Italiani, quarantenni e disoccupati.
Ecco chi affolla le mense dei poveri
I dati raccolti dagli operatori dei centri di ascolto e dei servizi di Caritas Ambrosiana
di Milano non lasciano dubbi: una fascia crescente della popolazione
italiana non ha più prospettive per il futuro, e abbandona ogni speranza. A fornire l’ennesimo, duro ritratto della crisi è il Rapporto sulle povertà nella diocesi di Milano,
che descrive la condizione dei tanti uomini e donne di mezza età che
hanno perso il lavoro e non riescono a trovarne un altro, uno qualunque.
Nei centri di ascolto del capoluogo lombardo, gli
utenti che si rivolgono agli sportelli per il lavoro sono in costante
aumento, e la rassegnazione dilaga. Dal 2008 al 2012 sono aumentati del
31,4% coloro che domandano pacchi di viveri e piccoli
aiuti materiali. Nel corso del 2012 gli italiani che si sono rivolti ai
centri in cerca di cibo sono il 37%, percentuale pressoché identica a
quella degli stranieri. Ormai le mense per i senza
fissa dimora e i dormitori sono pieni di italiani. Hanno più di 40 anni,
hanno perso il lavoro e ammettono di trovarsi in uno stato di
necessità. Spesso l’indigenza riguarda intere famiglie, e si incontrano
padri divorziati che alla mensa dei poveri ci portano anche i figli.
Qualcuno se la prende con la politica: “Letta dovrebbe venire qui a
vedere come vive un uomo troppo vecchio per un colloquio di lavoro e
troppo giovane per andare in pensione”. di Fabio Abati
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