall’ormone che stimola il desiderio sessuale. Per raggiungere il massimo del piacere, però, giovedì devi svegliarti presto e sfruttare le prime luci dell’alba: i risultati sono inequivocabili, se dai via libera ai tuoi appetiti sessuali nelle prime ore del mattino, il piacere è amplificato. Proprio la mattina, infatti, i livelli di testosterone negli uomini e gli estrogeni nelle donne raggiungono il livello massimo. Perché proprio il giovedì? E' probabile che, essendo il giovedì una sorta di anticipazione del weekend, si agisca in maniera più rilassata e tranquilla rispetto agli altri giorni, dando origine quindi a dei rapporti sessuali migliori.
Manovra, per le pensioni torna in pista la rivalutazione fino a duemila euro
di Andrea Bassi
La manovra alla Camera prova a ripartire dalle questioni che si erano arenate al Senato. Prima tra tutte la rivalutazione delle pensioni. Il governo, per bocca del vice ministro Stefano Fassina, ha aperto alla proposta di adeguare al 100% dell’inflazione gli assegni fino a quattro volte il minimo.
L’indicizzazione completa degli assegni, dunque, salirebbe dagli attuali 1.500 euro circa fino a 2.000 euro. Per quelli superiori rimarrebbe una rivalutazione del 75% (tra quattro e cinque volte le minime) e del 50% per quelle fino a sei volte il minimo. «Stiamo lavorando anche ad un’altra soluzione», spiega a Il Messaggero Angelo Rughetti, che sta facendo da ”ufficiale di collegamento” in Commissione bilancio per il gruppo del Pd. «L’idea», dice il deputato, «è arrivare ad una rivalutazione piena, al 100%, per tutte le pensioni sotto il limite dei 90 mila euro». Un allargamento della platea verso il quale sta spingendo anche la Cna pensionati. Il problema sono le risorse. «I soldi», spiega Rughetti, «potrebbero essere recuperati dal contributo sulle pensioni d’oro, attualmente destinato a finanziare il reddito minimo, ma che rischia di cadere di nuovo sotto la scure della Corte Costituzionale perché le risorse sono impiegate fuori del sistema previdenziale». Una mossa del genere, ovviamente, lascerebbe scoperta la misura di integrazione dei redditi per i più poveri. Misura che il governo, ha spiegato Fassina, vorrebbe invece rafforzare aumentando la dote di 120 milioni di euro con la possibilità di far salire fino a 400 euro il reddito garantito per le famiglie in difficoltà. Con quali soldi? Un’ipotesi sarebbe quella di usare i fondi della spending review, sottraendone una parte al taglio del cuneo fiscale. Sulle pensioni ci potrebbe essere anche un’altra novità, la reintroduzione del divieto di cumulo tra pensione e reddito quando l’assegno previdenziale è superiore a 50 mila euro. Un emendamento del Pd con questi contenuti è già stato depositato.
Stretta sui depositi Ma la vera sorpresa, probabilmente, potrebbe essere un’altra proposta di modifica che arriva dal partito di maggioranza alla Camera: quella di eliminare i tetti al bollo depositi. Dal primo gennaio del prossimo anno scatterà la nuova aliquota del 2 per mille sulle «comunicazioni finanziarie». Una patrimonialina che colpisce gli investimenti in titoli e i conti di deposito. Il Pd vuol cancellare la soglia minima di pagamento, attualmente fissata a 34,20 euro e quella massima di 4.500 euro. Un modo spiega Rughetti, «per rendere l’imposta più progressiva».
Il Pd, poi, continua a spingere per l’introduzione della cosiddetta «web tax», un meccanismo per colpire le multinazionali di internet. Giganti come Google che pur fatturando in Italia centinaia di milioni di euro, pagano tasse irrisorie grazie a complessi meccanismi fiscali. Con la web tax i big dell’on line sarebbero costretti ad aprire una partita Iva italiana per fatturare tutta la pubblicità venduta nel paese. In questo modo sarebbero costretti a pagare l’Iva e le altre tasse. Una misura analoga, ieri, è stata prospettata anche dal presidente francese Francoise Hollande che ha incontrato i vertici di Netflix. La società che offre video in straming ha illustrato al capo dell’Eliseo le sue intenzioni di ingresso sul mercato francese, sentendosi immediatamente rispondere che una condizione imprescindibile era, appunto, l’apertura di una partita Iva nel paese. Per dire che oltre il mondo virtuale ce n’è uno reale dove si pagano le tasse.
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