Così le banche aggirano la legge
Gli istituti di credito non possono costringere il cliente cui fanno credito a sottoscrivere (carissime) assicurazioni emesse da loro stessi. Ma la realtà è diversa: spesso i metodi usati per ottenere la firma e i soldi sono fin troppo espliciti. Un'inchiesta di Altroconsumo, mentre il Governo fa finta di nulla.
Forse non tutti lo sanno, ma le banche
non possono costringere il cliente che sottoscrive un mutuo a comprare
anche un assicurazione sugli infortuni messa in vendita dall’istituto
medesimo, magari una polizza sulla vita legata al prestito da erogare.
Ma tant’è:un’inchiesta dell’associazione Altroconsumomostra
che è meglio non fare i preziosi in sede di richiesta di mutuo, che poi
la banca si indispettisce. «È obbligatoria la polizza?», chiede un
finto cliente a un impiegato di filiale. «Mmmh – è la risposta – Ci sono
due correnti di pensiero: ufficialmente devo dire di no, ufficiosamente
senza la polizza è difficilissimo riuscire oggi a fare un mutuo».
COMPRA QUI E SUBITO – Accertato che l’assicurazione “ufficiosamente obbligatoria”
costa oltre 7mila euro – di cui un terzo è la commissione della banca
–, chissà che non si possa almeno selezionarla da una lista con proposte
di altre istituti, in nome della concorrenza. «Può scegliersene una
sua, sì – è la risposta dello stesso impiegato – Alla banca questa cosa
piace, no». Fine della storia. Eppure l’interdizione al cumulo di mutuo e
polizza vita esiste ed è stato deciso dall’Isvap, l’Autorità per la vigilanza sulle assicurazioni private, sin dal mese di aprile. A febbraio Giancarlo Giannini, il presidente di questo organismo di controllo, aveva pubblicamente chiesto di inserire anche nel decreto legge sulle liberalizzazioni
il divieto «per le banche e gli intermediari finanziari di assumere
contemporaneamente la qualifica di distributori delle polizze e
beneficiari delle stesse». Il suggerimento venne ignorato dal Governo,
lasciando il precetto dell’Isvap solo contro l’arbitrio informale degli
istituti di credito.
GIRA CHE TI RIGIRA – Nella versione edulcorata del decreto uscita dal Parlamento, la banca ha l’obbligo di sottoporre al cliente due preventivi di polizza tra quelli di altri istituti.
Un dovere minimo e tuttavia frequentemente eluso, secondo quanto si
evince dal report di Altroconsumo. E dire che, sempre secondo le parole
di Giannini, «gli istituti di credito costringono i clienti alla
stipulazione della polizza e applicano commissioni pari in media al 44%
dei premi corrisposti, con punte del 79%». Questo tipo di assicurazione
garantisce alla banca il pagamento delle rate in caso di morte, di
perdita del lavoro e di infortunio del cliente. Non si è mai trattato di
un obbligo codificato da qualche parte: l’unico dovere di legge è la
garanzia contro incendio e scoppio, per il resto si ha semplicemente a
che fare con pratiche radicate. Oggi la situazione è dunque al paradosso:
secondo l’Isvap le banche non possono beneficiare delle polizze legate
al mutuo da loro stesse concesso; secondo il decreto liberalizzazioni,
invece, possono eccome, sempre che sottopongano tre alternative al
cliente, tra cui l’assicurazione della casa. Tutto come prima insomma,
con l’aggravante della crisi e dei prestiti elargiti col contagocce.
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