venerdì 29 novembre 2013

Non è forse giusto tagliare le pensioni sopra i 3500 euro?


 

Per difendere le pensioni da ricchi tagliamo istruzione e sanità. Un terzo dei pensionati guadagna quattro volte di più di chi prende la minima. Vi sembra giusto che possano continuare tali diseguaglianze dopo la vita lavorativa?

Ultimamente osservo dei discorsi fuori dalla realtà. Siamo in un paese con la disoccupazione alle stelle, con i salari tra i più bassi d'Europa, dove i laureati lavorano nei call center, dove non si esita a dare pesanti sforbiciate all'istruzione e alla sanità. Ma poi improvvisamente appena si sfiora l'ipotesi di un taglio alle pensioni sopra i 3500 euro si scatena il putiferio.
Un dialogo surreale, sviluppatosi dentro al principale partito di ispirazione socialista e democratica. Il paradosso è che il candidato teoricamente più a destra, viene accusato di demagogia, attaccato da chi si dice più a sinistra di lui.
E allora mi viene da chiedermi spontaneamente: ma cosa difende oggi la sinistra? È possibile che debba difendere chi prende una pensione doppia, tripla, quadrupla rispetto ad un salario base? Quale idea di futuro può dare chi si fa paladino delle pensioni d'oro, d'argento e di bronzo e si dimentica di quelle di rame, insieme ai salari da fame?
Ho sentito anche dire tale quota andrebbe alzata, perché 3500 euro in fondo non sono tanti. E allora ho pensato di essere proprio un disadattato, uno che vive ai margini. Evidentemente per chi naviga nel mondo della politica 3500 euro di pensione, 2000 o 2500 netti che siano, sono una quota troppo bassa.
Ok, io posso considerarmi un povero mentecatto squattrinato, che frequenta gente povera, anche se ben più colta e ricca di spirito di chi nel tempo libero gira col Cayenne e si diletta con le operazioni di borsa.
Ammetto con sincerità che non conosco nessuno nel mio entourage, anche quello più allargato, che possa aspirare a uno stipendio di 3500 euro. E questi, quelli che dovrebbero difendere i lavoratori, o le fasce più deboli mi vengono a parlare di truffa a danno dei pensionati!
Bisogna distinguere tra sistema retributivo o contributivo, diranno i tecnocrati. È vero, in linea teorica c'è chi la pensione potrebbe ritenerla acquisita in base ai contributi versati negli anni, ma c'è chi l'ha ricevuta dopo soli 20 anni di lavoro. E c'è chi la reclama in base ad uno status acquisito 10,20,30 anni fa che oggi non ha più ragione di esistere. Perché parliamoci chiaro: sono i lavoratori di oggi che pagano la pensione ai lavoratori di ieri! È sempre stato così.
Io dico che a ogni pensionato deve essere garantito un vitalizio equo, ma soprattutto solidale con le nuove generazioni, che non sono più in grado di sostenere questo grave carico del passato, in cui si gonfiavano gli stipendi con l'inflazione e il debito pubblico. Il sistema è collassato, non può più funzionare e dovremmo rendercene conto.
Sto sollevando un conflitto generazionale lo so. Ma non è possibile che a pagare gli errori dei padri debbano essere sempre e solo i figli. Rimango progressista se dico che la società deve progredire. Altrimenti sto solo difendendo dei privilegi, acquisiti più o meno legittimamente.
Secondo l'Inps ci sono quasi un migliaio di persone che percepiscono più di 20 mila euro al mese, le cosiddette pensioni d'oro. Il terzo più ricco prende mediamente 2200 al mese e pesa per il 60% sul bilancio, mentre un altro terzo ne guadagna appena 500. A me sembra profondamente ingiusto. Chi ha guadagnato di più ha avuto i suoi meriti e avrà investito i suoi soldi in modo congruo. Perché un dipendente pubblico deve percepire il triplo rispetto a un artigiano? Con quale diritto chi ha avuto una condizione più agiata in passato deve pretendere di estendere all'oggi il suo status sociale sopra la media? Se la redistribuzione della ricchezza  durante l'arco lavorativo è un'idea troppo comunista o da sovversivi, man mano che si invecchia dovremmo deporre le armi e metterci la coscienza in pace. Lasciare spazio alla solidarietà, alle nuove leve e alle idee fresche, rinunciare all'antico prestigio, o al semplice "privilegio", si fa per dire, di avere avuto un lavoro fisso. Chi ha ben guadagnato avrà anche ben investito. Allora, prima che sopraggiunga la morte con la livella come diceva Totò, è meglio cominciare ad attenuare le diseguaglianze, condurre uno stile di vita più consono, dare il buon esempio. Per permettere anche alle generazioni future di avere una vecchiaia serena, ma soprattutto un presente più dignitoso.
di Gabriele Bindi

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