mercoledì 20 novembre 2013

Anziani sempre più a rischio povertà

Per il peso della crisi e gli effetti delle manovre correttive sono proprio gli anziani che “danno di più e ricevono di meno”. E la manovra pesa anche sulle condizioni di tanti italiani migranti.
Peggiorano sensibilmente le condizioni sociali ed economiche degli anziani nel nostro Paese. La crisi prima, le manovre effettuate dai governi nel 2010 e 2011 poi, hanno pesato sulle fasce d’età anziane peggiorandone le condizioni di vita e facendo crescere i fenomeni di esclusione sociale. E’ quanto emerge dai dati della II Indagine nazionale sulla condizione sociale degli anziani, presentata a Roma dall’Auser nazionale.
E’ del Presidente Nazionale dell’AUSER Michele Mangano la denuncia che “Gli anziani, insieme alle donne ed ai giovani sono fra le categorie di cittadini che più di altri stanno soffrendo gli effetti della crisi e delle manovre economiche. Il potere d’acquisto delle loro pensioni si è ridotto del 30% negli ultimi anni con la conseguenza di una drastica riduzione dei consumi, difficoltà se non impossibilità ad affrontare le spese impreviste, e tante rinunce purtroppo spesso legate alla tutela della propria salute ed alla prevenzione.
La parola scomparsa è Equità: per questo chiediamo al Governo di non puntare solo sulla Social Card e di dare maggior peso alla questione sociale. Le risorse si possono trovare, soprattutto dalla lotta alla corruzione e all’evasione fiscale”.

Alcuni indicatori rilevanti

Crescono le liste d’attesa conseguenza della riduzione dei servizi comunali per gli anziani.
Nel periodo ottobre 2011 - gennaio 2012, in base alla rilevazione annuale effettuata dall’Auser, sui bandi comunali per l’affidamento di servizi sociali, si registra una sensibile riduzione, pari a circa il 28%, del numero delle proposte di bando dedicate ai servizi per gli anziani. Le variazioni in negativo riguardano soprattutto i comuni con più di 50 mila abitanti.
I consumi degli anziani: in crescita abitazione ed energia, ma si riducono i consumi per alimentazione, abbigliamento e servizi sanitari
Le statistiche ISTAT mostrano come negli ultimi 8 anni (2003 - 2010) la spesa media mensile di un anziano solo cresca esclusivamente per l’abitazione e l’energia (+2,9%) e dei trasporti (+0,7%). Al contrario, nel periodo considerato, l’anziano che vive solo ha ridotto soprattutto le spese per l’alimentazione (-1,7%), l’abbigliamento e le calzature (-0,8%), oltre a quelle per l’arredamento (-0,8%) e quelle relative ai servizi sanitari (-0,6%). Soprattutto quest’ultimo capitolo di spesa denota un peggioramento abbastanza grave della situazione dell’anziano, che si vede costretto a ridurre una tipologia di consumi considerata fondamentale.
Nel complesso, quindi, il fatto che tra il 2003 e il 2010 la spesa media mensile sia cresciuta di circa 284 euro non è affatto un buon segno, dato che l’aumento proviene esclusivamente da spese legate all’abitazione e ai trasporti. Anche per quanto riguarda una coppia senza figli con capofamiglia ultra65enne, solo una voce di spesa risulta in aumento (sempre nel 2003/2010): quella destinata all’abitazione ed energia (+3,9%). In calo risultano essere invece tutte le altre voci di spesa, anche se in modo più ridotto rispetto alla categoria degli anziani over 65 soli.
Nel 2012 le cose non andranno meglio, si stima un aumento della spesa fino al 5% per l’abitazione e i consumi energetici¸ ne pagheranno le conseguenze soprattutto gli anziani soli che si troveranno costretti a tagliare su altri capitoli di spesa come il tempo libero, l’abbigliamento e l’alimentazione.
Redditi degli anziani: non si naviga nell’oro.
In base alle statistiche ISTAT nel 2010 le famiglie italiane composte di soli anziani sono il 28,06% del totale, erano il 27% nel 2007. E i pensionati poveri risultano essere 2,3 milioni, una cifra destinata a crescere.
L’ISTAT ricorda anche che le pensioni fino a 915,52 euro (cioè la soglia che nella prima versione del disegno di legge sulla manovra Monti è stata esentata dal blocco delle indicizzazioni) rappresentano in media il 27,3% del reddito totale delle famiglie con pensionati.
Nel 2011, in base ai dati INPS, su un totale di 5.269.493 pensioni di vecchiaia (il dato si riferisce al numero delle prestazioni), circa il 52% ha un importo inferiore ai 500 euro mensili e ben il 78% non supera i 750 euro. Relativamente invece alle pensioni di anzianità, più del 30% delle prestazioni non supera la soglia dei 900 euro.
Da sottolineare le forti differenze di genere: gli importi medi mensili delle pensioni percepite dalle donne risultano, mediamente a livello nazionale, inferiori di quasi 600 euro rispetto a quelle degli uomini.
Nel 2010, in Italia, il 5,5% degli anziani risultano in condizione di povertà assoluta, circa lo 0,2% in più rispetto al 2009
L’incidenza di povertà assoluta tra gli anziani è in aumento, nel biennio 2009/2010, nelle regioni del Nord (+0,5%), confermando i risultati evidenziati per la povertà relativa, ed in quelle del Centro (+0,5%) mentre, di contro, risulta in flessione nel Mezzogiorno (-0,5%).
Si conferma comunque lo svantaggio delle regioni del Sud (7,2% degli anziani vive in condizioni di povertà assoluta) e del Nord (5,1%) rispetto quelle del Centro Italia (3,7%).
Oltre agli indicatori relativi alla povertà relativa ed assoluta, di notevole interesse è l’indice di “deprivazione materiale” (non riuscire a sostenere spese impreviste; avere arretrati nei pagamenti come mutuo, affitto, bollette, debiti vari; non potersi permettere in un anno una settimana di ferie lontano da casa, un pasto adeguato almeno ogni due giorni, il riscaldamento adeguato dell’abitazione, l’acquisto di una lavatrice, di una televisione a colori, di un telefono o di un’automobile).
Gli effetti delle manovre correttive, un peso di 3002 euro all’anno
Gli anziani sarebbero doppiamente colpiti dalle manovre correttive. Da un lato, infatti, stanno contribuendo quali ammortizzatori sociali d’emergenza al reddito delle generazioni più giovani grazie alla sostanziale stabilità degli introiti che percepiscono. Dall’altro, tuttavia, sono visti dalle recenti manovre governative messe in atto per far fronte alla crisi strutturale del Paese come “soggetti privilegiati” sui quali poter applicare riduzioni della spesa pubblica. Prendendo come unità di misura la famiglia e come limite temporale il presente - e quindi la manovra del Governo Monti cosiddetta Salva Italia - una volta che la manovra sarà a regime, le ricadute saranno pari a 887 euro annui a famiglia, ai quali bisogna aggiungere la cifra già prodotta dalle precedenti manovre, che porterebbe il totale a 3.002 euro annui a famiglia.
A tutto ciò occorre aggiungere la nuova stangata che pesa sulle famiglie italiane: da gennaio le tariffe di luce e gas sono aumentate rispettivamente del 4,8% e del 2,7% con una maggiore spesa annua di oltre 53 euro. Per quanto riguarda la rivalutazione delle pensioni, ci sarà il mancato adeguamento di indicizzazione delle pensioni superiori a 1402 euro, che rappresentano il 22% delle prestazioni previdenziali erogate.

Uno scenario preoccupante.

Da questo scenario emerge la necessità di una maggiore tutela della popolazione anziana, che si trova sempre più costretta a ricorrere a forme di aiuto informale, non potendo beneficiare di adeguate politiche pubbliche. Tuttavia, anche nell’ambito del care giving informale, come sottolineato dal Rapporto Istat 2011, assistiamo ad una notevole diminuzione delle famiglie, soprattutto anziane, che beneficiano dell’aiuto di tali reti (dal 28,9% del 1983 al 16,7% nel 2009).
Il rapporto mette in evidenza la diminuzione delle reti di aiuto informali dovuto probabilmente alle trasformazioni occorse nelle strutture famigliari, portando l’attenzione quindi sull’aumento di richieste di aiuto ad enti pubblici e privati.
Tutto questo può facilmente portare alla conclusione che diminuire le fonti di reddito principali degli anziani, le pensioni, tagliando anche risorse alle strutture pubbliche di sostegno alle forme di disagio, potrebbe portare a molti anziani un peggioramento della qualità di vita.

di Italo Stellon.

 

Nessun commento:

Posta un commento