mercoledì 20 novembre 2013

Caso Cancellieri


 


mozione di sfiducia

E' la mattina di Annamaria Cancellieri. Il Ministro della Giustizia infatti alle 10.30 sarà alla Camera dove verrà affrontata la mozione di sfiducia nei suoi confronti presentata dal Movimento 5 Stelle. Una votazione in realtà che sembra più tranquilla e sicura per il Guardasigilli, soprattutto dopo che ieri il Pd ha accolto in maniera compatta l'invito del premier, Enrico Letta, che ha spiegato come un voto contro il ministro sarebbe stato come un voto di sfiducia verso l'intero esecutivo.
Anche Renzi ed i suoi, che fino a poche ore prima avevano continuato a chiedere le dimissioni, sembrano essersi decisi a fare un passo indietro

La speranza è che sia il ministro Cancellieri a compiere il fatidico passo indietro, togliendo dall'imbarazzo il governo Letta ma soprattutto il Partito democratico. Che mercoledì, in occasione della presentazione della mozione di sfiducia del M5S alla Camera, è chiamato a decidere quale strada intraprendere: la prima ipotesi prevede di votare una mozione per chiedere al ministro ulteriori chiarimenti, senza però arrivare alla rottura con Letta. È l'ipotesi che accarezzano i maggiorenti del Pd che in queste ore stanno facendo pressing su Letta affinché convinca il suo ministro a dimettersi.
La seconda ipotesi - impercorribile sul piano politico ma possibile se il Pd dovesse spaccarsi in occasione dell'assemblea nazionale di mercoledì - è quella che le correnti meno filogovernative del Pd finiscano per inseguire il M5S sulla mozione di sfiducia, sottoscrivendo - come vogliono Civati, Puppato e Casson - una propria mozione di sfiducia (o di biasimo) presentata da un'area del Pd. Tutte strade irte di pericoli e di possibili lacerazioni. Perché è ormai chiaro, all'indomani della richiesta di dimissioni al ministro da parte di Matteo Renzi a Che tempo che fa, il partito di Epifani rischia davvero il big bang, un altro pasticcio simile a quello sull'elezione del Presidente della Repubblica. Ma quali sono i passaggi che ci hanno portati fin qui? E come nasce la vicenda Cancellieri?
L'INCHIESTA
La premessa è l'inchiesta della procura di Torino su Fonsai di proprietà della famiglia Ligresti. L'accusa è di falso di bilancio aggravato e manipolazione di mercato sull'anno 2010, durante il quale secondo l'accusa sarebbero stati dirottati 538 milioni di euro nelle riserve sinistri verso i conti della famiglia. Un'indagine che ha portato all'arresto, il 17 luglio, del patron Salvatore e delle figlie Giulia e Jonella, mentre l'altro figlio Paolo è in Svizzera dove (per tempo) aveva chiesto per tempo la residenza
LO STATO DI SALUTE DI GIULIA
Il medico del carcere dov'è rinchiusa Giulia scrive nel certificato che Giulia soffre di anoressia e depressione. Ha perso sei chili, arrivando a pesare 48 chili. Il 28 agosto un secondo Gip dice sì alla scarcerazione della figlia di Salvatore per problemi di salute. Il ministro, dopo le telefonate incriminate, chiama il Dap per sollecitare la scarcerazione, per altro - senza che lei lo sapesse - già prevista per legge e per i pareri medici
LE TELEFONATE
Nel giorno dell'arresto dei tre Ligresi, il 17 luglio, il ministro - amica di Antonino Ligresti e madre di Salvatore Peluso ed ormai ex dg della Fonsai, entrato in rotta di collisione coi Ligresti  -  chiama dagli uffici del ministero Gabriella Fagni - la seconda moglie di Salvatore - per assicurarle solidarietà e garantirle che poteva contare su di lei per cercare di risolvere la questione dello stato di salute di Giulia. Tra luglio e agosto spuntano dai tabulati una girandola di telefonate tra Antonino Ligresti e Sebastiano Peluso, padre di Salvatore ed ex marito del ministro.  Il 21 agosto i finanziari annotano una seconda telefonata tra Cancellieri e Antonino. Il 22 agosto, interrogata dai pm, la ministra dice di aver ricevuto una telefonata da Antonino il 19 agosto, mentre era stata lei a chiamarlo (omettendo di ricordare la telefonata alla Fagni e una seconda telefonata con Antonino).

 

 

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