sabato 7 dicembre 2013

Tir e Forconi si preparano a bloccare l'Italia. Trenta presidi e paura di infiltrazioni di estrema destra


Il Movimento dei forconi torna in piazza e minaccia di bloccare l'Italia. Si parte domani alle 22. Lo slogan è appunto «Fermiamo l'Italia» e i promotori si scambiano su siti e social network in vista dell'annunciata mobilitazione che da domani sera punta a paralizzare il traffico in varie città d'Italia con blocchi stradali e manifestazioni, mentre i prefetti di diversi capoluoghi, sulla base di una circolare inviata dal Viminale, hanno già emanato ordinanze per vietare assembramenti stradali a garanzia dei diritti dei cittadini e per la continuità dei servizi essenziali.

E nonostante le defezioni di diverse sigle e movimenti in contrasto con l'annunciata adesione di formazioni di estrema destra come Forza Nuova, il numero di presidi organizzati sul territorio è salito a 96. Da domani sera alle 22, quindi, «iniziano i giochi, scatta la mobilitazione ad oltranza. Il grosso si muoverà da lunedì mattina», è l'annuncio sul web di una «lotta che non ha dietro sindacati o partiti, nè apparati di alcun tipo. La mobilitazione del 9 dicembre è partita, sulla scia del Movimento dei Forconi di Mariano Ferro, da un manipolo di esponenti di categorie sociali in rotta con le loro rappresentanze sindacali e politiche ufficiali, attivisti che poi si sono autorganizzati e federati, camminando sulle loro gambe. da un paio di settimane si vanno aggiungendo altri settori sociali, quelli del lavoro precario e marginale, dei giovani disoccupati, degli esclusi, dei nuovi poveri».
I timori Una mobilitazione che naturalmente non sfugge all'attenzione degli apparati di sicurezza e di intelligence. Il timore è che nella protesta pacifica dei movimenti in piazza si possano infiltrare frange violente, provenienti dall'estremismo politico, dalla criminalità o dalle formazioni più violente del mondo ultras, per sfruttare le rivendicazioni sociali e provocare disordini.

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