martedì 10 dicembre 2013

Mandela, oltre 80 capi di Stato in Sud Africa per l'ultimo saluto. Netanyahu non va: il viaggio costa troppo




«Tutto il mondo verrà in Sudafrica», ha detto il portavoce del ministro degli Esteri. Anche il presidente cubano Raul Castro parteciperà alle cerimonie per rendere l'ultimo omaggio al leader che ha sconfitto l'apartheid.

Sugli spalti di Soweto ci saranno tra gli altri Barack Obama, Francois Hollande, Enrico Letta, David Cameron. Assente invece la regina Elisabetta II d'Inghilterra. Da qualche tempo la sovrana, 87 anni, ha ridotto i suoi viaggi all'estero. A rappresentarla ci sarà il figlio Carlo che domenica 15 dicembre, al termine di una lunga settimana di preghiere e celebrazioni, parteciperà anche ai funerali.

Tra gli assenti anche il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu, che ha invece deciso di rinunciare a causa dell'alto costo del viaggio in Sudafrica. Lo riferisce la stampa israeliana. Il premier aveva notificato alle autorità sudafricane la sua presenza, ma, riferiscono la radio pubblica e Haaretz, ha deciso all'ultimo momento di annullare il viaggio che sarebbe costato almeno sette milioni di shekel, vale a dire un milione 450 mila euro, per il trasporto e la sicurezza. Il costo dell'affitto di un aereo dell'El Al da solo sarebbe costato 2,8 milioni di shekel e il trasposto di materiale e personale di sicurezza con un volo dell'esercito avrebbe aggiunto al conto altri 3,2 milioni di shekel. Netanyahu erastato oggetto di dure critiche dopo che la stampa aveva rivelato di recente che l'anno scorso le tre residenze del premier sono costate ai contribuenti 700.000 euro.

Anche il Dalai Lama mancherà ai funerali. «Ho perso un caro amico». Così lo aveva saluto dalle pagine del suo sito ufficiale solo pochi giorni fa. Ma il Dalai Lama non ci sarà a dare l'ultimo saluto a Mandela. E il ricordo torna immediatamente ai quei due visti negati in passato dal Sudafrica di Thabo Mbeki e Jacob Zuma, accusati all'epoca di aver ceduto alle pressioni del potente partner economico, la Cina, che cerca in tutti i modi di limitare i viaggi del leader spirituale tibetano, simbolo - proprio come Madiba - della lotta non violenta per la libertà del suo popolo.

Il Dalai Lama è stato in Sudafrica nel 1996, 1999 e 2004, ricevuto dai presidenti ai tempi in carica Nelson
Mandela e dallo stesso Mbeki. Ma nel 2009 si vide rifiutare il visto. Era stato invitato a un conferenza per
parlare di pace da altri Nobel per la pace come lui, da Mandela e dall'ex presidente Frederick De Klerk, e
dall'arcivescovo Desmond Tutu. Poi un'altra volta nel 2011, dove era atteso per celebrare gli 80 anni di Tutu che in quell'occasione accusò il governo sudafricano di essere peggio di quello dell'apartheid.

Ed è stato proprio Tutu a paragonare i due grandi uomini, nelle ore successive la morte di Mandela: «Quello che ha passato, ha dimostrato la sua dedizione e la sua abnegazione. Aveva l'autorità e la forza d'attrazione di chi soffre in nome di altri: come Gandhi, Madre Teresa e il Dalai Lama». Il saluto del Dalai Lama resterà comunque in quelle parole espresse il 6 dicembre: «Il miglior omaggio che possiamo rendere a Mandela è fare tutto ciò che possiamo per contribuire al rispetto dell'unità dell'umanità e lavorare per la pace e la riconciliazione come ha fatto lui».

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