sabato 7 dicembre 2013
Vaticano, lotta ai pedofili: Papa Francesco istituisce commissione per combattere gli abusi
Papa Francesco, su proposta del consiglio degli otto cardinali ha deciso di costituire una specifica commissione per la protezione dei minori con la finalità di consigliare il Pontefice nell'impegno della Santa Sede nella protezione dei bambini e la protezione pastorale delle vittime degli abusi. L'annuncio della decisione del Papa è stato dato alla stampa dal cardinale Sean Patrick ÒMalley, arcivescovo di Boston e membro del consiglio di cardinali che collabora con papa Francesco nel governo della Chiesa e nel progetto di riforma della Curia.
La commissione avrà il compito di riferire sullo stato attuale delle vittime degli abusi, suggerire in raccordo con conferenze episcopali sui provvedimenti da adottare, proporre nomi di persone adatte per la sistematica attuazione di queste nuove iniziative includendo laici, religiosi, religiose, sacerdoti con competenze nella sicurezza dei fanciulli, nei rapporti con le vittime, nei problemi di salute mentale, nell'attuazione delle leggi. La composizione e le competenze della commissione verranno comunicate dal Pontefice con un documento specifico. Tra le possibili responsabilità della commissione, ha fatto sapere il card. ÒMalley, ci saranno linee guida per la protezione dei bambini, lo sviluppo di norme per la protezione dei bambini e la prevenzione degli abusi su minori, programmi di formazione di chi opera su bambini e su minori. Inoltre protocolli per la sicurezza dell'ambiente, codici di condotta professionale, per l'attestazione di idoneità al ministero sacerdotale, screening, controllo della fedina penale, schede di valutazione psichiatrica, la collaborazione con autorità civili per la segnalazione dei reati. Altri specifici compiti, comunicazioni riguardanti il clero, la pastorale di supporto delle vittime e dei familiari, l'assistenza spirituale e servizi di salute mentale, la collaborazione con esperti di ricerca e sviluppo della prevenzione degli abusi sui minori, studi di psicologia e sociologia, la collaborazione con vescovi e superiori religiosi, il rapporto con i fedeli e i mezzi di comunicazione, incontri con le vittime, la supervisione e il recupero riguardante chierici colpevoli di abusi.
I comandamenti. Papa Francesco invita i cristiani a fare un esame di coscienza e, attingendo dalla parabola evangelica della liturgia del giorno nel corso della messa a Santa Marta, ricorda che Gesù rimproverava i farisei di conoscere i Comandamenti ma di non metterli in pratica nella vita. A questo proposito, ricorda il Papa nell'omelia di cui dà conto la Radio Vaticana, «sono parole buone, ma se non sono messe in pratica non solo non servono, ma ci fanno male: ci ingannano, ci fanno credere che noi abbiamo una bella casa ma senza fondamenta». Il Papa riprende la figura della casa costruita sulla roccia. E dice: «questa figura della roccia si riferisce al Signore. Isaia lo dice: 'Confidate nel Signore sempre, perchè il Signore è una roccia eternà». Da qui il monito di Bergoglio: «Una parola cristiana che non ha le sue radici vitali, nella vita di una persona, in Gesù Cristo, è una parola cristiana senza Cristo. E le parole cristiane senza Cristo -avverte Francesco- ingannano, fanno male». A tale proposito, il Papa ricorda che una volta uno scrittore inglese, a proposito delle eresie, «diceva che una eresia è una verità, una parola, una verità che è diventata pazza. Quando le parole cristiane sono senza Cristo incominciano ad andare sul cammino della pazzi». A questo proposito Papa Bergoglio invita «a fare un esame di coscienza per capire come sono le nostre parole». Infine, il Pontefice mette in guardia dalle parole che «per credersi potenti finiscono nella pazzia della vanità, nella pazzia dell'orgoglio».
I cristiani. Chi pronuncia parole cristiane senza Cristo, cioè senza metterle in pratica, fa male a se stesso e agli altri, perchè è vinto dall'orgoglio e causa «divisione», anche nella Chiesa: è questo, in sintesi, quanto ha inolter affermato papa Francesco, stamani, durante la messa presieduta nella cappella di Santa Marta. «Una parola cristiana senza Cristo ti porta alla vanità, alla sicurezza di te stesso, all'orgoglio, al potere per il potere», ha detto il Pontefice. Ascoltare e mettere in pratica la parola del Signore è come costruire la casa sulla roccia. Papa Francesco spiega la parabola evangelica proposta dalla liturgia del giorno. Gesù rimproverava i farisei di conoscere i comandamenti ma di non realizzarli nella loro vita: «sono parole buone», ma se non sono messe in pratica «non solo non servono, ma fanno male: ci ingannano, ci fanno credere che noi abbiamo una bella casa, ma senza fondamenta». Una casa, secondo Bergoglio, che non è costruita sulla roccia: «Una parola cristiana che non ha le sue radici vitali, nella vita di una persona, in Gesù Cristo, è una parola cristiana senza Cristo! E le parole cristiane senza Cristo ingannano, fanno male! Uno scrittore inglese, una volta, parlando delle eresie diceva che un'eresia è una verità, una parola, una verità, che è diventata pazza. Quando le parole cristiane sono senza Cristo incominciano ad andare sul cammino della pazzia». E una pazzia - ha spiegato il Papa - che fa diventare superbi: «Una parola cristiana senza Cristo ti porta alla vanità, alla sicurezza di te stesso, all'orgoglio, al potere per il potere. E il Signore abbatte queste persone. Questa è una costante nella storia della Salvezza». Queste persone, le ha additate, «che soltanto vanno dietro una parola, ma senza Gesù Cristo: una parola cristiana pure, ma senza Gesù Cristo, senza il rapporto con Gesù Cristo, senza la preghiera con Gesù Cristo, senza il servizio a Gesù Cristo, senza l'amore a Gesù Cristo». «Ci farà bene fare un esame di coscienza», ha affermato il Papa, per capire «come sono le nostre parole», se sono parole «che credono di essere potenti», capaci «di darci la salvezza», o se «sono parole con Gesù Cristo». «Mi riferisco alle parole cristiane, perchè quando non c'è Gesù Cristo anche questo ci divide fra di noi, fa la divisione nella Chiesa - ha avvertito -. Chiedere al Signore la grazia di aiutarci in questa umiltà, che dobbiamo avere sempre, di dire parole cristiane in Gesù Cristo, non senza Gesù Cristo. Con questa umiltà di essere discepoli salvati e di andare avanti non con parole che, per credersi potenti, finiscono nella pazzia della vanità, nella pazzia dell'orgoglio».
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