I consiglieri regionali decidono di fissare per il futuro il loro gettone a quello percepito il mese scorso. Prima era l'80 per cento di quello della Camera. Un cambio di regola voluto per evitare di essere colpiti dai previsti tagli a Montecitorio
di Andrea ManagòAl Consiglio regionale del Lazio la notizia che l'Italia vive una delle peggiori crisi economiche degli ultimi anni non deve essere arrivata. Mentre ovunque infuriano le polemiche sui tagli ai costi della politica, il parlamentino di via della Pisana in un anno e mezzo ha già raggiunto record poco invidiabili: 20 commissioni, contro le 14 di Camera e Senato. Per non parlare dei 17 gruppi consiliari di cui ben 8 sono "organismi unicellulari".
In questa situazione, i consiglieri regionali del Lazio hanno approvato una norma che fissa il loro stipendio a quello che percepivano al 1 dicembre scorso. Attualmente invece la loro indennità è agganciata all'80 per cento di quella della Camera. In questo modo, se a gennaio a Montecitorio si procederà come annunciato ad un taglio dello stipendio dei parlamentari, a via della Pisana i consiglieri non subiranno nessuna decurtazione in busta paga.
Non contenti, gli onorevolini del Lazio hanno deciso di assegnare il vitalizio anche agli assessori esterni, ovvero i membri della giunta che non sono consiglieri: attualmente 14 su 16.
Una norma che era stata abolita nel febbraio 2005, sul finire della presidenza di Francesco Storace. Attualmente la Regione Lazio eroga 222 vitalizi, tra ex consiglieri e reversibilità, con una spesa annua di 16 milioni e 400 mila euro. Forse per qualcuno sono pochi.
Così, con un blitz alle 2 di notte in Commissione Bilancio, la maggioranza (targata Pdl, Udc, Lista Polverini e La Destra) ha approvato una modifica alla manovra finanziaria regionale varata dalla giunta guidata da Renata Polverini. Il nuovo testo estende il vitalizio «ai consiglieri e gli assessori in carica o cessati dal mandato» della legislatura in corso. Tradotto: anche i componenti della giunta Polverini esterni al Consiglio, una volta maturati i requisiti anagrafici e di mandato necessari, potranno percepire il vitalizio.
Un pasticcio figlio del modo in cui è stato composto l'attuale esecutivo regionale. La giunta Polverini annovera quasi esclusivamente assessori esterni per effetto del caos liste alle ultime regionali. I grandi portatori di voti del Pdl capitolino, rimasti fuori dal Consiglio, sono stati "ricompensati" dalla governatrice con un assessorato. Stesso discorso per alcuni fedelissimi della presidente come Stefano Cetica (Bilancio) e Mariella Zezza (Lavoro). L'avvicinarsi del Natale deve aver invogliato la maggioranza a fargli un bel "regalo": quando avranno maturato i diritti anche loro godranno del beneficio da circa 3.000 euro al mese.
Questo dopo una sola legislatura, perché quattro assessori percepiranno una cifra più alta avendo già alle spalle un altro mandato da consiglieri regionali. Due poi, il centrista Luciano Ciocchetti e il presidente de La Destra Teodoro Buontempo, sommeranno al vitalizio regionale anche quello da parlamentare. Dati alla mano, se iniziassero a percepire l'assegno tutti insieme, la spesa aggiuntiva per i cittadini laziali sarebbe di oltre 700 mila euro l'anno.
L'opposizione ha gridato allo «scandalo», ma la Polverini ha difeso a spada tratta il provvedimento, sostenendo ci fosse «un'anomalia solo del Lazio che non equiparava gli assessori ai consiglieri regionali». L'assessore al Bilancio è andato oltre, glorificando il valore degli assessori esterni: «Se tutti avessero avuto anche il ruolo di consiglieri, il Lazio sarebbe necessariamente stato assente da tavoli decisivi».
Per placare le polemiche ora la maggioranza sta pensando di inserire nel testo della manovra da votare in aula un emendamento, che concede la facoltà di rinunciare al vitalizio entro i 30 giorni precedenti all'inizio della sua erogazione.
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