Scontri nelle vicinanze dell’Isola di Betio
sabato 20 novembre 1943
Comincia l’operazione Galvanic
• Pacifico. Ha inizio l’operazione Galvanic:
oltre 100 fra navi da guerra, trasporti e mezzi da sbarco di ogni tipo
si avvicinano nella notte all’atollo di Tarawa e a quello di Makin,
nell’arcipelago delle Gilbert. Da tempo i nipponici hanno possentemente
fortificato i due gruppi di isolotti, in particolare Tarawa, dove il
contramm. Keichi Shibasaki dispone di 5.000 uomini, oltre a circa 400
addetti all’aeroporto e a un certo numero di operai coreani trasformati
in fucilieri ausiliari. Cannoni di ogni calibro, dai 37 ai 203 mm, carri
leggeri interrati, fortini abilmente mimetizzati, sbarramenti
antisbarco, grandi rifugi coperti da terra e sabbia per parecchi metri
di spessore rendono l’atollo un obiettivo particolarmente difficile, la
cui conquista costerà molto cara alle truppe americane.
• Alle 5.07 i mezzi da sbarco della Task Force 53, che trasportano la 2ª divisione Marines,
più un battaglione dell’8ª e le unità ausiliarie, sono giunti a breve
distanza dall’Isola di Betio, punta sud-occidentale dell’atollo e la più
guarnita dal nemico, quando sono presi sotto il fuoco dei nipponici.
Pochi minuti dopo i grossi calibri delle corazzate Maryland e Mississippi e
delle altre grandi unità americane investono l’isola con una pioggia di
proiettili che fanno esplodere depositi di munizioni e di carburante.
Le navi cessano il fuoco alle 5.42 per cedere, secondo il piano di
operazioni, il posto agli aerei; ma poiché questi non giungono, i
difensori ne approfittano per riaprire il fuoco contro i mezzi da sbarco
con i pezzi da 203 e da 140 mm. L’ora dello sbarco deve essere
posticipata dalle 8.30 alle 9, poiché solo alle 6.30 sopraggiungono i
bombardieri che effettuano brevi ma micidiali incursioni
sull’isola.
Entrano in azione i mezzi da sbarco e quelli anfibi
•
Infine, alle 8.25 si muove la prima ondata di mezzi da sbarco e di
anfibi. Devono percorrere 5.500 metri per raggiungere la riva, superando
gli sbarramenti nemici e, prima di questi, la barriera corallina
dell’atollo. Ma la scogliera è coperta da pochissima acqua, così che
molti mezzi da sbarco non riescono a superarla. La superano invece gli
anfibi, e proprio in quel momento i nipponici da sbarco non riescono a
superarla. Gravi le perdite fra gli attaccanti. Una seconda ondata
riesce a giungere fino alla barriera corallina con i mezzi da sbarco e
da lì, con i cingolati anfibi, alla spiaggia. Seguono sanguinosi corpo a
corpo. I Marines riescono a raggiungere la spiaggia, ma non a
procedere oltre. A bordo dei mezzi da sbarco, i carri armati Sherman che
devono appoggiare lo sbarco possono giungere fino alla barriera
corallina da dove alcuni, attraversando la laguna dove l’acqua è più
bassa, raggiungono la spiaggia. A sera, le poche forze sbarcate e
sopravvissute al fuoco nemico si preparano a sostenere un contrattacco
notturno, secondo la tecnica usata così spesso dai nipponici a
Guadalcanal. Ma questo non ha luogo, per cui i Marines sbarcati
hanno almeno modo di scavarsi le buche individuali in attesa di
rinforzi. Sull’atollo di Makin, le cose vanno molto più lisce per i
fanti del 165° reggimento e per i carri che devono appoggiarli. Lo
sbarco ha inizio alle 8.30, secondo i piani, e nel giro di poche ore gli
invasori stabiliscono solide teste di sbarco sull’Isola di Butaritari,
la principale dell’atollo, dopo aver occupato l’isolotto di Kotabu senza
incontrare opposizione.
I Marines estendono la loro posizione sul fiume Piva
• Isole Salomone. A Bougainville, la 3ª divisione Marines estende
le proprie posizioni presso il fiume Piva dopo aver superato la decisa
resistenza avversaria. La 37ª divisione estende il perimetro difensivo
della testa di sbarco senza entrare in contatto col nemico.
Superamento del Sangro per le truppe di Montgomery
• Fronte italiano.
Nel settore orientale del fronte, in cui opera l’8ª armata del gen.
Montgomery, la XXXVI brigata della 78ª divisione britannica effettua
l’attraversamento del fiume Sangro. Il passaggio avviene sotto una
pioggia torrenziale che trasforma il terreno in un pantano e rallenta le
operazioni. I reparti oltre il Sangro sono isolati.
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