lunedì 18 novembre 2013

Sogno americano

Sogno americano

 Per sogno americano (American Dream) ci si riferisce alla speranza, condivisa sia dagli estimatori degli Stati Uniti d'America sia da parte degli abitanti, che attraverso il duro lavoro, il coraggio, la determinazione sia possibile raggiungere un migliore tenore di vita e la prosperità economica. Questi valori erano condivisi da molti dei primi coloni europei, e sono stati poi trasmessi alle generazioni seguenti. Cosa sia diventato il Sogno Americano, è una questione continuamente discussa; alcuni ritengono che abbia portato ad enfatizzare esclusivamente il benessere materiale come misura del successo e/o della felicità.

Profilo storico

L'origine del Sogno Americano proviene dall'allontanamento dai modelli del Vecchio Mondo per governo ed economia. Questo permise libertà mai sperimentata prima, specialmente la possibilità di una significativa mobilità sociale verso l'alto. In aggiunta, dalla Guerra di indipendenza americana fino all'ultima metà del diciannovesimo secolo, molte delle risorse dell'America erano libere e generarono promesse di proprietà terriere e investimenti fortunati in terre o industrie. Lo sviluppo della Rivoluzione Industriale combinato con le grandi risorse naturali dell'enorme continente non ancora completamente colonizzato creò la possibilità di migliorare la propria condizione sociale.
Molti dei primi imprenditori Americani si diressero a ovest, verso le Montagne Rocciose, dove potevano comprare a bassissimo prezzo molti acri di terreno, nella speranza di trovarvi dei giacimenti d'oro. Il Sogno Americano fu un fattore primario non solo per la "Corsa all'Oro" di metà ottocento, ma anche nelle successive ondate di immigrazione che caratterizzarono quel secolo e il successivo.
In Europa, le crisi come la grande carestia irlandese, l'esodo delle Highlands in Scozia e le conseguenze del regime Napoleonico spinsero molti dei più poveri europei ad andare in America, per poter rimediare al loro basso tenore di vita e godere delle ampie libertà economiche e costituzionali offerte dall'America.
A metà del diciannovesimo secolo arrivò negli Stati Uniti un numero considerevole di emigranti dalla Cina e dal Giappone, tutti alla ricerca del Sogno Americano. Questo fenomeno portò alla formazione di molti quartieri Cinesi (le cosiddette Chinatown), nelle maggiori città, come San Francisco, e New York City. Molti di questi emigranti dell'estremo oriente lavorarono come operai alla realizzazione della Prima Ferrovia Transcontinentale.
Durante la seconda metà del diciannovesimo secolo il prolifico scrittore Horatio Alger diventò famoso per i suoi romanzi che idealizzavano il Sogno Americano. Le sue storie di persone povere ed emarginate, che tramite i loro sforzi riuscivano a conquistare ricchezza e successo, contribuirono all'insediarsi del Sogno Americano nella cultura popolare.
Con l'avvicinarsi del XX secolo, le grandi personalità dell'industria divennero le nuove icone del Sogno Americano, dato che molti di loro erano arrivati a controllare grandi industrie e immensi capitali pur provenendo da bassissime condizioni sociali; famosi esempi di ciò si trovano nei capitalisti Andrew Carnegie e John D. Rockefeller. L'acquisizione di un notevole benessere dimostrava che, avendo talento, intelligenza e costanza di lavorare duramente, era possibile avere successo nella vita.
Per tutto il diciannovesimo secolo, gli emigranti fuggirono dalle monarchie dell'Europa Occidentale, che con la loro economia post-feudale, caratterizzata da una pesante tassazione, opprimevano la classe povera e soffocavano lo sviluppo, mentre l' economia americana era costruita da persone che erano consapevolmente libere da tali costrizioni.
Chi arrivava nel Nuovo Mondo portava con sé anche la speranza dell'uguaglianza. In quello che è forse il suo discorso più famoso, Martin Luther King nomina il Sogno Americano:

Il sogno americano oggi

Nel corso del XX secolo, il Sogno Americano ha avuto le sue sfide. La Grande depressione causò vaste sofferenze e privazioni durante gli Anni Trenta, e fu quasi un rovesciamento del sogno per le persone che ne furono direttamente colpite. I fermenti razziali non scomparvero, ed in certe zone degli Stati Uniti la violenza razziale era comunissima. C'erano anche ansia e preoccupazione per la campagna antidemocratica nota come Maccartismo, ingaggiata contro i sospettati di simpatie comuniste.
Dalla fine della seconda guerra mondiale, le giovani famiglie americane cercarono di vivere con relativo benessere e stabilità nei sobborghi che venivano costruiti attorno alle maggiori città. Questo portò all'arrivo dei (relativamente) conservatori anni cinquanta, quando molti inseguirono la "famiglia perfetta" come parte o conseguenza del Sogno Americano. Questo stato di cose fu infranto da una nuova generazione di giovani che abbracciarono i valori hippie degli anni sessanta, negando i valori tradizionali come il Sogno Americano. In tempi moderni, il Sogno Americano è visto come un possibile traguardo, dato che tutti i bambini possono andare a scuola e avere un'istruzione. Anche se la spinta verso di esso diminuì durante quegli anni, il sogno in sé non morì mai.
Negli anni novanta, la ricerca del Sogno Americano può essere individuata nel boom delle cosiddette Dot-com. La gente negli Stati Uniti, come nel resto del mondo, ha investito le sue energie nella nuova corsa all'oro di Internet, sempre guidata dalla stessa fede secondo cui chiunque, con abilità e duro lavoro, può avere successo in America. Persone normalissime misero in piedi delle compagnie dal loro stesso garage di casa e divennero milionari. Questo nuovo capitolo del Sogno Americano di nuovo divenne un richiamo per il mondo e attrasse molte persone intraprendenti dalla Cina e dall'India verso la Silicon Valley per avviare nuove aziende e cercare fortuna in America.

Un esempio recente della realizzazione del Sogno Americano è il caso di Tamir Sapir. Immigrato della Georgia, Sapir arrivò in America nel 1973 e iniziò a lavorare come tassista a New York. Mettendo da parte risparmi per acquistare un negozio di elettronica, si conquistò principalmente la clientela russa. Alla fine stabilì contatti con la delegazione Sovietica alle Nazioni Unite a New York, e commerciò materiale elettronico in cambio di contratti petroliferi, che poi vendette a compagnie Americane. Investendo i profitti in beni immobili a Manhattan, diventò un miliardario nel 2002, meno di trent'anni dopo essere arrivato in America senza un soldo in tasca. Come molte storie di persone passate dalla povertà alla ricchezza, la sua è una storia unica che sarebbe difficile ripetere. Oggi Sapir sta diventando noto come il "tassista milionario" d'America.
Il grande sogno americano, insomma, vive tutt'oggi nell'immaginario collettivo di chi vive negli Stati Uniti se si vuole provare a fare qualcosa e di chi decide di emigrarvi: est europei, africani, asiatici, scandinavi, irlandesi (c'è disoccupazione e sovrappopolazione). Persone e filosofie come quelle di Tony Robbins, il guru dell'automiglioramento, rappresentano oggi, valorizzandola, l'immagine del self made man, la prova che con il duro lavoro e la perseveranza i risultati ed il successo sono garantiti.

 



 

 

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