Il popolo sovrano ha abdicato
Noi popolo sovrano della Repubblica italiana, abbiamo deciso di abdicare, lasciando la sovranità a ignoti.
Con decisione maggioritaria, e dunque democratica, abbiamo rinunciato
al nostro diritto, sancito dalla Costituzione, di eleggere attraverso
l’esercizio del voto un Parlamento e quindi un governo.
Abbiamo
scelto come prova generale e laboratorio nazionale della nostra
abdicazione la Sicilia, là dove comincia l’Italia e là dove partì con
lo sbarco americano la liberazione del Paese.
Per la prima volta nella storia della Repubblica la maggioranza
assoluta di noi elettori non è andata a votare, il residuo voto ha
premiato come primo partito un movimento di protesta radicale e i
restanti spiccioli si disperdono in liste tra loro incomponibili. In
questo modo abbiamo ricusato il diritto di voto e dichiarato estinta e
rigettata la democrazia.
Il voto è stato un puro spettacolo fine a
se stesso, una giostra che prescinde completamente da chi dovrà poi
governare, non avendo i numeri. Le motivazioni della nostra abdicazione
non si possono sbrigare con lo stato di salute di noi sovrani. In
effetti la nostra salute psicofisica, soprattutto mentale, versa in uno
stato depressivo preoccupante. Ma è la totale sfiducia nel voto, nei
partiti politici e anche nei loro surrogati, come i tecnici, a indurci
a questo atto.
Non abdichiamo in favore di nessuno, non
riconosciamo eredi, tutori o curatori. Anarchia, scioglimento o
dominazione straniera, fate voi.
Lasciamo il Paese incustodito e restituiamo la democrazia come un ordigno al Dio Ignoto.
Marcello Veneziani
Noi popolo sovrano della Repubblica italiana, abbiamo deciso di abdicare, lasciando la sovranità a ignoti.
Con decisione maggioritaria, e dunque democratica, abbiamo rinunciato al nostro diritto, sancito dalla Costituzione, di eleggere attraverso l’esercizio del voto un Parlamento e quindi un governo.
Abbiamo scelto come prova generale e laboratorio nazionale della nostra abdicazione la Sicilia, là dove comincia l’Italia e là dove partì con lo sbarco americano la liberazione del Paese.
Per la prima volta nella storia della Repubblica la maggioranza assoluta di noi elettori non è andata a votare, il residuo voto ha premiato come primo partito un movimento di protesta radicale e i restanti spiccioli si disperdono in liste tra loro incomponibili. In questo modo abbiamo ricusato il diritto di voto e dichiarato estinta e rigettata la democrazia.
Il voto è stato un puro spettacolo fine a se stesso, una giostra che prescinde completamente da chi dovrà poi governare, non avendo i numeri. Le motivazioni della nostra abdicazione non si possono sbrigare con lo stato di salute di noi sovrani. In effetti la nostra salute psicofisica, soprattutto mentale, versa in uno stato depressivo preoccupante. Ma è la totale sfiducia nel voto, nei partiti politici e anche nei loro surrogati, come i tecnici, a indurci a questo atto.
Non abdichiamo in favore di nessuno, non riconosciamo eredi, tutori o curatori. Anarchia, scioglimento o dominazione straniera, fate voi.
Lasciamo il Paese incustodito e restituiamo la democrazia come un ordigno al Dio Ignoto.
Marcello Veneziani
Con decisione maggioritaria, e dunque democratica, abbiamo rinunciato al nostro diritto, sancito dalla Costituzione, di eleggere attraverso l’esercizio del voto un Parlamento e quindi un governo.
Abbiamo scelto come prova generale e laboratorio nazionale della nostra abdicazione la Sicilia, là dove comincia l’Italia e là dove partì con lo sbarco americano la liberazione del Paese.
Per la prima volta nella storia della Repubblica la maggioranza assoluta di noi elettori non è andata a votare, il residuo voto ha premiato come primo partito un movimento di protesta radicale e i restanti spiccioli si disperdono in liste tra loro incomponibili. In questo modo abbiamo ricusato il diritto di voto e dichiarato estinta e rigettata la democrazia.
Il voto è stato un puro spettacolo fine a se stesso, una giostra che prescinde completamente da chi dovrà poi governare, non avendo i numeri. Le motivazioni della nostra abdicazione non si possono sbrigare con lo stato di salute di noi sovrani. In effetti la nostra salute psicofisica, soprattutto mentale, versa in uno stato depressivo preoccupante. Ma è la totale sfiducia nel voto, nei partiti politici e anche nei loro surrogati, come i tecnici, a indurci a questo atto.
Non abdichiamo in favore di nessuno, non riconosciamo eredi, tutori o curatori. Anarchia, scioglimento o dominazione straniera, fate voi.
Lasciamo il Paese incustodito e restituiamo la democrazia come un ordigno al Dio Ignoto.
Marcello Veneziani
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