E' partita «Fermiamo l'Italia», la protesta dei Forconi con volantinaggi e presidi che, almeno in Sicilia, secondo le assicurazioni del leader locale Mariano Ferro, non dovrebbero sfociare in blocchi stradali per i quali, comunque, il Garante degli scioperi ha promesso sanzioni e il Viminale tolleranza zero. Inizia così il countdown dei giorni di passione che rischiano di paralizzare il Paese e bloccare le merci, dando una ulteriore batosta ai consumi proprio nel periodo natalizio che poteva rilanciarli. Da ieri sera al via, alle 22, i primi presidi del fronte minoritario dell'autotrasporto in lotta, affiancati da Cobas del latte e del mais, cani sciolti dell'imprenditoria, taxisti ribelli e commercianti antitasse. Un affronto alle regole che ha spinto il Garante degli scioperi a promettere sanzioni per chi manifesta prima della mezzanotte, dal momento che l'agitazione era stata indetta a partire da oggi. Sul web, però rimbalza noncurante la mappa dei raduni imminenti. Da Siracusa a Udine, agli svincoli di Napoli e Parma. E il governo gioca d'anticipo. Con una mossa a sorpresa l'esecutivo ha deciso di sbloccare il divieto domenicale di circolazione dei tir che dalle diciotto - anzichè dalle 22 - possono marciare e guadagnare ore preziose per portare a destinazione soprattutto i carichi deperibili dei mercati ortofrutticoli e i rifornimenti più urgenti. Alza la voce il ministro Maurizio Lupi che avverte gli autotrasportatori sul piede di guerra «che non hanno tra le loro ragioni nessuna richiesta presentata al governo che sia rimasta inevasa e che li giustifichi», e che «il governo si opporrà con fermezza a ogni forma di violenza per garantire sicurezza ai cittadini e tutela dei loro diritti».
«Basta menzogne», replica il presidente di Trasportounito Maurizio Longo - l'anima più ultracobas dei padroncini - che addossa al governo i danni che saranno prodotti dal fermo che avrà, pronostica, un consenso «maggiore delle aspettative». L'agitazione, che ha avuto un tiepido appoggio dal neosegretario della Lega Matteo Salvini, dovrebbe protrarsi fino al tredici dicembre, e incrociare dunque il voto di fiducia fissato per l'undici. Scadenza per la quale Danilo Calvani - il leader dei forconi dell'agro pontino che auspica un direttorio militare - minaccia che «se sarà votata la fiducia ed i politici non andranno via, tutti convergeranno su Roma per un'invasione pacifica». Già nella prima edizione dei Forconi, gennaio 2012, Calvani aveva portato i trattori al Circo Massimo insieme all'ex generale dei carabinieri Antonio Pappalardo. «Agiremo comunque nel rispetto delle regole, vogliono farci passare come eversivi. Forse disorganizzati, ma siamo una forza massiccia», sottolinea Calvani cercando di prendere le distanze dall'abbraccio di Forza Nuova e Casapound che ha allarmato il Viminale per il rischio di infiltrazioni da destra. Rimane l'allerta anche per le minacce mafiose alle organizzazioni che non sciopereranno e che rappresentano il 95% dei camionisti.
Ad Agrigento, l'ennesimo episodio: durante un comizio è circolato un volantino con scritto viva la mafia. Preoccupato il vicepresidente di Confcommercio Paolo Uggè che teme il collasso «se le forze dell'ordine non sapranno fare il loro dovere». A suo avviso, se la protesta è montata in questo modo, «la responsabilità è di chi non ha saputo fare il proprio dovere, cioè il Ministero dell'Interno». Se scoppiasse il caos, conclude Uggè, «chiederò ufficialmente le dimissioni del ministro». Mariano Ferro che guida i forconi siciliani, sembra essere sceso a compromessi dopo i segnali di tolleranza zero da parte delle prefetture pronte a far uso di idranti, e annuncia che non ci saranno blocchi. Solo volantinaggi e comizi. Nell'incertezza, buona parte dei negozi della capitale ha già fatto approvvigionamenti. A Torino che è uno dei cuori pulsanti della protesta guidata qui da Andrea Zunino, seguace di correnti mistiche e fondatore della tecnica respiratoria "Respiro consapevole", il sindaco Piero Fassino spera che tutto domani si svolga pacificamente e smentisce voci che dal web avevano annunciato la chiusura delle scuole nel capoluogo piemontese.
Roma La protesta, come si è detto, oggi sbarca anche nella Capitale. Ad aprirla sarà un sit-in, un presidio fisso, nei pressi della Stazione Ostiense, ma potrebbe trasformarsi già tra martedì e mercoledì in un «invasione pacifica», con manifestanti da tutta Italia, nel caso in cui il governo Letta ottenesse la fiducia.
Quello che accadrà ancora non è chiaro. Potrebbe forse crearsi qualche incolonnamento di mezzi lungo una corsia del Gra, ma la protesta è in embrione. Anche se blocchi stradali non sono annunciati, tra i commercianti romani cresce la preoccupazione. Specie per il rischio di non poter vedere garantito l'approvvigionamento di derrate alimentari fresche come frutta, verdura, carne o pesce. «Può succedere di tutto: se vengono bloccate le strade di accesso alla Capitale i rifornimenti delle derrate alimentari fresche potrebbero non arrivare nei negozi e nei mercati della Capitale», spiega il presidente dell'Upvad, che rappresenta i mercati rionali, e vicepresidente vicario di Confcommercio Roma Franco Gioacchini. Più ottimista il presidente della Confesercenti di Roma Valter Giammaria: «Molti esercizi commerciali della Capitale già hanno provveduto a rifornirsi di derrate alimentari in vista dello sciopero annunciato. Molti altri non ce l'hanno fatta. Potrebbero esserci problemi di approvvigionamento solo per questi ultimi e solo se venissero bloccate le strade di accesso a Roma. Ma in questo caso non sarebbe solo un problema commerciale, bensì generale della città».
Nel resto d'Italia Ci saranno manifestazioni a Udine a Piazzale Osoppo, Pordenone Statale inferiore, Zoppola Orcenico, Parma Svincolo Autostrada A1, Napoli Casello Napoli, Caserta, Mazara del Vallo, Santa Ninfa, Castelvetrano, a Ragusa in Piazza Libertà, a Genova in Piazza De Ferrari, a Milano in Mazzo di Rho e in Piazza San Magno. Le manifestazioni per la giornata di lunedì 9 dicembre saranno a Orbassano all'interporto, ad Asti i presidi si terranno in Piazza Alfieri, Piazza Primo Maggio e Corso Savona, a Torino presidi e cortei da Porta Palazzo a Piazza Castello. Saranno organizzati presidi anche a Vercelli, Lodi, Piacenza, Ferrara, Imperia, Bordighera, Reggio Emilia, Viareggio, Grosseto, Pesaro, Macerata, Teramo, Roma con presidio permanente in piazza dei Partigiani, Bari, Cerignola, Andria, Cosenza, Milazzo, Palermo in via Ernesto Basile e in Piazza Indipendenza, Alcamo, Castellamare del Golfo, Agrigento e Campobello di Licata, dove sono comparse scritte mafiose di supporto. Disagi potrebbero esserci anche agli snodi ferroviari, portuali e autostradali di Reggio Calabria e Messina.
Fuori dalla protesta è la Sardegna, dove il movimento dei pastori sardi prevede iniziative autonome. In tutto sono circa un centinaio i punti caldi attorno ai quali si dovrebbero radunare i forconi e le piccole galassie di malcontento antigoverno e antieuropa che li affiancano, come quella di parte degli allevatori contrari alle quote latte e degli imprenditori del Life.
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