venerdì 13 dicembre 2013

Neofascisti e ultrà con il popolo della rabbia


  Protesta Forconi Torino LP

Massimo Solani
«Il nemico è comune a tutti e si chiama stato-ladro-mafioso italiano». Nel sito web del coordinamento «9 dicembre 2013» la sezione «cosa vogliamo» è un calderone ribollente di rabbia antipolitica e una chiamata generale alle armi contro l’Europa, le banche, la «Kasta», le tasse e il nemico più inviso all’estrema destra: «L’italia è il paese adatto solo a chi viene a delinquere o a farsi mantenere dal nostro lavoro», scrivono. Ossia gli immigrati. Non bastasse ci pensa Lucio Chiavegato, uno degli animatori della protesta, a soffiare sul fuoco: «Autoblu per tutti, privilegi a volontà, Equitalia mandante di suicidi di massa - spiega - famiglie che vanno al disastro, vescovi e cardinali che danno direttive politiche, zingari ladri difesi dalle alte cariche di stato, extracomunitari clandestini mantenuti a nostre spese, politici scortati a fare la spesa, cittadini lasciati soli contro i ladri e violenti e donne violentate da persone che non dovrebbero esserci».

Sigle autonome di autotrasportatori, coltivatori diretti, piccoli imprenditori e commercianti «vessati da Equitalia», un pot-pourri di risentimento viscerale dove chiunque può aggiungere la propria recriminazione: dai malati di Stamina a Roma al «fronte di liberazione dai banchieri» che, ottenute le dimissioni di massa di tutti i politici e di tutte le istituzioni a partire dal Presidente della Repubblica, vorrebbe «un periodo transitorio in cui lo stato sarà guidato da una commissione retta dalle forze dell’ordine». Una giunta militare, insomma.

A questa galassia nera tendente al nerissimo nei giorni scorsi si sono uniti anche gli agenti di polizia aderenti all’Ugl veneto, che in un comunicato hanno annunciato «l’adesione virtuale al blocco dell’Italia». «Siamo lavoratori, siamo padri, madri, figli, giovani, meno giovani, che stanno subendo questo periodo di crisi globalizzata, pagandone anche a caro prezzo le conseguenze, stiamo vivendo ormai da anni uno stato di disagio diffuso», hanno scritto. Anche per questo, ieri, sul web (a partire dal blog di Beppe Grillo) sono circolate per tutto il giorno le notizie secondo le quali la polizia e le forze dell’ordine si sarebbero schierate al fianco dei manifestanti. In realtà, a Torino come a Genova, quella di togliersi i caschi e riporre gli scudi è stata semplicemente una scelta fatta per ridurre la tensione in un momento di calma dopo lunghi minuti di scontri. «I poliziotti in servizio, su disposizione del funzionario responsabile, si sono tolti il casco, essendo venute meno le esigenze operative che ne avevano imposto l’utilizzo - ha spiegato poi nel pomeriggio la questura di Torino in una nota - Si tratta di un comportamento da considerare ordinario». «A tale gesto non appare possibile, pertanto - conclude la Questura - riconnettere significati non attinenti alle regole d’impiego dei dispositivi individuali di protezione e, tantomeno, di condivisione delle istanze dei manifestanti». Scene simili anche a Genova, dove alcuni dei partecipanti al corteo hanno abbracciato e baciato i carabinieri di guardia alla prefettura, mentre ben diverso è il caso di Rho dove alcuni agenti (cinque o sei al massimo) si sono uniti al corteo sfilando in strada.

Anche perché, soltanto poche ore prima, a Torino gli scontri erano stati furiosi e ad animarli in prima fila insieme ad esponenti dei centri sociali c’erano ultras della curva bianconera (su tutti «Drughi», «Bravi ragazzi» e «Tradizione») e cugini granata. Estrema destra da stadio mentre a Roma a guidare la giornata erano soprattutto le sigle della galassia neofascista, da Forza Nuova al Movimento Sociale Europeo. Stesse scene anche in Liguria, a Imperia nel corteo sono spuntate bandiere di Forza Nuova, mentre molto attiva soprattutto in Calabria è stata anche CasaPound.

Un fermento di sigle e istanze su cui Beppe Grillo non ha esitato a mettere il cappello attirato dal motto «mandiamoli tutti a casa». Sul proprio blog infatti il comico ha rilanciato alcuni dei video delal giornata dei «forconi», commentati entusiasticamente da molti utenti che invitavano ad unirsi alla protesta, nonostante le non poche divisioni all’interno del Movimento. Nei giorni scorsi, ad esempio, era stato il M5S di La Spezia a dissociarsi dalle manifestazioni «vista e considerata l’adesione ufficiale di movimenti estremisti, di cui non condivide contenuti e metodi».

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