giovedì 12 dicembre 2013

Politica, datti una mossa, gli italiani sono stanchi di aspettare

“Rien de nouveau aujourd’hui”

Fa specie che PdL e PD, con curioso sincronismo, parlino contemporanamente di primarie del partito, immaginando di cambiare la facciata affinchè nulla cambi.
Il Pdl, dopo la scoppola a livello nazionale, pare intenzionato a darsi una mossa, ma, nei fatti, ancora non si è visto nulla di concreto.
Ed il PD, che in questo momento canta vittoria, non ha ancora capito che, nell’immaginario collettivo, i suoi rappresentanti, altro non rappresentano se non l’altra faccia di una medaglia di cui più nessuno si fregerebbe di apporsela in petto.
I politici, tutti, sia del PdL che del Pd, non hanno capito che la gente li rifiuta, non li vuole più.
Non serve cambiare la facciata, se poi, nei fatti, tra pochi mesi saranno ancora gli stessi che si candideranno.
Coloro che lo faranno, verranno irrimediabilmente bocciati.
Grillo non è la soluzione di nulla, ma sa cavalcare bene lo scontento popolare.
Ora è al 20%, domani sarà all’80%.
Grazie al demerito altrui, rischia veramente di fare l’en plein, surclassando non solo il PdL, ma anche il PD.
Badate bene, questa analisi non è solo mia, ma opinione condivisa da chi, appena ieri, ha avuto con me un franco scambio di opinioni, al fine di mettere a punto una strategia, valida almeno sul locale.
Gli uomini di punta del Pdl erano giovani nel 1994, ma poi, una volta eletti ed arrivati al posto di comando, non se ne sono più andati, impedendo un sano e continuato ricambio.
Idem il PD.
Mi piace, il parallelismo metaforico, fra la situazione politica italiana odierna, e quella che si era creata nel Francia di fine 700:
a Versailles Luigi XVI passava il suo tempo cacciando e giocando ai giochi di società, mentre fuori dagli alti cancelli il popolo soffriva la fame.
La sera del 14 luglio 1789, Luigi XVI, giorno in cui il popolo furente attaccò e “prese” la Bastiglia, sul suo diario personale in cui annotava tutto, scrisse testualmente: ”rien de nouveau aujourd’hui“-“ Oggi niente di nuovo”.
Pare proprio che, dopo 230 anni, la storia si stia ripetendo.
Mai nella storia d’Italia si è visto un solco più profondo fra il popolo italiano ed i suoi rappresentanti in parlamento.
Il livello di esasperazione che abbiamo constatato stando a contatto con tutti gli strati sociali della popolazione è tale che potrebbe esplodere da un momento all’altro con una violenza sconosciuta.

Il sistema politico italiano, nel suo insieme, pare essere giunto al capolinea.
Attenzione, non stiamo parlando di una specifica parte politica, che sia la destra o la sinistra, stiamo parlando di un intero SISTEMA.
Gli enormi problemi strutturali che le attuali generazioni si trovano a dover affrontare hanno radici lontane, ed ingenui, per non dire ipocriti, sono coloro che intendono addossare ogni responsabilità al passato governo Berlusconi.
I mali d’Italia si chiamano debito pubblico, globalizzazione, mancanza di risorse energetiche, sindacati cancerosi, classe politica inetta e costosa, incapace di legiferare nell’interesse supremo del popolo ma solo della propria casta, mancanza del popolo di una reale coscienza nazionale.
Stiamo sull’orlo di una rivoluzione dopo della quale, una volta compiuta, nulla sarà più come prima.
Quanti se ne sono resi conto?

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