Cara Camera, nel senso di “quanto ci costi”.
La prima tentazione è di dire subito “troppo”, come a voler schiacciare
il pulsante di un quiz prima che la domanda sia terminata. Messa da
parte la vena populista e demagogica, ci si può basare sui numeri. In
base alle tabelle allegate al bilancio della Camera dei deputati
(l’aula lo sta esaminando in questi giorni) non c’è una differenza
enorme tra le retribuzioni dei dirigenti e quelle dei lavoratori di
livello più basso. Ma solo perché la retribuzione della “base” è molto
alta.
Risulta allora che il
segretario generale – il funzionario più importante della Camera – entra
con uno stipendio che supera di poco i 400mila euro lordi annui (più
l’indennità di funzione), ma tutto sommato è assimilabile agli
amministratori delegati di grandi aziende quando a responsabilità e
denaro percepito. A scendere nella scala gerarchica, però, la
differenza con gli stipendi “normali”, quelli determinati dal mercato,
si avverte moltissimo ed è quasi imbarazzante.
Gli
operatori tecnici – compresi i centralinisti, gli elettricisti e i
barbieri – all’inizio del loro lavoro ricevono poco più di 30mila euro
lordi l’anno. Passati dieci anni superano i 50mila, potendo superare di gran lunga (se vivono abbastanza) i 100mila euro.
Lordi, per carità, ma le cifre parlano da sé; quelle di un
centralinista, di un elettricista e un barbiere “comuni mortali”, messe a
confronto con queste, gridano. E anche quelle di tanti altri italiani,
che come reddito medio non arrivano a 20mila euro lordi l’anno.
A Montecitorio poi ci sono oltre 400 assistenti parlamentari (i “commessi”) che – lo nota il Corriere oggi – “guadagnano in media come il direttore di una filiale di banca” pur avendo compiti simili a quelli degli uscieri
(tranne quando devono affrontare le bizze di parlamentari burloni o
fuori di sé, ovviamente). Ancora meglio va ai consiglieri parlamentari
(i funzionari che svolgono attività di studio e ricerca, o di assistenza
giuridica), che guadagnano circa come un primario ospedaliero, ma a
fine carriera possono andare oltre i 350mila euro annui. A questo poi si
aggiungono le indennità che ogni addetto della Camera (anche i cuochi)
ha.
Eppure questi numeri oggi sono disponibili (e fanno indignare) perché almeno quest’estate l’amministrazione aveva reso pubblici in rete i dati esatti, che prima erano noti solo a livello di gossip. Quello
che accade ancora, per capirsi, al Senato, che forse ha retribuzioni
ancora più alte del personale. Ma per ora lo si dice soltanto, non lo si
legge a chiare cifre.
Gabriele Maestri
Nessun commento:
Posta un commento