Maria ci libera dalla schiavitù
Il Papa all'Angelus parla del sì della Madre di Gesù e dello sguardo di Dio che si posa, con amore, su ogni donna e su ogni uomo
Dio ci guarda, guarda ognuno di noi con amore. In una piazza San
Pietro già addobbata per il Natale, con il grande albero proveniente
dalla Baviera e il presepe napoletano in preparazione
intitolato "Francesco 1223-Francesco 2013", il Papa festeggia il giorno
dell'Immacolata. «Il nostro sguardo», dice, «è attratto dalla bellezza
della Madre di Gesù, la nostra Madre! Con grande gioia la Chiesa la
contempla "piena di grazia", così come Dio l’ha guardata fin dal primo
istante nel suo disegno d’amore. Maria ci sostiene nel nostro cammino
verso il Natale, perché ci insegna come vivere questo tempo di Avvento
nell’attesa del Signore».
«Il Vangelo di san Luca», dice papa Francesco, «ci presenta una ragazza
di Nazareth, piccola località della Galilea, nella periferia dell’impero
romano e anche nella periferia di Israele. Eppure su di lei, su quella
ragazza di un paesino lontano, si è posato lo sguardo del Signore, che
l’ha prescelta per essere madre del suo Figlio. In vista di questa
maternità, Maria è stata preservata dal peccato originale, cioè
da quella frattura nella comunione con Dio, con gli altri e con il
creato che ferisce in profondità ogni essere umano. Ma questa
frattura è stata sanata in anticipo nella Madre di Colui che è venuto a
liberarci dalla schiavitù del peccato. L’Immacolata è inscritta nel
disegno di Dio; è frutto dell’amore di Dio che salva il mondo».
Un amore che non ci lascia esclusi. Anzi. «Il mistero di questa
ragazza di Nazareth, che è nel cuore di Dio, non ci è estraneo»,
sottolinea il Papa. «Non è lei là e noi qui, siamo collegati,
infatti Dio posa il suo sguardo d’amore su ogni uomo e ogni donna con
nome e cognome. Il suo sguardo d'amore è su ognuno di noi».
Dio ha «un progetto d’amore che Dio rinnova ogni volta che noi ci accostiamo a Lui, specialmente nei Sacramenti.
In questa festa, allora, contemplando la nostra Madre Immacolata,
bella, riconosciamo anche il nostro destino più vero, la nostra
vocazione più profonda: essere amati, essere trasformati dall’amore,
essere trasformati dalla bellezza di Dio. Guardiamo lei, nostra Madre, e
lasciamoci guardare da lei perché è la nostra Madre che ci ama tanto;
lasciamoci guardare da lei per imparare a essere più umili, e anche più
coraggiosi nel seguire la Parola di Dio; per accogliere il tenero
abbraccio del suo Figlio Gesù, un abbraccio che ci dà vita, speranza e
pace».
Infine il Papa ricorda l'atto di devozione che compirà in piazza
di Spagna, come è consuetudine ogni 8 dicembre, e in Santa Maria
Maggiore per pregare per tutti, in special modo per la città di Roma e
porre tutti sotto la protezione di Maria.
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