giovedì 21 novembre 2013

SFASCIO ITALIA: BENVENUTI.


 Francesca Caprarotta

DI FRANCESCA CAPRAROTTA
Italia, paese di santi, navigatori e poeti. Una volta. Ora è il paese delle contraddizioni.
È passato un mese dalla tragedia lungo le coste di Lampedusa e ancora nessun risultato concreto per la modifica della legge Bossi-Fini.
Le statistiche strillano che la disoccupazione è ai livelli del 1970, ma i nostri ministri hanno etichettato i giovani come bamboccioni e ignorano i cinquantenni disoccupati. La precarietà è un deficit, nemmeno i sindacati ci si spendono. La pensione è un miraggio nel deserto.
Sono passati circa 90 giorni dalla condanna in terzo grado di Silvio Berlusconi ed è ancora un uomo libero, che siede nel nostro Parlamento.
Il risarcimento per la famiglia Cucchi è fissato oltre un milione di euro: la colpa sarebbe stata dai medici. La sorella di Stefano Cucchi, dà ragione alla Ministra Cancellieri, che fa uscire la figlia dell’amico Ligresti dal carcere per anoressia.  Non solo, il Guardasigilli non ha intenzione di dimettersi, non pensa agli altri 70mila circa carcerati che non possono telefonarle?forse pensa al prossimo incarico per suo figlio.
I femminicidi continuano e sono un sottofondo nei tg, insieme ai suicidi per la crisi e per l’omofobia, di cui tutti fanno finta di non sapere. Il razzismo e l’omofobia, in realtà, serpeggiano dentro il nostro Parlamento, basta sentire i discorsi della Lega Nord.
Dopo 16 anni, il segreto viene declassato e tutti sanno quanti barili di rifiuti tossici hanno portato a morti per tumori nel territorio tra Napoli e Caserta. Una vera e propria autodistruzione di massa, operata a fini di lucro.
In Sicilia è emergenza CASA. Su 35mila domande di case popolari, solo 600 sono evase. L’abusivismo è una legittima necessità e gli sfratti una vergogna. Ma né la Regione né lo Stato hanno predisposto interventi.
E dulcis in fundo, i bancari protestano cantando l’inno degli operai a cui hanno messo il cappio al collo: Bella Ciao. Chissà cosa provano nel sapere di potersi ritrovare nei panni di chi si sedeva di fronte al loro sportello.
La sorte ha decretato: “Avanti un altro.” Spero arrivi il turno anche per la casta.

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